In breve

  • Ultime tappe per la formazione del nuovo Governo, che vede salire al ministero dell'Agricoltura (perdendo la voce turismo) Teresa Bellanova.
  • Gli appelli delle organizzazioni agricole italiane per insediare a Bruxelles un italiano come commissario all'Agricoltura, che manca da cinquanta anni.
  • Non si fermano le polemiche sugli accordi commerciali che Bruxelles ha in progetto di siglare con il Canada (Ceta) e con alcuni paesi dell'America Latina (Mercosur).
  • Intanto il made in Italy soffre la concorrenza delle imitazioni e il Parmigiano Reggiano tenta la carta della giustizia per fermare le denominazioni che confondono i consumatori stranieri.
  • Pronta a partire la raccolta delle mele, ma sul mercato pesano le rimanenze della scorsa annata e per vedere salire i prezzi bisognerà attendere l'autunno.
  • La presenza della mosca dell'ulivo in alcune aree, come Alto Garda e Toscana, potrebbe compromettere la prossima stagione olearia. Ottime previsioni per la Sicilia.
  • In anticipo la vendemmia che si prevede inferiore a quella dello scorso anno. Ma l'Italia enologica resta stabilmente al primo posto, davanti a Francia e Spagna.
  • Riprendono quota le quotazioni dei suini, allontanando il pericolo di una crisi del settore. Invece è ancora in alto mare la soluzione della crisi per il latte ovino.
Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Roma e Bruxelles

A Bruxelles sono in attesa dell'indicazione italiana sul ruolo che dovrebbe essere ricoperto da un nostro rappresentante come commissario europeo.
Su questo tema in più occasioni chi ha responsabilità in campo agricolo ha voluto ricordare l'importanza dell'agricoltura coniugata in chiave europea e come in cinquanta anni mai questo ruolo sia andato all'Italia.

Facile pensare a Paolo De Castro, per la sua preparazione e competenza, come all'uomo giusto al posto giusto.
Che sia un italiano il prossimo commissario all'Agricoltura lo chiede a gran voce “Italia Oggi” del 31 agosto.
Il nome di De Castro lo fa nello stesso giorno “Avvenire” ricordando che per questo incarico sarebbe lui, con il suo "sterminato curriculum", il candidato ideale.
Difficile non essere d'accordo, anche se poi nella scelta dell'incarico e della persona sembrano prevalere altre priorità.

Intanto il nuovo Governo prende forma e sfogliando vari giornali e fra questi “Italia Oggi” del 4 settembre si nota come i temi dell'agricoltura restino confinati agli ultimi posti a dispetto della sua importanza nell'economia del paese per il cui bene tutti dicono di lavorare.
Quanto sia importante l'agroalimentare lo ricordano i numeri presentati il 4 settembre da “Il Sole 24 Ore”, dal quale risulta che l'Italia è al primo posto nella Ue per valore aggiunto.

Poi ecco la decisione: al dicastero Agricolo siederà Teresa Bellanova.
Il suo nome appare nella rosa dei ministri presentata il 5 settembre da tutti i quotidiani, che propongono un profilo della nuova squadra di Governo.
Ma l'ingresso della Bellanova è nella maggior parte dei casi relegato a poche righe di commento.
Giusto per ricordarne la sua vicinanza a Matteo Renzi e per i suoi trascorsi da sindacalista, attenta alla lotta al caporalato.

Per trovare qualcosa di più su Teresa Bellanova occorre sfogliare il "Quotidiano di Puglia" del 5 settembre, che al profilo della neoministro dedica un ampio servizio. Altri dettagli sulla "Gazzetta del Mezzogiorno" che descrive Bellanova come "pasionaria renziana, in prima linea nella lotta al caporalato".
Critica la posizione de "La Verità", che in questa nomina vede una soluzione dell'ultima ora, segno della scarsa attenzione ai temi dell'agricoltura, come pure del turismo, che ora passa di mano tornando ai Beni culturali.
 

Timori per il made in Italy

Torniamo a Bruxelles con “Italia Oggi” del 30 agosto, che conferma la decisione della Commissione europea di anticipare a metà ottobre il pagamento, sino al 70% del dovuto, degli aiuti diretti per sostenere le aziende agricole in difficoltà a causa della siccità e di situazioni climatiche avverse.
A proposito di sostegni comunitari è preoccupante il quadro presentato da "Il Fatto" del 5 settembre sulle numerose frodi ai danni delle casse europee.  Peggio di noi solo Spagna, Romania e Polonia.

