Accordo fatto per il latte. Nella notte fra l'11 e il 12 gennaio allevatori e industriali del latte sono giunti ad un'intesa che vale per i prossimi sei mesi. Agli allevatori della Lombardia saranno corrisposti per ogni litro di latte 33,156 centesimi (+ iva).
L'accordo arriva dopo il nulla di fatto dell'incontro fra Assolatte e allevatori che si era svolto a Brescia a fine 2009. Troppo distanti in quel momento le posizioni delle due parti, quella degli allevatori schierati a difesa della loro richiesta di 35 centesimi al litro e quella degli industriali che restavano fermi alla loro ultima offerta di 32 centesimi. Anche nell'accordo ora raggiunto è stato riproposto il vincolo dei 32 centesimi, anche se limitatamente ai primi tre mesi, cioè sino a marzo compreso. Solo dal mese di aprile, dunque, si raggiungerà il prezzo massimo stabilito dall'accordo appena siglato.
A guidare la trattativa in rappresentanza degli allevatori erano presenti i presidenti regionali di Confagricoltura (Franco Bettoni), di Coldiretti (Nino Andena) e Cia (Mario Lanzi) mentre le industrie erano rappresentate da Assolatte e dal suo presidente (Giuseppe Ambrosi)
Il mercato
Dopo il recupero dei prezzi a fine 2009 (grazie anche alla minore produzione mondiale di latte) i mercati si stanno ora consolidando e la presenza nei magazzini della Ue di forti scorte (260mila tonnellate) potrebbero preludere ad un nuovo calo dei prezzi, che già si è registrato per il latte spot (con una flessione che supera anche l'8%, secondo quanto riporta Clal). Difficile dunque avere un quadro chiaro di come i mercati si muoveranno neill'immediato futuro ed anche per questo motivo fissare il prezzo del latte si è rivelata impresa assi più complicata che in passato.
Costi elevati
L'aver raggiunto un accordo rappresentra certamente un fatto positivo anche se gli allevatori non possono dichiararsi del tutto soddisfatti. I 35 centesimi che chiedevano rappresentano una sorta di minimo vitale per mantenere in attività le stalle. Produrre un litro di latte costa, infatti, assai di più, almeno 43 centesimi stando ad una ricerca del Crpa. E si arriva a sfiorare i 53 centesimi se il latte prodotto va alla trasformazione in Parmigiano Reggiano. Costi che sarebbero persino più alti se si escludono i contributi comunitari.