L'Actidinia è un arbusto rampicante, originario della Cina, introdotto verso la fine del 1800 in Europa come curiosità ornamentale. Il nome deriva dal greco ‘aktis’ (raggio) e ricorda le divisioni dello stilo, che nel frutto e formano una raggera scura nella polpa verde traslucida. Il nome ‘kiwi’, con il quale il frutto è conosciuto, è nato in America e sottolinea la sua somiglianza con l'uccello simbolo della Nuova Zelanda, patria di adozione di questa specie. Tra le 36 specie coltivate di Actinidia, la Chinensis è la più diffusa in Italia. La pianta ha radici carnose molto ramificate dal cui colletto si formano diversi germogli flessibili e sarmentosi per i quali vengono apprestati dei tutori. I frutti sono bacche di forma ellissoidale con epidermide di colore da bruno-verdastra a nocciola, ricoperta di una fine peluria, hanno polpa verde smeraldo, molle, succosa, di un particolare sapore dolce-acidulo e numerosi semi neri.
 
Il kiwi in Italia e in Piemonte 
Per quanto riguarda la diffusione sul territorio nazionale, il Piemonte rappresenta la seconda regione italiana, dopo il Lazio, per la produzione di kiwi, con circa 5.000 ettari, distribuiti nella Provincia di Cuneo e in quella di Torino, fin a coprire oltre il 20% della produzione italiana. Il kiwi rappresenta una delle prime voci dell’export (+12% rispetto al 2006 per 1.000.000 di quintali esportati dal Piemonte), con prospettive di crescita interessanti. L’ortofrutta piemontese occupa una superficie di 51.273 ettari, che rappresentano il 5% della superficie agricola totale della Regione, ma hanno un peso pari al 15% in termini di produzione ai prezzi di base (480 milioni di euro – dati 2007); 10.800 sono le aziende frutticole. (Fonte: Piemonte Informa Agenzia quotidiana on line della Regione Piemonte)
 
Creso e miglioramento genetico
Il Creso - Consorzio di ricerca sperimentazione e divulgazione per l’ortofrutticoltura piemontese ha da tempo avviato un’attività di prospezione, introduzione e valutazione di nuove accessioni di Actinidia spp. presso il nuovo Centro ricerche per la frutticoltura di Manta (Cn), con l’obiettivo di innovare l’offerta dell’actinidia in Piemonte.
L’indagine punta ad individuare materiali con ciclo vegetativo più consono agli ambienti settentrionali, a verificare la possibilità di segmentare l’offerta con frutti innovativi sotto il profilo del sapore, del colore della polpa e dei contenuti nutraceutici. Per le accessioni staminifere, ci si propone di individuare cultivar con buona efficienza impollinatrice: dalla contemporaneità di fioritura, al seed setting e fruit sizing.
La collezione è stata avviata nel 2005. Sono state introdotte nel ciclo di sperimentazione cultivar e selezioni avanzate di Actinidia spp. ottenute da istituzioni di ricerca italiane impegnate in programmi di miglioramento genetico, da Centri di ricerca esteri, da Istituzioni pubbliche cinesi. I materiali sono stati messi a confronto con le cultivar già disponibili sul circuito vivaistico.
Dopo alcune incertezze iniziali, l’actinidia in Italia si è caratterizzata come una coltura monovarietale. La cultivar Hayward, in Piemonte come nelle altre regioni, è stata la varietà di riferimento per la realizzazione degli impianti. Attualmente rappresenta la quasi totalità della superficie investita a tale coltura, terza in ordine di importanza dopo pesco e melo (Galliano, Pellegrino 2007). Questo assetto pone alcuni limiti e rischi connessi all’assenza di variabilità, soprattutto sotto il profilo della sensibilità alle avversità e alla adattabilità al territorio. I programmi di miglioramento genetico avviati negli scorsi decenni licenziano le prime cultivar, o mettono a disposizione selezioni avanzate per valutazioni nei diversi ambienti di coltivazione.
La disponibilità e la variabilità di germoplasma di Actinidia spp. sono elevate ma in gran parte ancora confinate nel paese di origine. Negli ultimi anni è stato più facile stabilire rapporti di cooperazione con istituzioni di ricerca cinesi, per l’introduzione di varietà e germoplasma con caratteristiche interessanti sia sotto il profilo agronomico che qualitativo. In tale contesto il Creso ha ritenuto opportuno avviare un’attività di prospezione, introduzione e valutazione di nuove accessioni di actinidia, analogamente a quanto svolto per le altre specie nell’ambito del Progetto nazionale “Liste di orientamento varietale dei fruttiferi”.
In linea con le esigenze pedo-climatiche e commerciali dell’areale di coltivazione piemontese, l’indagine punta ad individuare materiali con ciclo vegetativo più consono agli ambienti settentrionali, a verificare la possibilità di segmentare l’offerta con frutti innovativi sotto il profilo del sapore, del colore della polpa e dei contenuti nutraceutici. Per le accessioni staminifere, ci si propone di individuare cultivar con buona efficienza impollinatrice: dalla contemporaneità di fioritura, al seed setting e fruit sizing.
 
