L'attenzione di investitori, startup, aziende e agricoltori si è focalizzata negli ultimi anni sulla tecnologia blockchain. Uno strumento al servizio della tracciabilità che tramite un sistema di crittografia e di registri diffusi rende possibile immagazzinare dati di qualunque tipo in maniera decentrata, trasparente e immutabile.

Delle opportunità che si aprono per le aziende e i lavoratori del settore Agrifood si è discusso durante un webinar organizzato dagli Stati generali del mondo del lavoro dal titolo 'Blockchain e digital transformation'. Un evento che conclude una serie di quattro che hanno preparato la strada all'evento live dedicato all'agrifood che si terrà a Cuneo il 26-27-28-29 ottobre 2020.
 

Blockchain, una questione di fiducia

Ad aprire la sessione è stato Giacomo Goria, commercialista dello Studio Sciandra & associati, che ha voluto porre l'accento sul tema della fiducia. Sottolineando come uno dei motivi per cui l'agroalimentare italiano è tanto famoso nel mondo, oltre alla qualità dei prodotti, è anche il fatto che i consumatori si fidano della sicurezza del cibo prodotto in Italia. E in un mondo di falsi e contraffazioni la blockchain si pone come uno strumento per cementare la fiducia tra aziende e consumatori.

E infatti su questa tecnologia stanno investendo molte aziende, startup ma anche associazioni di categoria. Foodchain ad esempio è una startup nata nel 2016 proprio con l'obiettivo di valorizzare e promuovere tramite tecnologia blockchain le eccellenze dell'agroalimentare italiano. A prendere la parola è stato Davide Costa, uno dei fondatori, che ha spiegato come gli smart contracts presenti sull'infrastruttura blockchain della Quadrans Foundation, possano essere utilizzati da tutti gli attori di una filiera per raccogliere e scambiarsi dati in maniera sicura.

Pier Luigi Romiti, della Coldiretti, ha invece illustrato l'impegno dell'associazione sul fronte della digitalizzazione delle aziende agricole e sullo sviluppo di una propria piattaforma per la tracciabilità blockchain, sviluppata da una startup (o meglio uno spin-off) della Coldiretti, chiamata Tokenfarm. Nata nel 2019, questa realtà ha lanciato il primo progetto pilota nella filiera del pomodoro da industria con risultati promettenti.
 
 

I punti deboli della blockchain

Tre sono i punti critici evidenziati dalle relazioni. Primo, la veridicità del dato immesso. Secondo, l'adozione da parte degli agricoltori e terzo, il riconoscimento legale delle certificazioni.

Per quanto riguarda il primo punto c'è infatti sempre il rischio che i vari soggetti della filiera inseriscano, con dolo o colpa, informazioni sbagliate che poi vengono notarizzate all'interno della blockchain e rimangono invariate nel tempo. Per questo l'ideale sarebbe che a scrivere le informazioni siano device digitali oppure le tradizionali società di certificazione.

C'è poi un problema di adozione della tecnologia, visto che i nostri agricoltori hanno una età media alta e una scarsa propensione all'innovazione digitale. In questo ambito secondo Romiti aiuterebbe, oltre alla formazione tradizionale, anche fornire dei device (tipo tablet) che possano guidare in maniera semplice l'agricoltore nella compilazione dei dati.

C'è infine il tema del riconoscimento pubblico delle informazioni presenti nella blockchain. In futuro infatti, se si vorrà valorizzare appieno questa esperienza e incentivarne l'adozione, sarà necessario che i ministeri competenti riconoscano le piattaforme oggi in fase di studio come depositarie di informazioni 'certificate' con valore legale.
 

Blockchain, un'opportunità di lavoro

A concludere il webinar ci ha pensato Alessia Scarpa, direttore commerciale di Risorse Spa, che nel dare appuntamento a tutti all'evento live di ottobre ha illustrato il percorso di formazione e lavoro pensato da Risorse per il mondo Agrifood. Durante la tre giorni di Cuneo infatti sarà organizzato un bootcamp dedicato agli studenti universitari e delle scuole superiori per individuare quei talenti che sono interessati e hanno le competenze, soft e hard, per lavorare nella rivoluzione digitale del settore agroalimentare.

Al bootcamp, che si terrà il primo giorno degli Stati generali del mondo del lavoro Agrifood, seguirà un hackathon il 3-4 febbraio 2021 in cui gli studenti selezionati durante il bootcamp potranno mettersi nuovamente alla prova davanti alle aziende aderenti e provare a 'vincere' una esperienza lavorativa di sei mesi presso una delle realtà imprenditoriali aderenti.

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