Finisce maggio ed è tempo di tornare in vigneto per i primi interventi di defogliazione o sfogliatura.
L'operazione - generalmente eseguita da dopo l'allegagione fino a prima della vendemmia - permette l'eliminazione delle foglie che, nella zona basale dei tralci, coprono i grappoli così da garantire un microclima più favorevole allo sviluppo delle uve.
   

Sfogliatura: sole per i grappoli

La defogliazione riduce la densità della chioma agevolando gli interventi successivi e migliorando l'aerazione e l'irraggiamento.
Una vegetazione più arieggiata è meno sensibile agli attacchi fungini, ma anche più facilmente raggiungibile dagli agrofarmaci distribuiti dalle irroratrici. Grappoli ben esposti al sole accumulano più zuccheri, sintetizzano più polifenoli nella buccia e presentano un'acidità ridotta. Gli effetti della sfogliatura variano a seconda dell'epoca di intervento, della fogliosità delle viti, del sistema di allevamento e delle condizioni ambientali.

Consigliabile soprattutto nelle aree viticole più fredde e sulle uve rosse, la defogliazione può essere condotta in epoca precoce, dopo l'allegagione, o tardiva, dopo l'invaiatura. In genere, l'intervento precoce garantisce un accumulo superiore di polifenoli e un'efficacia maggiore dei trattamenti fitosanitari, mentre quello tardivo evita lo sviluppo di muffe nella fase finale di maturazione, particolarmente importante con climi piovosi e varietà a maturazione tardiva. Tutto ciò a patto che - soprattutto in alcune situazioni - si faccia attenzione a non procurare, con la sfogliatura, scottature e disidratazioni dei grappoli.
 

Manuale o meccanica?

I viticoltori possono scegliere di asportare le foglie manualmente, mettendo in conto anche cinquanta sessanta ore di lavoro per ettaro e quindi notevoli costi di manodopera, oppure meccanicamente.

Se la defogliazione manuale è più accurata, l'uso di macchine riduce drasticamente l'affaticamento operativo e i tempi di lavoro (due tre ore per ettaro con velocità di circa 3 chilometri orari), oltre a garantire comunque un'ottima sanità delle uve. Le attrezzature defogliatrici agiscono sulla vegetazione in modo sempre più preciso, causando danni trascurabili su un ridotto numero di grappoli.
 

Defogliatrici, diversi principi di funzionamento

Oggi troviamo sul mercato differenti tipologie di macchine per la defogliazione, installabili davanti al trattore o alla vendemmiatrice e disponibili in versione mono o bilaterale. Dotate di radiatore a infrarossi, le sfogliatrici termiche emettono calore che colpisce la vegetazione più esterna (nei primi 5 centimetri), ma non gli acini che hanno un contenuto d'acqua differente. Le foglie colpite avvizziscono per poi seccare e cadere a terra nel giro di un paio di settimane.

Usate soprattutto negli impianti a pergola o tendone e per la defogliazione precoce delle spalliere, le defogliatrici pneumatiche generano un getto d'aria ad alta pressione che - oltre a rimuovere residui di fioritura e parte degli acini - lacera le foglie, mentre quelle aspiranti creano una depressione che aspira le foglie, più leggere dei grappoli, verso un carter dotato di un apparato di taglio.

Negli ultimi anni, le macchine aspiranti con lame rotanti sono state gradualmente sostituite da versioni che usano una turbina e due rulli controrotanti verticali (uno forato in metallo, uno rivestito di gomma) per l'aspirazione e l'asportazione. Il rullo metallico ruota nel senso della direzione di avanzamento, mentre l'altro ruota in senso opposto schiacciando contro il primo le foglie che vengono staccate dal picciolo. Alcune sfogliatrici possono anche accostarsi meglio alla vegetazione del filare grazie ad un tastatore montato davanti ai rulli.
Soluzioni alternative, le defogliatrici con tamburi rotanti usano aspiratori elicoidali per originare una depressione che permette l'adesione delle foglie ai tamburi e il trasporto verso l'apparato di taglio.
 

Defogliazione: ora anche sito specifica

Muovono i primi passi nei vigneti anche defogliatrici a rulli a rateo variabile (RV) che variano l'intensità di asportazione delle foglie a seconda del punto del filare, permettendo una gestione della chioma tale da garantire un buon equilibrio tra aerazione e irraggiamento. Sulla base di mappe che suddividono il vigneto in zone omogenee di vigore vegetativo (ricavato dal rilevamento degli indici Ndvi o Ndre), le attrezzature eseguono una defogliazione più intensa in aree con vigore più elevato - corrispondente a un maggior numero di strati fogliari - meno intensa in quelle con vigore più basso.
 
Defogliatrice a rateo variabile 111 VRT di Tecnovict
Defogliatrice a rateo variabile 111 VRT di Tecnovict

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