Presso il Centro ricerche di Manta è stata allestita, dal 2005, una collezione di cultivar e selezioni avanzate di actinidia, sia pistillifere, sia staminifere, realizzando parcelle di 3 - 6 alberi/cv. L’azienda sperimentale dispone di una superficie di 8 ha di terreno, a giacitura pianeggiante, di origine fluvio-glaciale, francosabbioso a reazione sub-acida, con altitudine media di 405 m slm. Le coordinate geografiche sono: 44° 36' 32'' latitudine Nord - 7° 30' 28'' longitudine Est. I sesti d’impianto utilizzati sono di metri 5 x 5 e la forma di allevamento utilizzata è la pergoletta doppia.
La collezione, oltre alle cultivar testimoni, conta accessioni sia pistillifere, sia staminifere di Actinidia spp. L’attività ha coinvolto alcune delle più importanti istituzioni che hanno in corso programmi di miglioramento genetico dell’actinidia. Oltre all’Università di Udine e all’Università di Bologna, per l’Italia, a livello internazionale è stato sottoscritto un accordo di sperimentazione con il PARC - Pacific Agri-Food Research Centre di Summerland in Canada per una linea di selezioni avanzate ad elevata adattabilità in ambienti settentrionali. In seguito a missioni in Cina, sono state introdotte varietà e selezioni avanzate da istituzioni pubbliche.
 
I risultati dell’attività di sperimentazione  
L’attività ha evidenziato l’elevata disponibilità di nuovi materiali ottenuti dai programmi di miglioramento genetico nazionali ed esteri che hanno riguardato specie diverse: Actinidia deliciosa, chinensis, arguta, ecc. Si è attuata una preselezione dei materiali attraverso una mirata valutazione dei dati forniti dai costitutori in funzione delle peculiari caratteristiche dell’areale di coltivazione e della filiera commerciale regionale.
Ampia risulta la variabilità rispetto al ciclo vegetativo dei materiali inseriti nel circuito sperimentale, che fa ben sperare per l’adattabilità in ambiente di coltura settentrionale. Vi sono cv e selezioni con epoca di maturazione anticipata di venti-quaranta giorni rispetto ad Hayward. Nel corso del 2007 si è avviato un confronto tra Hayward e il suo mutante Green Light®Convi* rispetto all’epoca di maturazione di raccolta, mediante il monitoraggio dell’evoluzione dei parametri chimico-fisici. I dati preliminari indicano un anticipo di una ventina di gg. nel raggiungimento dei parametri qualitativi idonei allo stacco, a favore del mutante.
Innovativo profilo estetico e qualitativo presentano le selezioni a polpa gialla di A. chinensis : 171.87, 176.84 e 171.76 del DPVA dell’Università di Udine, caratterizzate da forme differenti ma tutte a polpa gialla con elevato tenore zuccherino. Numerose e variegate le novità provenienti dalla Cina rispetto alla colorazione della polpa (verde, gialla, rossa) ed alle caratteristiche qualitative con innovativi profili sensoriali inseriti in una vasta gamma di forme e dimensioni dei frutti. (Fonte: dalla relazione del Creso – Centro ricerca sperimentazione e divulgazione per l’ortofrutticoltura in Piemonte presentata ad ‘Actinidia 2008’)

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