Lievitano i prezzi dell'energia, soprattutto quelli del gas naturale. Un'impennata nei costi che sta mettendo in difficoltà molti settori, con le annunciate chiusure perfino di storici laboratori di vetro soffiato di Murano.

Anche l'agricoltura, ovviamente, sta patendo di tale bolla di prezzi, specialmente sul fronte della nutrizione. Abbiamo quindi chiesto un'opinione all'azoto, Re indiscusso delle rese in campo.

Caro azoto, tanto in atmosfera, ma poco nei magazzini degli agricoltori, visti i costi cui sono giunti certi fertilizzanti.
"Già, per somma ironia della sorte sono presente in atmosfera in ragione del 78%, contro il 21% del mio caro amico ossigeno. E pensi un po', il terzo gas presente sa qual è?"

No, onestamente così su due piedi non mi sovviene...
"Vede il vantaggio di stare a galleggiare per aria anziché avere i piedi per terra? Io a differenza di Lei so che il terzo gradino del podio è occupato da un gas addirittura nobile, cioè l'argon, presente in ragione dell'1%".

Interessante, ma il tema resta il medesimo: abbondante in atmosfera, ma limitante nel terreno. Per lo meno se si vuole alzare le produzioni agricole.
"E che vuole che ci faccia, sono un gas, mica un metallo come ferro, calcio o zinco. Loro per aria sono assenti, salvo essere abbondanti nel suolo. Ognuno si è scelto il proprio habitat in funzione delle proprie caratteristiche. Nel terreno sono ovviamente presente come gas nell'aria contenuta nei macropori del terreno, più una quota di me che si è legata ad altri elementi divenendo parte di molecole più complesse, come per esempio le proteine".

Infatti, dalle piante può essere assorbito prevalentemente in due forme.
"Esatto, o in forma ammoniacale o come nitrato. Ma il mio ciclo è molto più complesso di così. Nella composizione delle proteine mi ritrovo in compagnia di carbonio, idrogeno, ossigeno e zolfo, se poi aggiungiamo un posto a tavola e facciamo spazio all'amico fosforo possiamo addirittura realizzare gli acidi nucleici. Pensi, se Lei continua a essere uguale a se stesso è grazie anche a me che permetto l'esistenza del suo Dna".

Insomma, proprio uguale uguale non direi. A differenza di voi elementi chimici, noi organismi piano piano invecchiamo.
"E lo dice a me? Ho perso il conto degli organismi in cui sono stato. Batteri, virus, funghi, piante, alghe, vermi, insetti, uccelli, pesci, dinosauri e, sì, anche esseri umani".

Dinosauri?
"Certo, anche dinosauri. Son più di quattro miliardi di anni che mi aggiro sul Pianeta, mica penserà che i dinosauri fossero fatti di elio o di idrogeno eh?".

Beh, certo che no. Però anche sì: l'idrogeno ce lo avevano anche loro.
"Ora non stia a fare il puntiglioso. Certo che c'era anche l'idrogeno, se no come facevamo a stare lì, tutti insieme, noi altri elementi chimici? Sa com'è, siamo uniti da un certo legame...".

Ecco, ora fa anche lo spiritoso con le battutine sui legami covalenti.
"E che ci vuole fare, come ossido mi avete utilizzato perfino come gas esilarante e come anestetico. Farvi ridere è stata una delle mie attività più divertenti".

Sì, ma ora ci fa anche piangere, visti i prezzi cui sono giunti i fertilizzanti azotati.
"Ah, caro mio, lì mica è colpa mia. Se aveste investito di più in biotecnologie, oggi potreste avere magari piante coltivate capaci di estrarmi dall'atmosfera così come già fanno le leguminose. Invece voi no: duri e puri".

Non lo dica a me che ancora ci penso e mi vien male. Ma torniamo al Suo ruolo come fertilizzante. Ne è consapevole che ha rappresentato una svolta nella storia dell'Umanità?
"Certo che sì. Per miliardi di anni ho nutrito i vegetali facendomi assorbire per lo più come NO3 ed NH4. Ma grazie alla presenza di sostanza organica mi sono dato da fare anche in forma ureica, senza dimenticare quanto bene facciano alle piante gli amminoacidi. Del resto, la mia forma organica è quella maggiormente rappresentata nel terreno. Poi arrivarono due tedeschi e divenni un personaggio importante".

