Si leggono spesso sui giornali titoli sensazionalistici quando si parla di allevamento di insetti o insetti per l'alimentazione umana: sembra terrorismo psicologico piuttosto che corretta informazione.
Per esempio: "Cosa succede quando mangi solo insetti per una settimana?". La risposta è che non succede nulla. Di certo non ci si trasforma in un lucertolone gigante o si comincia a camminare sui muri all'incontrario. Le uniche cose che potrebbero succedere sono due: mangiare troppe proteine e spendere molti soldi.
La disinformazione su questo tema è diffusa. Da un lato c'è chi ha paura che da un giorno all'altro saremo tutti costretti a mangiare cibo coi vermi e immondi scarafaggi, dall'altro c'è chi sostiene, forse anche eccessivamente, che gli insetti saranno il cibo del futuro che sconfiggerà i cambiamenti climatici.
I titoli di giornale sono sensazionalistici ma siamo sicuri che le persone siano così spaventate visto l'andamento delle ricerche su google? C'è chi si chiede se mangiare insetti fa male e se sia costoso o addirittura chi si chiede dove può trovarli in italia. Entriamo quindi nel dettaglio per rispondere ad alcune domande comuni.
È vero che mangeremo insetti?
Nel 2017 la Commissione Europea ha autorizzato l'utilizzo delle proteine di insetti come mangimi per l'acquacoltura e per gli animali domestici. A partire dal 2021 sono cominciate le autorizzazioni per la messa in commercio di prodotti destinati al consumo umano. Prima quelli a base di larve di Tenebrio molitor, poi di Locusta migratoria e di larve di Alphitobius diaperinus. Dal 24 gennaio 2023 è entrata ufficialmente nel mercato europeo la polvere di grillo Acheta domesticus che può essere inserita nella composizione dei principali alimenti come pasta, pane, biscotti e molto altro.
Quindi sì, potremo mangiare insetti e piano piano cominceremo a trovarli sugli scaffali dei supermercati. Non si tratta però di imposizioni. Mangiare insetti, anche se sembra scontato dirlo, è una scelta libera.
Si tratta, semplicemente, di una nuova categoria di cibo per noi europei (inserita dall'Efsa nei "novel food") che per prassi deve passare da una procedura di autorizzazione al fine di tutelare i consumatori.
Nessuno sta cercando di minare le fondamenta della cucina nostrana. Sono 2,5 miliardi le persone che nel mondo mangiano regolarmente insetti e non c'è da meravigliarsi se grazie alla globalizzazione le tradizioni gastronomiche viaggino da una nazione all'altra. Anche i pomodoro, il mais e il peperoncino un tempo sono stati dei novel food per noi europei e negli ultimi anni sono stati aggiunti cibi come i semi di chia e la quinoa.
Per essere corretti, bisognerebbe parlare di neofobia alimentare, cioè la resistenza a provare cibi nuovi o sconosciuti, e di entomofobia, cioè la paura degli insetti. Due paure che non sono prerogativa di tutti e che non devono essere sfruttate per giudicare coloro che o già si cibano di insetti o che sono disposti a provarli e ad inserirli nella propria dieta.
Potremo mangiarli a nostra insaputa?
Non mangeremo insetti a nostra insaputa. Sia a livello comunitario che nazionale ci sono delle specifiche normative per quanto riguarda gli alimenti a base di insetti al pari di qualsiasi altro prodotto destinato all'alimentazione umana.
Il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il Ministero della Salute hanno già presentato 4 decreti riguardanti l'etichetta dei prodotti a base di insetti. I provvedimenti contengono specifiche indicazioni da riportare in etichetta per tutti i prodotti e i preparati destinati al consumo umano ottenuti tramite l'utilizzo di Acheta domesticus (grillo domestico), larva di Tenebrio molitor (larva gialla della farina), larva di Alphitobius diaperinus (verme della farina minore) e Locusta migratoria.
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Fa male mangiare insetti?
