Presentata lo scorso maggio, al 17esimo Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione di Cernobbio, la Coldiretti rilancia Filiera Italia, un nuovo modello per l'agroalimentare italiano. Un'alleanza tra la Coldiretti e i grandi marchi dell'agroalimentare, fra i quali ci sono (per ora) Cremonini, Cirio, Doria, Biraghi, Ferrero, Pomì-De Rica (Consorzio Casalasco del Pomodoro), Casillo.

L'obiettivo è favorire l'adozione e la diffusione di buone pratiche di filiera, che siano in grado di dare risposte al consumatore, all'industria alimentare, ma anche agli agricoltori, educando al made in Italy i consumatori e, allo stesso tempo, rilanciando l'origine della materia prima e l'italianità per sostenere l'export.

Proprio le esportazioni italiane stanno vivendo una fase costante di crescita. Nei primi otto mesi del 2018, evidenzia la Coldiretti, hanno segnato un incremento del 3,4% su base tendenziale. Si tratta di un ottimo risultato dopo il valore di 41,03 miliardi del 2017 che - sottolinea la Coldiretti - conferma le potenzialità del made in Italy a tavola per la ripresa economica ed occupazionale del paese. Per due terzi l'Italia esporta in Unione europea. Il principale partner è la Germania dove l'export cresce del 4,9%, mentre in Francia l'aumento è del 7,4%.
Più ridotto è l'aumento in Gran Bretagna (+1,3%), anche per gli effetti delle tensioni determinate dai negoziati sulla Brexit. In ripresa la Russia, con un aumento del 6% nonostante l'embargo all'ingresso per frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, pesce provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia e Australia.

Un'altra spinta all'export potrebbe appunto derivare dal grande patto agricoltura-industria stretto con Filiera Italia. E proprio da Cernobbio ColdirettiMcDonald's Italia e Inalca hanno annunciato la firma di un protocollo d'intesa a sostegno della filiera italiana della carne bovina sostenibile. L'accordo prevede il coinvolgimento di oltre 4mila allevatori in tre anni, con una prima fase di test a inizio 2019, che vedrà protagoniste 400 aziende.

L'obiettivo è favorire l'adozione e la diffusione di pratiche sostenibili e la formazione del personale impegnato nell'allevamento di bovini - uno dei settori più importanti del tessuto produttivo del paese - in termini di benessere animale, ambientale ed economico-sociale. Un progetto che coinvolge l'intera filiera, dagli allevatori alla trasformazione fino alla distribuzione nei 570 ristoranti McDonald's in Italia. 
A garantire il rispetto degli standard saranno l'Associazione italiana allevatori e il dipartimento Qualità agroalimentare, mentre è di derivazione europea il modello di condivisione dei big data, dalle pratiche agricole sostenibili alle conoscenze tecniche.
"Promuovere gli allevamenti italiani con progetti sostenibili e concreti - dichiara il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo - significa tutelare un patrimonio comune di tutta l'Italia".

"Abbiamo deciso di intraprendere questo percorso al fianco di Inalca e Coldiretti, realtà fondamentale per il settore agroalimentare italiano, per dare vita a un nuovo standard che dimostrasse in modo certificato l'altissimo livello degli allevamenti italiani da cui proviene il 100% della carne venduta nei nostri ristoranti", afferma Mario Federico, ad di McDonald's Italia.

"Un'industria di trasformazione leader del settore come la nostra - interviene Luigi Scordamaglia, ad di Inalca - ha un ruolo fondamentale da un lato per valorizzare al meglio il lavoro quotidiano di migliaia di allevatori e dall'altro per garantire gli alti standard di qualità e sicurezza che i milioni di consumatori che ogni giorno si rivolgono a McDonald's pretendono. Un'alleanza unica ed integrata, fondamentale per rilanciare insieme a degli attori unici come Coldiretti e McDonald's la filiera bovina nazionale".

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