Si riferisce a Fritz Haber e Carl Bosch?
"Ah, guardi, io per i nomi ho una memoria pessima. So solo che quei tizi s’ingegnarono per cavarmi fuori dall'aria unendomi all'idrogeno per formare ammoniaca a livello industriale e da lì è partita la mia epopea come fertilizzante. Peccato oggi guardiate a me come a un flagello, dimenticandovi quanti di voi oggi esistono grazie al cibo che ho permesso di produrre nell'ultimo secolo".

Ne sono ben consapevole. Si stima che almeno due persone su cinque fra quelle attualmente in circolazione nel mondo occidentale debbano la propria esistenza a quella scoperta.
"Non saprei esattamente, ma se oggi producete circa dieci volte il grano che producevate fino a poco più di un secolo fa, buona parte la dovete proprio a me".

Concordo. Trovo che Lei abbia tutte le ragioni per sentirsi un po' gasato...
"Ora lo spiritoso lo fa Lei! Certo che sono gasato. Sono un gas già di mio! Però intanto ora siete un bel po' nelle peste per via dell'aumento dei prezzi. Sui social vedo già dei meme in cui al posto di gioielli e regali costosi gli agricoltori offrono alle loro amate dei sacchi di urea".

E meno male che alla fine riusciamo a buttarla in ridere, perché di fatto la situazione è tragica. Interi stabilimenti di produzione si sono addirittura dovuti fermare perché il costo del gas naturale era lievitato talmente da far produrre in perdita.
"E qualche speculazione non ce la vogliamo mettere? Pensi solo a quanto sono cresciuti i prezzi al consumo dei prodotti derivati dal grano... quello è raddoppiato, ma per le tasche dei cittadini gli aumenti di prezzo sono stati ben più che proporzionali".

Quelle sicuro. Ogni volta che un fattore di produzione aumenta, al prezzo finale viene sempre aggiunto qualcosa di più del semplice incremento dei costi.
"Intanto so che diversi stanno addirittura meditando di aspettare a seminare il grano, sperando che in primavera i costi dei fertilizzanti siano più umani. Ma non so se ciò convenga, perché nessuno può sapere oggi come saranno i prezzi di qui a 4-5 mesi. E se fossero ancor più aumentati?"

Ovviamente l'incertezza regna sovrana e gli agricoltori sono pressati dall'esigenza di seminare e coltivare, come pure da quella di fare bilancio.
"Esatto: del dimàn non v'è certezza, chi vuol seminare semini, magari incrociando le dita..."

Ma alternative ce ne sono?
"Guardi, le aziende zootecniche non credo abbiano poi molti problemi, vista l'elevata disponibilità di sostanza organica a disposizione. Come pure quelle bioenergetiche. Per tutti gli altri, invece, la vedo molto più dura. Pensi a un cerealicoltore siciliano: dove lo trova lui il letame? Mica si possono spedire navi cargo cariche di... sì, insomma, ci siamo capiti no?"

Ovvio che no. Quindi, che può dirci per concludere?
"Che per decenni mi avete idolatrato, usandomi anche a sproposito. Così mi avete fatto percepire come un mostro a sette teste da chi oggi non comprende di essere venuto al mondo grazie agli aumenti di cibo che io, sì, proprio io, ho reso possibili. Adesso attaccate col piagnisteo della crisi energetica e mi reclamate a gran voce perché vi manco. Speriamo che questa batosta dia una buona lezione a tutti quelli che s'illudono che ai tempi della pellagra si stesse meglio di oggi, quando si arava col bue e si gettava col forcone il poco letame prodotto in stalla. Per lo meno chi ce l'aveva, una stalla".

Vero. La memoria corta è quella che fa commettere all'umanità sempre gli stessi errori. Il problema è che coloro che oggi patiscono la crisi dell'azoto non sono gli stessi di cui parla Lei. Questi ultimi, i più bisognosi di lezioni, sono quelli che mangiano, mica quelli che producono.
"Se avessi le braccia le allargherei in segno di rassegnazione. Chissà, magari vedendo lievitare i prezzi nei supermercati anche loro capiranno che la decrescita non può mai essere felice? Ma ora scusi, c'è un leggero venticello e gli strati alti dell'atmosfera mi reclamano. Con un po' di fortuna potrei anche sperare di accendere di un bel blu un'aurora boreale. Del resto, tutti oggi giorno hanno un hobby...".

Gliene rendiamo atto e mentre lo vediamo allontanarsi verso l'infinito non ci resta che pensare a come sia stato possibile cacciarci in questa situazione, con un'Italia drammaticamente dipendente dall'estero per l'energia prima ancora che per il cibo. Una situazione in cui essere ostaggi diventa ogni giorno sempre più pericolosa.