"Non possiamo lasciare sugli alberi le arance destinate alla trasformazione. Sarebbe un colpo durissimo per i produttori e per l'intera filiera produttiva". Ad affermarlo Federica Argentati, presidente del Distretto agrumi Sicilia lo scorso 2 maggio.
"E' fondamentale che le industrie siciliane proseguano le attività di trasformazione degli agrumi a polpa rossa (tarocco, moro e sanguinello) per ulteriori quindici giorni - ha aggiunto - così come richiesto dalla Commissione tecnica prodotto trasformato, coordinata dal Distretto agrumi di Sicilia e dall’assessorato all'Agricoltura della Regione Sicilia, che si è riunita la scorsa settimana a Palermo".

Nonostante siano trascorsi tre giorni dall'appello della presidente Argentati, cui avevano fatto eco Cia e Confagricoltura Catania, non si registra ancora una ripresa degli acquisti da parte delle industrie di trasformazione siciliane.

Il Distretto agrumi di Sicilia rappresenta oltre 2mila addetti della filiera, oltre 21mila ettari coltivati e produce un fatturato annuo aggregato di oltre 400 milioni di euro. E la presidente Argentati ha rivolto un invito pressante dal Distretto produttivo agrumi di Sicilia ai trasformatori.

"Le industrie di trasformazione - spiega Federica Argentati - non possono tirarsi indietro in questo momento così delicato. C'è l'accordo di filiera prodotto trasformato, sul quale solo la parte industriale deve ancora esprimersi, mentre c'è la disponibilità dell'assessorato regionale all'Agricoltura a sostenerlo. Ci sono richieste ben precise volte ad una riorganizzazione complessiva della filiera, al monitoraggio delle produzioni commercializzate e trasformate attraverso azioni specifiche e già concordate, alla modifica di alcune direttive comunitarie che tutelerebbero molto meglio le nostre produzioni. Abbiamo già fatto presente all'assessorato che occorre promuovere e sostenere il prodotto siciliano trasformato con una forte campagna mediatica che ne valorizzi la provenienza".

E in quest'ottica occorre una presa di coscienza di tutta la filiera per guardare avanti perchè, ha spiegato la presidente: "I produttori scontano già prezzi bassissimi e uno stop alla trasformazione degli agrumi non sarebbe sopportabile. Per questo chiediamo che la campagna di trasformazione del prodotto a polpa rossa prosegua per tutto il periodo richiesto - aggiunge - e non per un periodo inferiore, una sola settimana, come sembra voler concedere l'industria di trasformazione".

La presidente del Distretto Agrumi Sicilia ha infine rivolto un appello all'assessore regionale all'Agricoltura Antonello Cracolici perchè prenda posizione: "Voglia esprimere il suo invito in tale direzione. Comprendiamo le esigenze degli industriali e ringraziamo anche quanti, tra questi, hanno dato e continuano a dare una pronta e massima disponibilità, ma per fare filiera occorre agire in una visione unitaria. Solo così il comparto potrà crescere e superare le difficoltà".

"A tutti i tavoli tecnici - aggiunge Giuseppe Di Silvestro, presidente di Cia Catania - abbiamo invitato le industrie a proseguire la trasformazione del prodotto rosso, in particolare della varietà tarocco che è molto richiesta dal mercato. Bisogna fare lo sforzo di continuare a trasformare per tutto il mese di maggio. Se così non fosse, saremo costretti a scendere in piazza perché le arance rimarrebbero sugli alberi e si arrecherebbe un gravissimo danno a tutto il comparto. Il blocco della trasformazione causerebbe una situazione di estrema gravità che istituzioni e industrie non devono sottovalutare".

"Quella che ci è stata prospettata sembra l'ennesima presa in giro - rincara Giovanni Selvaggi, presidente di Confagricoltura Catania - il prezzo che un'industria di trasformazione ci ha offerto, ben tre centesimi al di sotto del costo di raccolta, è quasi surreale. Un'offesa ai produttori che già percepiscono un misero corrispettivo di dieci centesimi al chilo che riesce a malapena a coprire i costi di raccolta".