Il 18 maggio scorso, Bayer CropScience ha invitato a Francoforte più di 100 fra i maggiori scienziati, rappresentanti dell’industria alimentare, politici, amministratori e rappresentanti dei media, provenienti sia dalla Germania che dall’estero. Le presentazioni tenute da relatori molto noti a livello internazionale si sono incentrate sulle grandi sfide globali della nostra epoca come la sovrappopolazione e i cambiamenti climatici e ne hanno esaminato le conseguenze: carenze di risorse naturali, riduzione delle scorte di acqua e cibo, e spostamento del flusso delle merci.
Nel suo discorso di apertura, il Dr. Rüdiger Scheitza, Membro del Consiglio Direttivo di Bayer CropScience AG, ha parlato del ruolo dell’agricoltura nella nostra società. “Un’agricoltura sostenibile produce alimenti e mangime di alta qualità, oltre a materie prime rinnovabili. Apporta anche un contributo significativo agli obiettivi ambientali come, ad esempio, la protezione del terreno e la qualità dell’acqua, preservando nel contempo la biodiversità ed il territorio. Tutto ciò fa dell’agricoltura un elemento importante nella nostra società,” ha sottolineato quindi Scheitza. Ha poi aggiunto: “Un impiego più intensivo delle moderne tecnologie in campo agricolo diventa essenziale se vogliamo allontanare le incombenti conseguenze della sovrappopolazione”. Un accento particolare è stato infine posto sulle opportunità di estrarre energie rinnovabili proprio dalle colture agrarie, utilizzate quindi non solo come fonte di cibo ma anche come alternativa alle fonti tradizionali quali i combustibili fossili. Un tema questo di estrema attualità, anche in considerazione dello sforzo compiuto dalla Comunità Europea per rientrare nei limiti di emissioni di anidride carbonica fissati dal Protocollo di Kyoto. L’agricoltura, e quindi tutte le attività ad essa correlate, assurgerebbero così a preziosa risorsa, di tipo strategico, con importanti valenze anche in campo ambientale e sociale.
Il Dr. Scheitza ha però palesato forti preoccupazioni sulle conseguenze della revisione della Direttiva UE 91/414 per la ricerca e lo sviluppo di sostanze attive nuove, sempre più richieste in considerazione dei crescenti fenomeni di resistenza, del prevalere di numerose malattie economicamente rilevanti per le colture agrarie ed in vista dei requisiti normativi sempre più rigidi, sollecitando i decisori politici a creare delle condizioni di base affidabili a favore di un lavoro di ricerca orientato al futuro e di successo.
Sovrappopolazione e siccità: una minaccia alla prosperità
Lester Brown, fondatore e Presidente del Earth Policy Institute di Washington, USA, ha affrontato il tema: “Le prospettive alimentari mondiali in rapida evoluzione”. Brown ha sottolineato le conseguenze globali della sovrappopolazione e ha messo in guardia i presenti in merito alla lotta per le risorse. Si prevede infatti che la popolazione mondiale crescerà di 3 miliardi entro il 2050: queste persone dovranno essere nutrite e necessiteranno di energia, il che peggiorerà ulteriormente la scarsità di cibo e acqua già largamente presente in vaste aree del mondo.
“Molti americani” ha enfatizzato Lester Brown “vedono nel terrorismo la principale minaccia mondiale, mentre il futuro dell’umanità è ben più a rischio per gli effetti che il calo nella disponibilità d’acqua e l’aumento della temperatura avranno sulla disponibilità di cibo. Inoltre la crescita della popolazione mondiale e lo sviluppo economico dei paesi emergenti (che non segue i modelli occidentali) contribuiscono ai grandi cambiamenti della disponibilità di risorse. Un chiaro esempio viene dalla Cina, divenuto di colpo il primo paese importatore di grano al mondo!”
