Non è un momento facile per la carne europea.
Ben lo sanno gli allevatori che vedono con preoccupazione la discesa dei prezzi di mercato dei loro animali.

Vale per i suini come per i bovini. È quanto emerge dalle rilevazioni di mercato che puntualmente la Commissione europea mette a disposizione degli operatori.
 

La carne bovina

Iniziamo dai bovini, dove soltanto per i vitelli si notano nell'ultima settimana di ottobre segnali di ripresa, in particolare per gli animali delle razze da latte.
Per tutte le altre tipologie, come i vitelli da carne e gli animali di oltre un anno di vita, i prezzi sono generalmente in calo.

Significativa per tutte le tipologie di animali vivi è la differenza degli attuali prezzi rispetto a quelli dello stesso periodo di un anno fa.
Un dato tendenziale, quest'ultimo, sul quale riflettere per cercarne le motivazioni.
 


C'è più carne

L'aumento della produzione potrebbe essere fra le cause di questa flessione dei prezzi.
Nei primi sette mesi del 2018, infatti, si registra un incremento del 2,3% nella produzione europea di carni bovine.

Un aumento sospinto in particolare dalla crescita delle macellazioni di vacche e giovenche, cresciute rispettivamente del 3,6% e del 7,7%.
Molti i paesi che hanno partecipato a questa crescita e fra questi anche l'Italia, dove la produzione di carni bovine è aumentata del 4% nel periodo compreso fra gennaio e luglio del 2018.
 


Export in flessione

Oltre alla produzione interna occorre guardare anche all'andamento delle esportazioni.

Scopriamo così che le esportazioni europee di carni bovine sono calate nel periodo tra gennaio e agosto 2018 di circa 12mila tonnellate, mentre al contempo sono aumentate le importazioni per circa 28mila tonnellate. Inevitabili gli effetti sui prezzi di mercato.
 


La carne suina

Non va meglio per il settore suino, dove l'andamento dei prezzi è persino peggiore rispetto a quello dei bovini.
A fine ottobre per tutte le categorie di suini la caduta dei prezzi oscilla intorno all'1%.

Preoccupante il dato tendenziale nel confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente, con una flessione dei prezzi che si aggira intorno all'8% ed è oltre il 20% nel caso dei suinetti.
Per ritrovare prezzi così bassi in Europa occorre andare indietro di oltre tre anni.
 


Crescita eccessiva

Anche in questo caso le ragioni della caduta dei prezzi possono essere ricondotte all'aumento della produzione, cresciuta del 2,4% nei primi mesi del 2018.

Una maggiore offerta di carni che non è stata assorbita dal consumo interno e che nemmeno ha potuto trovare sfogo nell'andamento delle esportazioni, rimaste praticamente stabili.
 

Compito difficile quello delle previsioni di mercato.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri della carne" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.
Le fonti non mancano e AgroNotizie le raccoglie per dare ai lettori gli strumenti per orientarsi.