E' una critica senza appello quella che “Libero” del primo settembre rivolge alle autorità comunitarie in merito ai trattati commerciali internazionali, Ceta (Canada) e Mercosur (America latina).
Per come sono articolati questi accordi, denuncia Libero, viene vanificata la tutela dei nostri prodotti tipici, citando la recente iniziativa del Consorzio del Parmigiano Reggiano per contrastare i prodotti di imitazione sui mercati esteri.
Il valore di queste imitazioni del Parmigiano Reggiano, ricorda “La Stampa” del 30 agosto, raggiunge quota 2 miliardi di euro nei soli mercati extra comunitari.

Di imitazioni del made in Italy si parla il 2 settembre su “Il Tempo”, in questo caso prendendo in esame le ripercussioni dell'inasprimento dei dazi statunitensi alle importazioni dalla Cina.
Il maggior costo dei prodotti importati, questa la tesi sostenuta da Il Tempo, potrebbe infatti tornare a vantaggio delle produzioni originali.
 

Tra mele e olivi

E' tempo di raccolta di mele e pere e “L'Arena” del primo settembre anticipa le previsioni di Assomela, che stima un ribasso del 3% della produzione rispetto allo scorso anno.
Sui prezzi potrebbe pesare lo smaltimento delle giacenze residue del 2018, ma il prezzo dovrebbe riprendere quota a partire da ottobre. Resta però l'incognita delle importazioni.

Tempo di previsioni anche per la prossima stagione olearia, che si presenta a due facce.
In Toscana, scrive “La Nazione” del 3 settembre, c'è chi teme un calo produttivo anche del 20% per i danni causati dalla presenza della mosca dell'ulivo.
Stesso problema per l'olivicoltura dell'Alto Garda, dove la presenza della mosca dell'olivo è segnalata il 4 settembre dal “Giornale di Brescia”.

Situazione opposta per l'olio siciliano, che si appresta a un deciso recupero rispetto alla difficile annata 2018. Dal “Giornale di Sicilia” del 31 agosto si apprende infatti che si stima un aumento della produzione di olive che in alcuni casi può raggiungere il più 60% e con caratteristiche qualitative ottime.
 

Vendemmia in anticipo

Proseguono le anticipazioni sull'esito della stagione vitivinicola e le notizie che giungono dall'Oltrepò pavese, riportate il primo settembre dal “Corriere della Sera”, non sono incoraggianti.
In questa area si produce oltre la metà di tutto il vino lombardo e si parla di una minore produzione di circa il 30%. La qualità, assicurano gli esperti, è però ottima.

In Francia, si legge su “Italia Oggi” del 3 settembre, la produzione di vino è prevista in calo.
Le cause andrebbero ricercate nelle gelate primaverili e nelle successive ondate di calore estivo.

Anche sulla vendemmia in Italia l'andamento climatico ha influito non poco e l'aumento delle temperature unito alla intensità delle precipitazioni, scrive “QN” del 4 settembre, sono alla base dell'anticipo sui tempi della raccolta delle uve.

Stando alle anticipazioni de “Il Sole 24 Ore” sull'esito della vendemmia non c'è da stare tranquilli. La produzione è infatti prevista in calo del 16%, per un totale di 46 milioni di ettolitri, un quantitativo che comunque ci pone davanti a Francia e Spagna.

Vendemmia in controtendenza in Toscana, dove ci si attende un aumento del 10%. Lo scrive il 5 settembre "Repubblica", avvertendo tuttavia che questo risultato potrebbe essere compromesso da eventi atmosferici negativi fra settembre e ottobre.
 

In stalla

Sul fronte zootecnico il “Giornale di Brescia” segnala la ripresa delle quotazioni dei suini, che interrompe una pesante stagione di crisi per il settore.
Altra notizia positiva per questo settore giunge dal Consorzio del prosciutto San Daniele, che dalle pagine del “Messaggero Veneto” del 3 settembre fa sapere di aver aumentato del 2% le esportazioni verso Canada e Giappone.

Nessuna schiarita sulla crisi del latte ovino e la “Nuova Sardegna” del 3 settembre denuncia le difficoltà nel rendere operativa Oilos, l'organizzazione interprofessionale per il latte sardo, che dovrebbe guidare il settore verso la ripresa.
Resta così lontana la possibilità di raggiungere per il prezzo del latte ovino il traguardo di un euro al litro.

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