"I consumi di latte biologico in questi anni hanno registrato una crescita importante, è vero - ha dichiarato Calzolari, intervenendo nei giorni scorsi a Tuttofood alla presentazione della piattaforma per l'innovazione delle filiere lattiero casearie cooperative -. Eviterei tuttavia una ubriacatura all'italiana, con una conversione alla produzione bio in assenza di contratti di filiera già sottoscritti".
Attenzione dunque alle priorità. Senza sapere dove collocare il latte, secondo Calzolari, che è anche coordinatore del settore lattiero caseario di Alleanza cooperative agroalimentari, è meglio stare alla finestra. "Non possiamo correre il rischio di accelerare per rispondere a una domanda del consumatore che è assolutamente legittima, ma senza avere però chiare le basi su quanto produrre e dove destinare il prodotto", ha raccomandato.
Il settore lattiero caseario ha chiaramente delle urgenze ed è evidente che "c'è differenza fra percezione e conoscenza". E la filiera deve crescere, attraverso formazione e informazione e grazie magari a strumenti come il magazine online Milkcoop, che Confcooperative Lombardia ha previsto per i propri soci, insieme a una piattaforma di "Open innovation", per lo scambio delle tecnologie, delle best practice e delle tecniche innovative.
"Il ruolo della cooperazione è quello di dare risposte orientate alla conoscenza scientifica - ha ricordato Calzolari -. Dobbiamo organizzare un sistema che sia in grado di far valere le ragioni dei produttori. La nostra volontà, con l'Alleanza delle cooperative italiane, è unire il 70-75% del latte cooperativo sotto un unico sistema, in grado di dialogare con le istituzioni, il mercato e i produttori. Dobbiamo rappresentare un interesse comune e non consegnarlo ad altri. Questa è la nostra missione e dobbiamo affrontarla con un grande senso di responsabilità".
Positivo, dunque, il progetto Milkcoop. "E' senza dubbio interessante e innovativo, grazie agli elementi legati alla formula virtuale, che permette di dialogare tra noi in tempi veloci e favorire lo scambio della comunicazione fra le cooperative - ha proseguito il numero uno di Granarolo -. Serviranno tempo e risorse per comunicare con autorevolezza, ma centreremo l'obiettivo di rassicurare il consumatore e di produrre seguendo le regole di una sostenibilità diffusa, che parte da una produzione attenta all'ambiente, al suolo, all'occupazione, all'economia già nella fase della gestione in stalla".