Furono i Fenici a diffonderne, nel primo millennio a.C, la coltivazione tra i popoli mediterranei mentre i Romani, che della cosiddetta "uva cibaria", erano ghiotti, ne trasmisero la coltura a tutte le popolazioni conquistate, almeno fino dove lo consentiva il clima. Il viaggio alla scoperta della coltura dell'uva da tavola in Sicilia parte dalla zona di Agrigento e Caltanissetta: numerosi comuni di queste due province costituiscono la zona di produzione dell'Uva Italia di Canicattì. I vigneti sono componenti tradizionali del panorama siciliano da secoli, grazie alle condizioni ideali del terreno calcareo e al clima mediterraneo, che favoriscono e determinano la tipicità del prodotto; la coltivazione dell'uva della tipologia 'Italia', diventata famosa per il suo elevato valore qualitativo, è stata introdotta nella prima metà del '900. L'Uva Italia di Canicattì è stata ottenuta da un illustre genetista, Alberto Pirovano, incrociando due varietà di viti, Bicane e moscato d'Amburgo. Presenta grappoli con acini grossi, una polpa carnosa e croccante, un colore dal giallo al giallo pallido ed un aroma delicato di moscato. 

L'itinerario ci porta in seguito in provincia di Catania e precisamente nel Mazzarronese. Qui, la coltivazione dell'uva da tavola affonda le sue radici nel secolo scorso, come si evince da alcuni atti pubblici di compravendita di terreni coltivati a vigneto stipulati tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900. Anche il Pastena, nel suo libro 'La civiltà della vite in Sicilia', riporta che alla fine del secolo scorso la produzione di uva da tavola rappresentava il 5% della produzione viticola del «Mandamento di Caltagirone». Nel corso degli anni a seguito di innovazioni tecniche e evoluzioni varietali l'uva da tavola di Mazzarrone ha assunto sempre maggiore rilevanza sino a diventare parte integrante e imprescindibile della vita locale.

8.000 ettari coltivati da 3.000 aziende rappresentano il territorio dell'uva di Mazzarrone. Fra queste, 160 imprese compongono il Distretto dell'uva da tavola siciliana Igp Mazzarrone. Nei comuni di Mazzarrone, Licodia Eubea, Caltagirone, Acate, Comiso e Chiaramonte Gulfi alla bacca bianca della varietà Italia (65% delle produzione) si affiancano la rossa Red Globe (15%), la Vittoria e la Black Pearl. Le eccellenti proprietà organolettiche le differenziano dalla produzione di altre zone, meritando così l’ambito marchio IGP, quale riconoscimento di elevata qualità legata strettamente al territorio. Francia, Austria, Germania, ma anche Stati Uniti, paesi scandinavi, Canada, Emirati Arabi ed Arabia Saudita: l'uva di Mazzarrone vola verso l'estero, grazie anche alla prima prima organizzazione di produttori siciliana specializzata nella produzione di uva da tavola, la Op Ducezio Uva Regale di Sicilia.

 

Notevole supporto dalle istituzioni.

Un marchio di certificazione dei prodotti agroalimentari denominato “Sicilia Agricoltura”, consentirà la concreta attuazione della sicurezza, tracciabilità e qualità alimentare. Lo prevede un accordo firmato tra l’assessorato regionale all’Agricoltura e il “Coribia”, il Consorzio di ricerca sul rischio biologico in agricoltura. Una certificazione, su base volontaria, che ha lo scopo di valorizzare le produzioni agroalimentari siciliane di qualità.
L’assessorato - afferma l’assessore Giovanni La Via - già da tempo ha posto grande attenzione, oltre che al tema della qualità, a quello della sicurezza alimentare, in tutti i comparti. Oggi il consumatore non vuole sapere solamente se il prodotto è buono, ma anche se è sicuro. L’iniziativa di ‘Sicilia Agricoltura’ si affianca a quella già sperimentata con successo nel settore zootecnico, grazie all’attività del Corfilcarni, il Consorzio di ricerca filiera carni di Messina. Oggi, infatti, la fettina siciliana è certificata da un marchio unico, la cui rintracciabilità può avvenire con un semplice click su un telefonino”.
La nuova iniziativa, riguarda i prodotti di origine vegetale. Le imprese interessate a certificare e commercializzare i propri prodotti con il marchio “Sicilia Agricoltura” dovranno presentare la richiesta, entro il 19 dicembre, presso le sezioni operative dell’assessorato.
Sarà il Coribia - spiega il dirigente generale del Dipartimento Interventi infrastrutturali Dario Cartabellotta - a realizzare il marchio, a gestire le istanze e l’iter di certificazione e a provvedere alle verifiche annuali, secondo il piano dei controlli approvato”. Maggiori informazioni, oltre che alle Sezioni operative, potranno essere richieste al Coribia, in via Marinuzzi 3 a Palermo (tel. 091.6570476).

 

Aiuti per la promozione dei prodotti tipici
Valorizzare i prodotti agricoli siciliani con un contributo, agli enti locali, per la realizzazione di manifestazioni promozionali. E’ quanto prevede il bando firmato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 21 novembre. A disposizione c’è un milione di euro.
L’obiettivo - spiega l’assessore La Via - è quello di rafforzare la competitività delle aree rurali e sviluppare l'economia locale. In particolare, vogliamo valorizzare tutti quei prodotti a marco comunitario (Dop, Igp, Docg, Doc e Igt) e quelli derivanti da agricoltura biologica. Vogliamo promuovere strategicamente il territorio, le sue peculiarità storiche e tradizionali, anche in un'ottica di valorizzazione turistica degli itinerari eno-gastronomici. Puntiamo, inoltre, a una integrazione socio-economica tra viticoltura, turismo, enogastronomia e tutte quelle attività nel campo della cultura, dell'informazione e della produzione di iniziative di animazione e caratterizzazione del territorio”.
Le richieste dovranno essere presentate entro 30 giorni dalla data di pubblicazione sulla Gurs, ovvero entro il 22 dicembre. Il bando completo potrà essere consultato o sulla Gazzetta ufficiale della Regione n. 53 del 21 novembre o sul sito dell’assessorato (www.regione.sicilia.it/agricolturaeforeste).

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