Le razze bovine minacciate sul territorio italiano sono ben 26. Ai sensi del Reg. 1974/06 la consistenza massima di fattrici (che è il dato in base al quale si definisce in pericolo o meno una razza) in ambito nazionale, non deve superare i 7.500 capi. Per alcune razze definite 'a rischio' dal Mipaaf, la consistenza accertata del numero di femmine riproduttrici non supera le 10 unità. Da questi numeri si comprende quanto sia difficoltoso, in certi casi, mantenere attivo l'incremento di allevamenti di certi bovini.
Partiamo considerando il Trentino Alto Adige e le tre razze bovine che qui cominciano a scarseggiare. La prima, molto famosa è la razza di vacca Grigio alpina (6.887 fattrici attive), appartiene al gruppo delle 'grigie' dell'arco alpino, in particolare di quello trentino nell'ambito del quale ha la sua maggiore diffusione. E' un bovino che può essere utilizzato sia da carne che da latte, ma quest'ultima è l'attitudine che prevale. Nel 1985 è nata l'Anaga, associazione di allevatori di questa razza. Oggi per avere le più approfondite informazioni su questo bovino ci si può collegare al sito internet www.grigioalpina.it. Della Val Pusteria, in provincia di Bolzano, è originaria la vacca Pustertaler-Barà (3.591 fattrici attive). Questo bovino deriva dall'incrocio di Pinzgau con razze pezzate nere e pezzate rosse ed ha duplice attitudine con lieve prevalenza per la produzione di latte. Terza razza a rischio per il Trentino è la vacca Rendena (3.980 fattrici attive), che prende il nome proprio dalla sua zona d'origine la Val Rendena. Anche questo bovino è a duplice attitudine, ma prevale comunque l'utilizzo per il latte. Ogni anno a Pinzolo, si tiene la Mostra Nazionale di Giovenche di razza Rendena organizzata dall'Anare (Associazione nazionale allevatori di bovini di razza Rendena).
Unica tipologia bovina minacciata nel Friuli Venezia Giulia, la Pezzata Rossa Friulana, di cui sono attive solo 9 femmine riproduttrici. Questa razza appartiene al gruppo di razze Pezzate Rosse derivate Simmental e dal 1985 è stata rinominata 'Pezzata Rossa Italiana', della quale esiste un'associazione di allevatori apposita che ne cura il Libro Genealogico nazionale. Si tratta dell'Anapri, il cui sito internet è www.anapri.it. E' un bovino a duplice attitudine, con buone prestazioni per quanto riguarda la produzione di carne e con un latte ad alto livello proteico.
In Veneto è a rischio estinzione la razza Burlina (518 femmine riproduttrici), tipica delle Prealpi venete, sono presenti 518 femmine riproduttrici. Si tratta di una razza bovina antichissima, derivata dall'incrocio di esemplari locali con vacche provenienti dalle zone del Mar del nord, forse giunte nei nostri territori con le migrazioni di popoli germanici. Dal latte di questo bovino si ricava il famoso formaggio Morlacco.
L'unica razza autoctona ed attualmente a rischio estinzione nella regione Lombardia è la Ottonese (o Varzese o Tortolese, con 140 fattrici attive). Il motivo principale che la rende a rischio estinzione e la accomuna, per lo stesso motivo, a molte altre razze nella stessa situazione è il fatto che era utilizzata per lo più per il lavoro nei campi; infatti, ha modeste capacità di produzione di carne e latte, sebbene quest'ultimo, anche se poco, è di alta qualità. Presso l'Agriturismo Monte Bogo a Piozzano (Pc) è possibile acquistare capi di questa razza.
Tra il Piemonte e la Valle D'Aosta troviamo ben quattro razze bovine a rischio estinzione: innanzitutto la vacca Castana Valdostana che ha il maggior numero di fattrici attive (al momento ben 6.310). Assimilabile alla Pezzata Nera tranne che per il mantello, tanto da avere lo stesso Libro genealogico con identiche norme tecniche, attualmente è principalmente diffusa in Valle D'Aosta. Lo scopo essenziale dell'allevamento della Castana è senza dubbio l'utilizzo delle vacche nelle tradizionali 'Batailles de Reines', proprio per la sua innata combattività.
Con 5.618 femmine riproduttrici attive, in Piemonte si rischia di perdere anche la vacca Pezzata Rossa d'Oropa (detta anche Razzetta d'Oropa, con 5.618 femmine riproduttrici attive). Questo bovino è diffuso in un'area molto circoscritta, quella della Valle Elvo in provincia di Biella; è a duplice attitudine con prevalenza per il latte.
Altra razza piemontese monitorata per non perderne le tracce, è la Pinzgauer (detta anche Pezzata Rossa Norica con 1.883 fattrici attive). Si tratta di un bovino originario della regione di Salisburgo in Austria; è utilizzata prevalentemente per la produzione di carne. Ultima, ma non per importanza, per il Piemonte è la razza Valdostana Pezzata nera (con 1.055 femmine riproduttrici). Questa razza insieme alla Castana rappresentano con la loro cugina Hérens (Svizzera), il gruppo bovino autoctono che ha popolato originariamente l'arco alpino, derivando probabilmente dal 'Bos brachyceros'. L'associazione che si occupa della tenuta del Libro genealogico è l'Anaborava (Associazione nazionale bovini di razza Valdostana).
La Cabannina è una razza bovina originaria dell'Appennino Ligure (province di La Spezia e Genova). E' in continua diminuzione, con sole 287 femmine riproduttrici rilevate. Utilizzata maggiormente per la produzione di latte, da cui si ricavano ottimi prodotti tipici della liguria.
In Emilia Romagna ci sono tre razze bovine minacciate. La Bianca Valpadana o Modenese (con 575 femmine riproduttrici) molto probabilmente deriva dall'incrocio di bovini di razza Reggiana ed esemplari di razza Podolica. Chiara la provenienza dettata dal nome di questo bovino per il quale sta curando l'incremento la stessa provincia di Modena tramite l'iniziativa 'Salviamo la Modenese' .
La Reggiana (1.380 fattrici) è una bovina autoctona dell'Italia Settentrionale e in particolare delle province di Reggio Emilia e Parma, dove si è originata svariati secoli fa e dove ha costituito da sempre la base di produzione del formaggio Parmigiano Reggiano, molto longeva. Per maggiori informazioni su questa razza e sul suo Libro genealogico basta rivolgersi all'Associazione allevatori bovini di razza Reggiana.
Infine, la razza bovina Romagnola (con 8.335 fattrici), che sta riprendendo terreno grazie a numerosi allevamenti emergenti nell'ambito romagnolo. Discende da ceppo Podolico, dalle razze asiatiche giunte in Italia in seguito alle invasioni dei popoli dell'Est Europa ed è utilizzata prevalentemente per la produzione di carne, anche se in passato era principalmente utilizzata a fini lavorativi essendo un animale dalla conformazione molto robusta. L'Anabic (Associazione nazionale allevatori bovini da carne) è la referente per la tenuta del Libro genealogico di questa razza.