E fortunatamente – almeno per ora - la produzione, che è molto vicina ai livelli della campagna 2017-2018 viene assorbita dal mercato domestico e dalle esportazioni, che crescono, secondo i dati comunicati dallo stesso Consorzio di tutela del pecorino romano il 17 aprile. Ma gli effetti della crisi Covid-19 spaventano le organizzazioni agricole, Coldiretti Sardegna in testa, che chiede un nuovo intervento di mercato a Regione Sardegna sui formaggi ovini freschi e a ridotta stagionatura del valore di 5 milioni di euro. Proposta che piace al Consorzio tutela del pecorino romano, che giusto ieri l’ha rilanciata, chiedendo al presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, di convocare un tavolo per affrontare la crisi da Covid-19.
Pecorino romano Dop, il mercato per ora assorbe la maggior produzione
“Secondo le nostre analisi, l’attuale trend produttivo deriva principalmente da due fattori”, spiega da Macomer il presidente del Consorzio di tutela, Salvatore Palitta. “Il primo: la produzione della corrente campagna casearia si è svolta in maniera regolare, al contrario di quella dello scorso anno, fortemente condizionata dalla vertenza latte. Infatti, quest’anno a febbraio abbiamo un +80,85% rispetto a febbraio 2019 quando, in piena emergenza, la produzione delle aziende si era ridotta notevolmente o addirittura azzerata”.La seconda motivazione è legata invece alla pandemia, ancora in corso. “La crisi dei formaggi freschi, o a ridotta stagionatura, è la conseguenza diretta del blocco di alcuni canali commerciali quali i mercati tradizionali, l'Horeca, la ristorazione collettiva, i bar, a seguito dell’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus. Le aziende di trasformazione hanno perciò orientato le produzioni verso tipologie di formaggi a lunga stagionatura e a lunga conservazione, come appunto il pecorino romano”.
Quasi impossibile, in questo momento, immaginare cosa accadrà nei prossimi mesi: l’andamento stagionale particolarmente incerto potrebbe portare a variazioni sostanziali difficili da prevedere.
Export Usa, +27,5% a volumi e prezzi in decollo
I primi dati sull’export disponibili per il 2020 sono quelli diffusi dal Dipartimento del commercio Usa e rilanciati dal Consorzio di tutela. "Nei primi due mesi di quest’anno è stato registrato un aumento del 27,5% in volumi e un +24,7 in prezzo unitario (dollari al chilo)". Una situazione che lascia spazio ad ulteriori incrementi quantitativi dell'export verso il mercato a stelle e strisce, visto il rialzo dei prezzi.“Un mercato, quello statunitense, che per il pecorino romano si conferma solido e con ulteriori possibilità di crescita” sottolinea Palitta.
Mercato Italia, vendite al galoppo nei discount: +41,7%
Ottime, in questi primi tre mesi dell’anno, le performance delle vendite di pecorino romano nei discount, secondo i dati di Nielsen - Retail measurement system elaborati da Ismea sulla Grande distribuzione organizzata in Italia, dove il tipico formaggio ha venduto il 45,9% in più in volume e il 41,7% in più in valore.Supermercati e ipermercati in calo: -3% in valore
Dopo i risultati positivi del 2019, la vendita del pecorino romano mostra una contrazione, in questi primi tre mesi del 2020, pari al -9,8% in volume e al -3% in valore totale.Il dato complessivo è il risultato del saldo fra le vendite a peso variabile in netto calo (ovvero il formaggio porzionato dagli addetti interni del supermercato e messo in vendita già pronto nei banchi frigo) e quelle a peso fisso in altrettanto netto aumento (il formaggio che arriva già porzionato e con identico peso nei banchi della Gdo).
La contrazione ha dunque caratterizzato le vendite a peso variabile, con un -12,3% in volume e un -5,7% in valore, mentre le vendite a peso fisso sono aumentate dell’11,8% in volume e del 16% in valore.
“Le vendite a peso variabile hanno inciso per l’87% circa sulle vendite complessive di pecorino romano in volume e in valore, con una contrazione che ha caratterizzato tutti e tre i mesi. Allo stesso tempo – spiega Palitta - l’aumento delle vendite a peso fisso è stato intenso a gennaio, con il +9,8% in volume e il +9,4% in valore, e soprattutto a marzo con il +36,1% in volume e il +40,5% in valore. Questi dati confermano la tendenza dei consumatori a scegliere prodotti di più facile conservazione, dovuta alla pandemia in corso”.
Italia, prezzi al consumo +6,5%
E’ infine interessante sottolineare l'aumento complessivo del +6,5% del prezzo medio (euro al chilo) del pecorino romano, dato complessivo di supermercati e discount. "Un incremento probabilmente dovuto alla decisione di alcuni grandi distributori di aumentare i prezzi medi al consumatore - si legge nella nota del Consorzio tutela - che hanno purtroppo approfittato della corsa agli acquisiti dovuta all’emergenza sanitaria".Coldiretti Sardegna: "Interventi di mercato anche per formaggi a minore stagionatura"
“Riteniamo importante la convocazione a stretto giro da parte del presidente Solinas di un tavolo tematico – dice il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu -. E’ necessario, in questo momento anomalo ma decisivo per l’annata, fermarsi e fare il punto. Dobbiamo innanzitutto tutelare e salvaguardare i formaggi a bassa stagionatura, che si stano ritagliando uno spazio nel mercato e adesso rischiano di uscirne indeboliti danneggiando soprattutto quei caseifici che più di tutti hanno investito nella diversificazione delle produzioni. Dall’altra abbiamo anche il dovere di contenere le produzioni e di conseguenza governare il mercato del pecorino romano che da un anno a questa parte conferma prestazioni positive”.Al momento la crescita delle produzioni di pecorino romano è ancora contenuta, anche se l’aumento di marzo potrebbe essere confermato anche ad aprile, visto che le condizioni sono le stesse. “L’unica variabile è rappresentata dalla minore produzione di latte dovuta alla siccità – sottolinea Coldretti Sardegna - Ma con i dovuti interventi potrebbero essere stabilizzate le produzioni”.
Coldiretti Sardegna, pur a fronte dell’intervento deciso dal Mipaaf, di acquistare in favore degli indigenti 14 milioni di euro di pecorino Dop per sostenerne il prezzo, propone una seconda forma di intervento pubblico, per il quale chiede l’intervento della Regione Sardegna.
“Proponiamo - spiega Battista Cualbu - lo stanziamento di 5 milioni di euro da parte della Regione a favore in questo caso dei formaggi a breve stagionatura e delle famiglie meno abbienti. Si tratterebbe di acquistare questi formaggi dai caseifici per donarli alle 120mila famiglie senza reddito”.
Questa misura riguarderebbe oltre 4 milioni di litri di latte e di circa 7mila quintali di formaggio sardo, più o meno 6 chili (due forme) per le 120mila famiglie senza reddito. Formaggio sardo consumato in Sardegna.