Eccessiva complessità e troppa burocrazia, ecco perché l'adesione degli allevatori alla certificazione del Sistema Qualità Nazionale Benessere Animale (Sqnba) stenta a decollare.

Eppure questa certificazione consente un accesso diretto ai sostegni della Pac legati agli Ecoschemi (Ecoschema 1- livello 2).

 

Ma nemmeno questo è bastato a far dimenticare le complicazioni che questa certificazione del benessere si porta dietro.

Al giro di boa del 10 settembre scorso, ultima data per aderire al progetto, si è così deciso di dare più tempo agli allevatori posticipando la scadenza di ulteriori 20 giorni.


La proroga

Lo si apprende dalla circolare di Agea, l'Agenzia per le Erogazioni Agricoltura, con la quale la scadenza è stata prorogata al 30 settembre 2025.

Una seconda proroga (la precedente è dello scorso agosto) che rischia di lasciare immutata la situazione, con poche centinaia di allevatori che aderiscono al progetto a fronte degli oltre ventimila che potrebbero farne parte.

 

Che ci sia la necessità di rivedere le procedure di ingresso al progetto sembra indicarlo la stessa circolare di Agea quando parla di "complessità del quadro normativo di riferimento", che ha comportato "numerose richieste di chiarimenti interpretativi da parte degli operatori", chiarimenti che peraltro il dicastero agricolo ancora non ha formulato.


Incertezze

In attesa della scadenza del 30 settembre, che rischia ulteriori proroghe, Agea ha fissato per il 26 settembre un "incontro ricognitorio" per verificare l'andamento delle adesioni alla certificazione Sqnba.

Se i numeri non cambieranno in modo significativo potrebbero essere prese ulteriori iniziative.

Forse non basteranno altre proroghe, ma un ripensamento delle procedure


Opportunità perse

Troppa complessità e troppa burocrazia stanno rischiando di far naufragare un progetto che va oltre i premi comunitari.

Certificare le produzioni animali attestando il rispetto del benessere animale su standard superiori a quelli previsti dalle normative potrebbe aprire nuovi scenari di mercato.

 

Da un lato raccogliere le preferenze di un consumatore sempre più attento agli aspetti etici.

Dall'altro confermare sui mercati internazionali i plus delle produzioni italiane, favorendo di conseguenza l'apertura di nuovi sbocchi commerciali.