Mangiare insetti risulta un'ottima scelta a livello nutrizionale. Contengono il 65% di proteine complete, quasi il doppio rispetto alla carne di manzo, e hanno meno grassi saturi e colesterolo rispetto ad altri alimenti.
Ad oggi non sono stati individuati problemi di sicurezza sanitaria. Possono provocare reazioni allergiche a chi è già allergico a crostacei, molluschi e acari della polvere. C'è chi potrebbe risultare allergico ai mangimi con cui gli insetti vengono nutriti, ma con la giusta etichetta si possono scongiurare eventuali pericoli legati all'ingestione accidentale.
È davvero così sostenibile?
Allevare insetti per l'alimentazione animale e umana può contribuire a una serie di vantaggi ambientali. Si stima che metà della superficie del pianeta considerata abitabile dalle piante sia ora utilizzata per l'agricoltura: il 45% viene utilizzato per il cibo che va direttamente all'uomo, mentre il 33% serve per produrre cibo per nutrire gli animali da macello. Il consumo di carne è in aumento ed è anche uno dei principali fattori che contribuisce alla deforestazione e alle emissioni di gas serra.
Allevare insetti è più sostenibile rispetto agli allevamenti di animali tradizionali. Gli insetti hanno un'efficienza di conversione più elevata (capacità di trasformare l'alimento ingerito in aumento di peso), possono essere allevati su scarti e sottoprodotti organici che vengono così riciclati e convertiti, richiedono pochissima acqua per essere allevati, emettono molti meno gas serra (anidride carbonica e metano), possono essere allevati in piccoli spazi con conseguente riduzione del consumo di suolo e non portano a rischi di zoonosi.
Un punto a loro sfavore riguarda principlamente le elevate temperature necessarie. Gli insetti, infatti, hanno bisogno di calore costante per vivere (25-30 °C), spesso impegnativo da mantenere, costoso e su larga scala anche impattante. Man mano che si allarga il numero di insetti autorizzati a scopo alimentare in Europa, diventa sempre più necessario ragionare sull'impatto e la biosicurezza dell’allevamento di questi animali.
È per questo che spingere tanto nella creazione di allevamenti di insetti potrebbe comunque risultare controproducente. Saranno un cibo del futuro, almeno per noi occidentali, ma non salveranno il mondo dai cambiamenti climatici che rimangono un problema ben più complesso. Si tratta di una alternativa che molto probabilmente aiuterà a ridurre il consumo di carne e soprattutto potrà contribuire a ridurre il consumo di suolo se usati come mangimi per gli animali.
Mangiare insetti è costoso?
Attualmente, il cibo per animali domestici è il più grande mercato per le proteine degli insetti. Sono ancora in pochi, invece, ad allevare insetti per l'alimentazione umana, soprattutto in Italia, e questo li rende prodotti costosi e non sostituti economici di altri ingredienti. Visto che il mercato degli alimenti a base di insetti è destinato a crescere, fino a superare 1,5 miliardi di dollari nel 2026, potranno diventare con il tempo dei prodotti a buon mercato.
Inoltre, l'allevamento di insetti potrà diventare ancora più economico vista la mole di derivati che si possono ottenere e che possono rappresentare dei validi sostituti alle materie prime usate oggi. I grassi possono essere impiegati per la produzione di energia e biodisel. Il materiale organico usato per la loro alimentazione può essere destinato all'impiego come fertilizzante e/o al trattamento per la produzione di biogas. Dalla chitina, estratta dalle mute degli insetti, si può ottenere il chitosano per la produzione di induttori di resistenza per il controllo delle malattie delle piante e di bioplastica. Infine, il frass, cioè gli escrementi di insetto, sono validi prodotti ammendanti e fertilizzanti.
Quanto è etico allevare insetti?