L’UE promuove la scienza
Christian Patermann, Direttore nella Direzione Generale per la Ricerca della Commissione Europea a Bruxelles ha spiegato la strategia dell’Unione Europea sulla Bioeconomia basata sulla conoscenza (KBBE) e le diverse piattaforme tecnologiche. Patermann ha riunito sotto la voce “Bioeconomia” tutte le componenti coinvolte nella produzione o nella trasformazione delle risorse biologiche (sostenibili), come ad esempio l’agricoltura, l’industria alimentare, la pesca e la silvicoltura. Secondo Patermann, il fatturato annuo europeo della bioeconomia ammonta a circa 1.500 miliardi di euro. La sua presentazione si è incentrata sul ruolo della ricerca, in particolare in materia di biotecnologie, sia quelle applicate alla produzione di colture agrarie che quelle per la produzione di materie prime di tipo rinnovabile e quindi sostenibili nel lungo periodo. Patermann ha dimostrato come, in questo ambito, la scienza possa contribuire significativamente anche allo sviluppo economico, quindi all’occupazione, nel rispetto degli equilibri ambientali e sociali.
Il suo intervento lascia quindi sperare che nel prossimo futuro in Europa la ricerca venga finalmente incentivata e premiata come merita, al fine di produrre quelle innovazioni tecnologiche necessarie allo sviluppo sostenibile non solo del nostro continente ma del mondo nel suo complesso.
La comunicazione del rischio acquista una particolare rilevanza
Sulle differenze tra i rischi percepiti ed i rischi reali si è focalizzato l’intervento di David Ropeik, Direttore della Comunicazione del rischio alla “Harvard School of Public Health” di Boston, USA. La presentazione è stata infatti mirata sul delicato tema: “Il gap della percezione del rischio: perchè le nostre paure non coincidono con i fatti”. In questi tempi di progresso tecnologico senza precedenti molte persone credono che le nuove tecnologie rappresentino una minaccia per la salute e per l’ambiente.
Secondo Ropeik, il problema che deriva da questa percezione distorta del rischio é che potrebbe disgregare o addirittura impedire lo sviluppo e l’introduzione di nuove tecnologie che ci aiuterebbero a risolvere i problemi. Indiscutibilmente, la qualità dell’informazione messa a disposizione del cittadino non sempre soddisfa i criteri di obiettività e sovente si genera preoccupazione esagerata nei confronti di un problema relativamente piccolo oppure bassissima tensione verso minacce più serie.
Dopo un’attenta descrizione dei fattori che influenzano questo divario tra rischi percepiti e reali, Ropeik ha concluso sottolineando l’importanza di una corretta comunicazione del rischio, che sia aperta, obiettiva e affidabile, per cercare di ridurre al minimo questo GAP ed aprire la strada allo sviluppo di una vera e propria cultura della scienza, grazie alla quale ogni cittadino venga messo in grado di decidere in modo consapevole e informato circa le strade da seguire in termini di progresso tecnologico
Valutare i rischi e sfruttare le opportunità relative alle nuove tecnologie
Gli scienziati di Bayer CropScience hanno presentato degli esempi di attenzione responsabile verso l’ambiente e delle misure protettive verso la fauna selvatica. Il loro lavoro ha consentito pertanto lo sviluppo di nuove formulazioni e metodi applicativi tali da migliorare l’efficacia e la compatibilità ambientale dei nuovi agrofarmaci. Le moderne tecnologie rappresentano infatti un contributo cruciale nel rendere ancora più sicuri gli agrofarmaci, sia per gli utilizzatori che per i consumatori finali. Questi sviluppi, che sono un esempio della grande capacità innovativa di Bayer, hanno anche portato ad affrontare i problemi da nuovi punti di vista che sono stati approfonditi nella discussione successiva.
Molti dei partecipanti hanno infine colto l’occasione per porre domande a tutti i relatori e per illustrare le loro posizioni personali.
Dando appuntamento ai partecipanti al prossimo Science Forum, Bayer CropScience ha ribadito il proprio impegno a sostenere un dibattito aperto sul ruolo della scienza nella nostra società per vincere le sfide del futuro.
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Fonte: Agronotizie