Nel 2012, infatti, si è registrato un crollo della produzione del 3,3% e una caduta verticale del valore aggiunto (-4,4%) che quasi doppia quella del Pil (-2,4%).
Segnali positivi giungono invece ancora dall’industria alimentare, che, nonostante la battuta d’arresto dell’economia, registra nel 2012 un lieve miglioramento del valore aggiunto (+0,8%), con una crescita del fatturato di 2,3% rispetto all’anno precedente.
Quello che fino a ieri era sembrato una specie di miracolo made in Italy si è di fatto sgonfiato sotto i ripetuti colpi del crollo dei consumi e della crescita dei prezzi. Elementi che erano stati assorbiti senza grosse ripercussioni fino al 2011. Ad oggi, la ristrutturazione in corso ormai da tempo nel settore e che si concretizza prevalentemente con fenomeni di accorpamento delle aziende più piccole, ha portato il numero delle imprese agricole a 809.745, con una riduzione di circa 19.000 unità nel solo 2012. Maggiore tenuta invece nell’industria agro-alimentare, dove le imprese rimangono sostanzialmente invariate rispetto all’anno precedente attestandosi a 56.000 unità circa.
Gli occupati totali del settore scendono dai quasi 870.000 del 2007 agli 849.000 del 2012, dei quali 428 mila dipendenti (+3,6% rispetto al 2011) e 421 mila indipendenti (-3,7% rispetto al 2011), con un aumento nel 2012 della quota di dipendenti pari al 50% del totale. La variazione è imputabile, secondo Inea, alla forte prevalenza di aziende familiari presenti in Italia, prime a chiudere i battenti.
Luca Sani, presidente della Commissione Agricoltura della Camera
Nel 2012 la spesa per i consumi intermedi dell’agricoltura, inclusa la silvicoltura e la pesca, è stata pari a 25.040 milioni di euro correnti (+2,9% rispetto al 2011), dovuto all’aumento dei prezzi (+5,1%) e alla diminuzione delle quantità utilizzate (-2,1%).
Causa principale della debacle la conclamata e poliennale ipossia del mercato interno, i consumi alimentari, infatti, nel 2012 registrano una contrazione della spesa per generi alimentari a valori correnti dello 0,7% (portandosi a 137,8 miliardi di euro) e una contrazione ancora ancor più alta a valori costanti (-3%).
Tale perdita non viene compensata da un export tutto sommato vivace, con il commercio internazionale che ha visto la crescita delle esportazioni agro-alimentari dal 7% all’8,2% del totale nel periodo 2007-2012. Ad un incremento in valori correnti di soli 5,1 miliardi di consumi alimentari interni, si contrappone una crescita di 7,3 miliardi, a prezzi correnti, di esportazioni di prodotti alimentari. La bilancia commerciale alimentare ha registrato un andamento positivo del saldo normalizzato, passato dal -15% del 2007 al -9% del 2012.
Tiziano Zigiotto, presidente Inea
Qualche buona notizia arriva dal fronte delle energie rinnovabili, dove la produzione ha già quasi raggiunto l’obiettivo europeo 20-20-20 (circa 93 TWh prodotti nel 2012 rispetto ad un obiettivo 2020 di 100 TWh) a seguito della crescita delle installazioni, in particolare degli impianti fotovoltaici: dal 2010 l’Italia ha incrementato la capacità installata di circa 13 GW, raggiungendo quasi 17 GW complessivi con costi significativi per la collettività (oltre 10 miliardi di euro/anno sulla bolletta energetica dei consumatori), ma anche benefici ambientali (riduzione di 18 milioni di tonnellate di CO2), occupazionali ed economici (tra cui la riduzione di importazioni di combustibili fossili per 2,5 miliardi l’anno) e di sicurezza energetica.
"Il rapporto sullo stato dell’agricoltura – ha dichiarato Tiziano Zigiotto, presidente dell’Inea - si conferma come un appuntamento istituzionale di riflessione e approfondimento sulle evoluzioni del sistema agroalimentare, rimarcando luci ed ombre di un settore che merita sempre più attenzione, perché è uno dei pilastri su cui poggia la forza del made in Italy nel mondo. L’agricoltura e il sistema alimentare infatti rappresentano un patrimonio da tutelare e promuovere".
"Quello presentato oggi - ha detto il presidente della commissione agricoltura del senato, Roberto Formigoni - è un ottimo lavoro, che contiene dati essenziali per gli addetti ai lavori e sui quali si potranno basare le politiche agricole". L’agricoltura, secondo il senatore, rimaene un settore spesso sottovalutato e la politica dovrebbe incentivare e sostenere maggiormente l’export e il ricambio generazionale. Va sottolineato che in base ai dati Inea solo il 10% delle aziende agricole italiane sono guidate da imprenditori ‘under 40’, ma che queste aziende dimostrano costantemente di essere più competitive delle altre.
Sul sostegno alle ‘imprese giovani’ si è soffermato anche il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Luca Sani, che ha evidenziato come proprio queste imprese incontrino le maggiori difficoltà ad accedere alla terra e al credito. Il presidente Sani ha anche parlato di Pac, definendo l’accordo raggiunto una occasione straordinaria per il paese in virtù della maggiore capacità decisionale concessa agli stati membri.
Di Alessandro Vespa
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Fonte: Agronotizie