Visto il maggiore interesse da parte dei consumatori nei confronti del "benessere animale" per le loro scelte di acquisto, come funziona per gli insetti? Mentre i regolamenti per il benessere degli animali del bestiame convenzionale sono chiaramente definiti, ci sono pochi standard ufficiali per l'allevamento di insetti. Gli insetti rientrano nella categoria degli "animali da allevamento" secondo l'Ue ed esistono norme sanitarie e igienico-sanitarie relative alla loro produzione, eppure come animali invertebrati non sono inclusi nella Direttiva sul benessere degli animali.
Ciò che serve è una normativa sul benessere che guidi chiaramente gli allevatori di insetti attraverso le diverse fasi della produzione di insetti tra le varie specie e le varie fasi di sviluppo. Una normativa che ricalchi quelle già esistenti per il bestiame più comune dove è prassi distinguere tra specie diverse (come pollo o mucca) e tra i vari stadi di sviluppo (per esempio, suinetti rispetto a suini adulti).
Ad oggi sembra difficile definire standard per il benessere degli insetti a causa della loro grande diversità negli ambienti di vita e nei requisiti di alimentazione. Per esempio, se l'elevata densità di allevamento è spesso associata a un minore benessere degli animali per il bestiame, per gli insetti può risultare poco problematica perché molte specie vivono naturalmente in grandi gruppi in piccole quantità di spazio. Però, se come abbiamo detto bisogna considerare specificatamente le singole specie, si scopre che le larve della mosca soldato (Hermetia illucens) allevate ad oggi come mangime per gli animali, possono surriscaldarsi in presenza di densità elevate. Oppure, allevando ad alta densità il grillo Gryllus bimaculatus si porta alla soppressione della crescita e dello sviluppo, diminuzione dell'aggressività, aumento dell'attività e della risposta a stimoli tattili, visivi o olfattivi.
Inoltre, si discute se gli insetti siano coscienti e soffrano di dolore. Mentre è stato dimostrato che gli insetti hanno neuroni sensoriali, i cosiddetti nocicettori, e quindi rispondono a lesioni e stimoli dannosi, non è stata dimostrata la loro risposta nocicettiva che è l'esperienza soggettiva del dolore. Vvisto che non possono nemmeno comunicarlo verbalmente, scoprirlo non è semplice. L'assenza di prova però non deve essere fraintesa come prova di assenza e dedurre quindi che non hanno la capacità di sentire dolore.
A questo proposito l'Ipiff, la Piattaforma Internazionale per gli Insetti come Cibo e Mangime (International Platform of insects for Food and Feed), consiglia agli allevatori di agire con precauzione, cercando di evitare qualsiasi azione che potrebbe causare danni agli insetti, raccomanda di prevenire lesioni, assicurare una morte rapida e limitare il cannibalismo e, pertanto, si oppone a pratiche come la triturazione viva degli insetti.
Gli insetti sono buoni da mangiare?
Personalmente ho mangiato diversi insetti non solo provenienti da grandi allevamenti ma anche insetti "nostrani", come le larve di mosca che si trovano nel formaggio sardo casu martzu, per me estremamente gustoso forse anche perché mi ricorda la mia infanzia e tutti quei cibi un po' "strani e disgustosi" che i miei nonni mangiavano e che adesso sono introvabili.
Gli altri insetti li ho mangiati interi, fritti e speziati. Il sapore era molto erbaceo e l'odore ricordava quello dell'erba appena tagliata. Li ho trovati davvero buoni abbinati a pasti come insalata, omlet e pasta al pesto, ma mi è sembrato facilissimo abbinarli a qualsiasi cosa.
Ci sono tanti miti da sfatare per arrivare alla normalizzazione degli insetti commestibili. È dunque fondamentale puntare sull'educazione e l'informazione corretta riguardo tutti gli aspetti di questo mondo complesso, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni sempre più attente alle tematiche ambientali e che saggiamente e consapevolmente possono riuscire ad integrare cibi più sani e sostenibili nelle loro diete, per salvare il mondo forse o per portare un po' di varietà sulla tavola.