Mercoledì 28 novembre alle 9,00 al Cinema Italia, il Dipartimento di Colture arboree dell’Università di Torino e il Creso – Consorzio di ricerca e sperimentazione per l’ortofrutticoltura piemontese propongono una giornata di studio rivolta ai frutticoltori, ai tecnici e più in generale agli operatori della filiera actinidia, per presentare lo stato della ricerca sui temi-chiave dell’actinidicoltura in Piemonte: dall’innovazione di prodotto agli aggiornamenti di tecnica colturale. Il Convegno dal titolo “La ricerca incontra la filiera actinidia” è patrocinato dalla Soi, la Società scientifica italiana di ortoflorofrutticoltura.

Le relazioni sono state affidate ai più autorevoli esperti dei singoli argomenti, presenti in Piemonte per la contemporanea tre-giorni del convegno scientifico nazionale “Actinidia 2007”.
Guglielmo Costa, dell’Università di Bologna, esaminerà le tappe del percorso di tecnica colturale che maggiormente incidono sull’ottenimento della qualità finale. In particolare la potatura, che con la messa a punto di nuovi metodi nel Cuneese o l’adattamento al territorio di spunti di innovazione appresi altrove, è determinante per la corretta definizione del carico di gemme e la distribuzione sui vari tipi di ramo. La registrazione di nuove sostanze attive ad azione fitoregolatrice apre nuove prospettive per il controllo della fisiologia dell’accrescimento dei frutti.
Aldo Galliano, ricercatore del Creso, toccherà uno dei temi che più influiscono sulla qualità del prodotto: la corretta impollinazione. Oltre i problemi di contemporaneità di fioritura, di corretta distribuzione delle piante maschili nell’actinidieto e della qualità del polline delle piante staminifere, la riuscita dell’impollinazione della cv Hayward è condizionata dalle condizioni microclimatiche su cui non è dato più di tanto intervenire. Negli anni recenti la ricerca del Creso, svolta nel Saluzzese in collaborazione con autorevoli istituzioni scientifiche italiane, si è concentrata sull’impollinazione “assistita”: dal prelievo del polline alla distribuzione “a secco” o “in acqua” con apposite attrezzature meccaniche. Illustrerà non solo i favorevoli risultati sull’allegagione, ma anche sul fruit setting: l’effetto sulla forma e sul calibro dei frutti.
Cristos Xiloyannis, dell’Università della Basilicata, illustrerà i risultati emersi nelle sezioni del Convegno scientifico in merito alla gestione del suolo, con particolare riferimento alle relazioni tra irrigazione e fisiologia. L’argomento tocca da vicino uno dei temi caldi dell’agricoltura pedemontana, per le prospettive di ottimizzazione e di risparmio della risorsa acqua.
Raffaele Testolin, dell’Università di Udine, farà il punto sulle prospettive di innovazione varietale della specie, in ordine sia alla innovazione di prodotto che lascia intravedere la recente costituzione di varietà e selezioni a buccia non solo verde, ma anche gialla e rossa, sia a varietà a maturazione precoce che consentano di cogliere l’opportunità di un interessante segmento di mercato finora sfruttato con fraudolente raccolte anticipate della cv Hayward, le quali non hanno fatto altro che danneggiare l’immagine del kiwi italiano. Le nuove cultivar, insieme alle selezioni ottenute dal programma di miglioramento genetico svolto dallo stesso Testolin, sono in prova presso il Centro ricerche del CReSO a Manta.
Concluderà l’incontro Carlo Fideghelli, direttore del Cra – Centro per la ricerca in frutticoltura di Roma, proponendo una rassegna dei brevetti sulle nuove varietà di actinidia in Europa. Il suo Istituto funge, infatti, da Centro di riferimento per l’actinidia, dove costitutori e editori sono tenuti a consegnare le piante in prova per la caratterizzazione, al fine di ottenere il riconoscimento del brevetto europeo.
La partecipazione al convegno è gratuita e aperta ai frutticoltori e a tutti gli operatori della filiera actinidia piemontese.