La flavescenza dorata è una malattia in grado di causare serie perdite di produzione all'interno dei vigneti. È causata da un fitoplasma che, insediandosi nel floema delle viti, ne altera il metabolismo, portando al disseccamento delle piante. Non esistendo alcuna cura per eliminare l'indesiderato ospite dalle viti infette, l'unica strategia di intervento è di tipo preventivo.
Questo significa monitoraggio del campo ed individuazione precoce delle piante malate, che vanno estirpate, e una difesa attenta del vigneto per tenere bassa la popolazione di Scaphoideus titanus, la cicalina della vite, vettore del fitoplasma della flavescenza dorata.
L'importanza della lotta alla cicalina della vite
"Negli Anni Novanta, qui in Veneto, abbiamo assistito al diffondersi di questa malattia, che tuttavia è stata arginata grazie alla difesa insetticida approntata dai viticoltori a livello di comprensorio per contrastare proprio Scaphoideus titanus", ci spiega Paolo Beccari, tecnico di Agrea Centro Studi, che ha condotto diverse prove in campo sul controllo della cicalina della vite.
"Oggi vediamo una recrudescenza della malattia. Questo è dovuto, tra le altre cose, all'uscita di scena di alcune molecole insetticide molto performanti e all'aumento delle superfici condotte in biologico, dove gli agricoltori hanno meno armi a disposizione. Tuttavia, dalle prove svolte, è emerso che alcuni prodotti, come Kestrel® e Kaimo® Sorbie, offrono un ottimo controllo di S. titanus".
Prima di vedere le performance dei prodotti Nufarm testati da Agrea, è bene comprendere meglio la biologia della cicalina della vite, in quanto il timing di applicazione, di fondamentale importanza per il successo del trattamento, dipende dallo stadio di sviluppo dell'insetto.
Giovani foglie di vite con presenza di numerose cicaline
(Fonte foto: Paolo Beccari, tecnico di Agrea Centro Studi)
Il ciclo biologico di Scaphoideus titanus
La cicalina della vite è un insetto proveniente dal Nord America e giunto in Europa accidentalmente. Si tratta di un Cicadellidae che compie il suo intero ciclo vitale sulla vite e che avrebbe un impatto sostanzialmente nullo sulla viticoltura, se non fosse un eccellente vettore del fitoplasma della flavescenza dorata.
S. titanus sverna come uovo durevole sotto la corteccia delle viti. In primavera, quando le condizioni ambientali sono favorevoli (generalmente intorno a metà maggio) i giovani fuoriescono dalle uova e si spostano lungo il tronco e i polloni alla ricerca di giovani foglie, sulla cui pagina inferiore si alimentano.
L'insetto attraversa cinque forme giovanili prima di diventare adulto, con i primi esemplari in campo a fine giugno. Gli accoppiamenti avvengono di solito in agosto e successivamente le femmine depongono le uova sotto la corteccia, da cui poi nascerà la nuova generazione l'anno successivo.
Neanidi di Scaphoideus titanus
(Fonte foto: Enrico Marchesini di Agrea)
Se un esemplare giovane si nutre su una vite malata, il fitoplasma della flavescenza dorata inizia a colonizzare l'ospite attraverso l'emolinfa e dopo un mese circa, una volta insediatosi nelle ghiandole salivari, è in grado di infettare viti sane. Nel caso invece in cui a nutrirsi su una pianta infetta sia un adulto, bastano solamente otto-quattordici giorni per diventare infettivo.
"Risulta dunque evidente quanto sia importante intercettare gli stadi giovanili tra i mesi di maggio e di giugno, in modo da evitare che il contagio si allarghi", sottolinea Beccari. "Ed è ancora più importante controllare gli adulti, che potendo volare si spostano facilmente tra una vite e l'altra".
La difesa insetticida del vigneto contro la cicalina
Proprio per arginare il diffondersi della flavescenza dorata, in molte regioni sono previsti due trattamenti insetticidi obbligatori. Il primo da effettuarsi ad inizio giugno, in modo da essere ragionevolmente sicuri che la stragrande maggioranza delle uova si sia schiusa. Il secondo invece dopo quindici-venti giorni, al fine di intercettare le eventuali nascite scalari e la presenza di adulti provenienti dalle aree limitrofe al vigneto.
Ma quali sono le molecole oggi disponibili per gestire lo scafoideo? "Negli ultimi anni abbiamo avuto esperienze di prove in campo con Kestrel® e Kaimo® Sorbie, utilizzati in strategia contro S. titanus", spiega Paolo Beccari.
"Kestrel® è un prodotto sistemico, che contiene acetamiprid, e viene usato nella fase di terza età prevalente per colpire gli stadi giovanili, che sono quelli più sensibili. Dopo quindici giorni abbiamo usato Kaimo® Sorbie, a base di lambda-cialotrina, per colpire eventuali insetti presenti in campo. Questa strategia ha consentito un controllo ottimale della cicalina".
La strategia Kestrel® più Kaimo® Sorbie assicura il 100% di controllo della cicalina
(Fonte foto: Nufarm)
Dalle prove svolte in campo risulta evidente come sia importante utilizzare un prodotto sistemico in prima battuta, in modo da proteggere la vegetazione in accrescimento e intercettare il più a lungo possibile i giovani esemplari provenienti dalle nascite scalari.
"Kestrel® è un insetticida sistemico con una formulazione esclusiva, caratterizzata da un'elevata concentrazione, che contiene coformulanti specifici che ne migliorano sia il potere abbattente, sia la penetrazione all'interno della vegetazione", racconta Roberto Balestrazzi, responsabile Marketing e Sviluppo di Nufarm Italia, azienda che produce Kestrel® e Kaimo® Sorbie, commercializzati da Sumitomo Chemical.
Dal grafico si può notare come Kestrel®, prodotto sistemico, già al momento dell'applicazione abbia garantito un controllo di oltre il 90% della popolazione, che sale al 100% dopo quindici giorni. Kaimo® Sorbie, invece, essendo un prodotto abbattente, ha garantito un controllo totale già dal suo utilizzo
(Fonte foto: Nufarm)
In ribattuta si consiglia invece un prodotto abbattente, come un piretroide, in modo da gestire gli eventuali adulti presenti in vigneto, o provenienti dall'esterno, prima che possano trasmettere l'infezione da una vite all'altra.
"Kaimo® Sorbie è a base di lambda-cialotrina, in una esclusiva formulazione che consente basse dosi d'impiego, praticità d'uso e un elevato potere abbattente, legato ai solventi esclusivi con tensione di vapore che permette al prodotto di raggiungere tutte le parti della pianta, anche le più nascoste".
A destra sulla foglia un adulto di cicalina
(Fonte foto: Paolo Beccari, tecnico di Agrea Centro Studi)
Flavescenza dorata, serve una gestione integrata del problema
Le conoscenze che oggi abbiamo sulla flavescenza dorata e sul suo vettore, Scaphoideus titanus, hanno permesso di definire una strategia di difesa che negli Anni Novanta è stata in grado di contenere la diffusione e i danni di questa malattia. Oggi serve una nuova sensibilità da parte degli agricoltori, che parta prima di tutto da un attento monitoraggio del campo e una gestione corretta della cicalina della vite, per evitare che attraverso la sua attività trofica diffonda il fitoplasma all'interno del vigneto.
"Le prove condotte con Kestrel® e Kaimo® Sorbie in strategia hanno dimostrato un'ottima efficacia nel controllare le popolazioni di scafoideo, con risultati che si sono distinti nettamente dal testimone non trattato", conclude Paolo Beccari.