Un gruppo di consiglieri regionali  di Bergamo hanno inviato al ministro dell'Agricoltura, Giovanni Alemanno e all'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Viviana Beccalossi, il documento che riportiamo e che punta a raccogliere un numero di firme sufficienti per evitare la chiusura dell'Istituto sperimentale di cerealicoltura di Bergamo. Questo il testo della petizione.

"L'Istituto sperimentale di cerealicoltura di Bergamo, centro all'avanguardia a livello internazionale per la ricerca sul mais, corre il rischio di un notevole ridimensionamento o della cessazione dell'attività.

La scelta di inserire l'Istituto orobico nel progetto di riorganizzazione degli istituti agricoli deciso dal Consiglio per la ricerca e la specializzazione in agricoltura, che dipende dal ministero per le Politiche agricole, potrebbe portare ad un drastico ridimensionamento della Stazione di maiscoltura bergamasca riducendola al rango di 'Gruppo di ricerca' facente capo al Centro di ricerca per la cerealicoltura di Foggia.

Una scelta che appare finalizzata a meri esercizi di finanza pubblica e che non è giustificata dal ruolo che le Regioni hanno conquistato nel mercato agricolo italiano ed europeo, in particolare per quanto concerne i cereali.

Rischia di chiudersi una pagina importante del settore della ricerca in agricoltura iniziata nel 1920. L'Istituto, dal 1968 parte dell'Istituto sperimentale per la cerealicoltura, ha contribuito allo sviluppo della maiscoltura italiana con la creazione di varietà adatte alle condizioni pedoclimatiche nazionali e, nell'immediato dopoguerra, con l'introduzione e l'adattamento dei mais ibridi. Questo è il ruolo per cui nacque e che noi consiglieri regionali lombardi bergamaschi vorremmo mantenesse e rafforzasse.

Attualmente il centro svolge attività di ricerca, svolta su 2 mila mq di laboratori, mille mq di serre e 25 ettari di campi sperimentali, capannoni, officine e depositi. I 15 dipendenti di ruolo e i 25 a contratto corrono il rischio del licenziamento e la Lombardia di perdere un importante presidio di ricerca nella zona, quella della Pianura padana, storicamente vocata alla coltura cerealicola.

Ci auguriamo che il prossimo piano di riordino che il CRA deve ora predisporre venga rivisto alla luce della storia, dell'esperienza e della specializzazione produttiva della sezione di Bergamo dell'Istituto di Cerealicoltura e allargando la ricerca anche oltre il campo della maiscoltura, portando l'approccio e la competenza di un istituto pubblico capace e avanzato tecnologicamente, allo scopo di sostenere la vocazione produttiva lombarda ed italiana.

L'agricoltura è vita, anche nell'Occidente sempre più terziarizzato. Sostenere il settore primario in Italia e in Lombardia significherà, in futuro, individuare enti e risorse all'altezza dei nuovi compiti posti da un'innovazione tecnologica che impone un controllo costante e rigoroso. La Lombardia, forse più delle altre regioni avrà bisogno di potenziare i propri presidi pubblici di prelievo e analisi delle sementi e dei campioni di raccolto per proteggere gli agricoltori lombardi dal rischio che il mais venga contaminato dai transgeni degli Ogm.

Primi firmatari:

Marcello Saponaro (Verdi)

Giuseppe Benigni (DS)

Elisabetta Fatuzzo (Pensionati)

Battista Bonfanti (DL - Margherita)

Daniele Belotti (Lega Nord)

Carlo Saffioti (Forza Italia)

Giosuè Frosio (Lega Nord)

Marcello Raimondi (Forza Italia)

Consiglieri regionali bergamaschi"