Alla fine è arrivato anche lo sciopero dei prosciutti. Minacciato dagli allevatori come risposta alla crisi che da tempo imperversa sul settore, dal 2 giugno i suinicoltori non apporranno alle produzioni in uscita dai propri allevamenti le dichiarazioni necessarie per avviare i cosci alla trasformazione in prosciutti Dop. In altre parole l'impossibilità per i consorzi di tutela di certificare le produzioni di san Daniele, Parma e degli altri prosciutti e insaccati a denominazione di origine protetta. Nemmeno l'incontro con il ministro Zaia è riuscito a dare agli allevatori le rassicurazioni richieste per evitare le sciopero. Di questa protesta, dai contenuti volutamente provocatori, se ne ha notizia su molti quotidiani del 30 maggio, fra i quali "Finanza e Mercati".

Dunque non è riuscita la difficile mediazione tentata dal ministro dell'Agricoltura, che già nei giorni precedenti, come ci ricorda il "Messaggero veneto" del 26 maggio, aveva dato la sua disponibilità a cercare una via di uscita alla difficile situazione del comparto suinicolo.

 

Dal Wto alle quote latte

Una settimana difficile, quest'ultima, per Zaia. Iniziata con le discussioni in seno al Wto (organizazione mondiale dei commerci) per l'inserimento di riso e agrumi  tra i prodotti tropicali, con la conseguente modifica dei regimi di dazio, ovviamente a danno delle produzioni italiane. Ne  parla anche "Libero" del 24 maggio con un articolo intitolato "Zaia convince Bruxelles sui prodotti tropicali".

Su "La Padania" del 25 maggio il ministro interviene anche sul tema delle  quote latte, a suo parere da abolire. Un tema ripreso, seppure con toni diversi, anche nell'intervista a Zaia raccolta da Alessandro Mastrantonio per "Il Sole 24 Ore" dello stesso giorno, dove il ministro ribadisce la sua insoddisfazione per la politica agricola comunitaria, responsabile di non fornire risposte adeguate, specie sul fronte del latte.

 

Chiudono le aziende…

Che ci siano problemi per le nostre aziende zootecniche si evince anche dalle cifre riportate da "Finanza e mercati" del 27 maggio con un dettagliato servizio sui dati emersi dall'analisi di Unioncamere sul numero di aziende in attività nel nostro Paese. Nei primi tre mesi del 2008 hanno chiuso i battenti oltre 20mila imprese. E ai primi posti figurano proprio le aziende agricole.

 

e arriva il pollo al cloro

E le notizie "cattive" continuano con l'apertura delle frontiere della Ue ai polli statunitensi, che hanno la "colpa" di essere trattati con acqua e cloro per abbattere la carica batterica presente sulla carcassa. E' lo scandalo del "pollo al cloro" che rimbalza su molti giornali del 29 maggio, da "La Repubblica" a "Il Sole 24 Ore". Ma per fortuna, come già è stato scritto nelle precedenti puntate di "Corpo 8", in Italia le importazioni di carni avicole sono praticamente nulle. E la qualità dei nostri prodotti è in assoluto migliore.