Noto in passato per la sua attività sulla ticchiolatura del melo e sulla peronospora della patata, fluazinam ha recentemente ottenuto l’estensione di impiego anche sulla botrite della vite. Banjo, il formulato di Makhteshim Agan Italia a base di fluazinam, è andato così ad  arricchire un segmento particolarmente delicato, il quale richiede più di altri l'uso di prodotti a diverso meccanismo di azione.

Caratteristiche


Banjo è formulato come sospensione concentrata al 40,2% di fluazinam, pari a 500 g/l. Essendo classificato "Xi" può essere acquistato anche senza il possesso del patentino. Fluazinam agisce per contatto, legandosi saldamente alle cere dell'epidermide e offrendo una resistenza al dilavamento tra le più elevate tra i prodotti oggi presenti sul mercato, resistendo a piogge anche di 70-80 millimetri, come evidenziato in prove condotte sia su vite sia su melo.

Appartenendo alla famiglia chimica delle piridinammine, fluazinam mostra un'azione multi-sito che gli è valsa l'inserimento nel gruppo 29 del FRAC, cioè fra quelle sostanze attive classificate a rischio resistenza medio-basso.
Oltre che per la sua efficacia specifica su botrite, l'impiego di Banjo è quindi utile anche in un'ottica di gestione delle resistenze, un aspetto che su botrite della vite diventa strategico per l’impostazione di programmi su base annuale e pluriennale.

Dosi e modalità d'impiego


Su uva da vino Banjo va impiegato a dosi comprese fra i 100 e i 150 ml/hl, posizionando le applicazioni in una delle fasi dove è maggiore la suscettibilità della coltura verso la malattia, ovvero la fase di fine fioritura, o fase A, oppure in quella di pre-chiusura grappolo, o fase B, invaiatura, fase C, e a 28 giorni dalla raccolta, in fase D.
In situazioni normali sono sufficienti due trattamenti nelle fasi fenologiche in cui le condizioni sono maggiormente favorevoli alla malattia, come in periodi di elevata umidità relativa, piogge, grandinate, oppure in presenza di attacchi di oidio e di insetti che hanno aperto la via alla colonizzazione della botrite. Va considerato il fatto che sulle varietà a grappolo compatto è indispensabile un trattamento in fase di pre-chiusura grappolo per il migliore contenimento della patologia.
Nel caso di infezioni particolarmente gravi, è possibile alternare i trattamenti con prodotti dicarbossimmidici, come per esempio il procimidone.

 

Posizionamento di Banjo contro la botrite della vite

Non solo botrite


Banjo può essere impiegato anche sulle colture pomacee per il controllo della Ticchiolatura. La dose in questo caso è di di 100 ml/hl, da applicarsi nelle condizioni di maggiore pericolosità per la malattia. Gli interventi possono cioè iniziare dopo la ripresa vegetativa proseguendo poi a  intervalli di 6-10 giorni in funzione della piovosità, della pressione infettiva e della suscettibilità varietale. Dopo la fase di frutto noce e/o in periodi senza pioggie, l'intervallo tra i trattamenti può
essere ampliato a 12-14 giorni. Va ricordato come il numero massimo di trattamenti consentiti con fluazinam è di 3 per anno.
Contro l'Alternaria del melo la dose è di 70-100 ml/hl, con trattamenti da effettuarsi quando si verifichino le condizioni di maggiore predisposizione verso la malattia.
Banjo può essere infine applicato anche su patata per il controllo della peronospora. I trattamenti vanno posizionati in chiave preventiva, adottando la dose di 300-500 ml/ha, iniziando le applicazioni quando la coltura abbia raggiunto l'altezza di 10-15 cm. Le applicazioni vanno ripetute ogni 6-10 giorni, in funzione della piovosità.

Attenzione alle carenze


I trattamenti con Banjo vanno sospesi 28 giorni prima del raccolto su vite da vino, 60 su melo e solo 7 su patata.