L’incontro è stato suddiviso in una prima parte con protagonisti il Melo ed il Pero, presentata da Sandro Bolognesi dell’Azienda “Marani”, e in una seconda parte con protagonisti il Pesco molto tardivo ed il Susino presentato da Stefano Foschi dell’Azienda Sperimentale Martorano 5.
Il pero in vetrina tra standardizzazione produttiva e nuove introduzioni
L’Italia grazie alle 970.000 t prodotte nel 2006 (43.000 Ha) rappresenta il primo paese europeo ed il secondo al mondo solo dopo la Cina. All’interno del territorio nazionale viene principalmente coltivato nell’area settentrionale ed in particolare in Emilia-Romagna (66% del totale). Le cultivar principalmente impiantate sono rappresentate da Abate Fetel, William, Conferente, Decana del Comizio, Kaiser e Coscia che complessivamente rappresentano il 36% degli impianti.
All’interno di questo contesto è sicuramente molto difficile inserire nuove varietà che generalmente presentano caratteristiche nettamente differenti e migliorative rispetto a quelle già presenti sul mercato.
Infatti in Italia il pero rappresenta la specie in cui si è avuto il minor ricambio dal punto di vista varietale. La causa è da ricercarsi non tanto perché la ricerca non abbia creato nuove varietà interessanti, ma in quanto le cultivar che venivano introdotte non rappresentavano una alternativa valida e credibile alle “vecchie” cultivar affermate e valide di cui è costituito il mercato.
Varietà estivo-precoci
Siamo nel periodo precedente a William e questo rappresenta il 12% della produzione nazionale con una collocazione territoriale prevalente nel Sud Italia. In questo periodo la principale novità è Boheme* (-20 da William) con frutti di buona qualità organolettica, polpa soda ed elevata produttività. Tra le varietà di riferimento del periodo si ricordano Coscia e Santa Maria che rappresentano complessivamente oltre il 70% della produzione nazionale di questo periodo. Tra le altre varietà consigliate abbiamo Precoce di Fiorano, Etrusca, Turandot, Norma, Spadona estiva e Carmen che sta ben inserendosi sul mercato grazie alle sue caratteristiche organolettiche, il bell'aspetto, l'ambia adattabilità e l'elevata tenuta di maturazione.
Varietà estive
L'epoca è quella William che rappresenta il 22% del prodotto nazionale del periodo seguite da Max Red Bartlett e Sensation (entrambe però presentano una limitata diffusione a causa dell'instabilità del colore e del fenomeno della regressione). Quasi tutto il prodotto deriva dalle regioni settentrionali dato la loro difficoltà ad adattarsi nelle regioni meridionali. In alcune aree presentano un certo interesse anche Ercole D'Este e Highland.
Varietà autunno-invernali
Le varietà presenti in questo periodo rappresentano la maggior parte del prodotto nazionale (62%) e provengono per di più dalle regioni settentrionali. La varietà principale è rappresentata dall'Abate Fetel seguita da Kaiser e Decana del Comizio. Tra le altre cultivar che mantengono una certa validità sono Rosada®, Cascade® Lombocat* ed Harrow Sweet (per il periodo autunno invernale) e Passa Crassana (per quello invernale e più tardivo).
Le novità
Diverse sono le novità che la ricerca ha costituito che attualmente sono in valutazione.
Nel periodo invernale si ha Angelys*, (ottenuta presso l'Inra e distribuita in Italia dal gruppo Spreafico di Ferrara) risultata molto interessante per il buon sapore e per l'interessante aspetto.
Tra le pere estive si ha invece la cultivar italiana Aida di ottimo sapore, bell'aspetto e resistente al colpo di fuoco batterico.
Tra le altre varietà di recentissima introduzione ma ancora in valutazione si hanno Harrow Crisp* (cultivar estiva), Harrow Gold*, Harrow Delicious*, Isolda®, Herman, Hotensia® (cultivar invernale), Uta® (cultivar invernale), Valerac e Champirac.
A cura di Lorenzo Cricca
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