I fatti sono noti. Quote latte e multe vedono da una parte il ministro dell'Agricoltura, Giancarlo Galan, contrario ad un rinvio nel pagamento delle rate scadute il 30 giugno, dall'altra l'emendamento alla “Finanziaria” che prevede la sospensione per quelle stesse rate sino al 31 dicembre. L'emendamento reca la firma del senatore Antonio Azzollini e raccoglie la “promessa” fatta agli allevatori che protestavano di fronte alla sede della regione Lombardia. Promessa che valse a togliere l'assedio dei trattori, ma che oggi crea più di un imbarazzo. Il perché lo dice senza giri di parole la lettera che il Commissario europeo all'Agricoltura, Dacian Ciolos, ha inviato a questo proposito al nostro ministro Galan. “Il diritto Ue – si legge in questa lettera - impone all'Italia di assicurare l'effettiva riscossione dei prelievi sulle eccedenze dovuti dai produttori di latte. Se l'emendamento dovesse essere adottato - conclude Ciolos - la Commissione sarebbe costretta ad avviare la procedura appropriata ai sensi del trattato.” Insomma, o gli allevatori pagano ora quanto dovuto o ci sarà un taglio delle erogazioni che la Ue destina all'Italia, così funziona il meccanismo, efficiente, delle multe comunitarie. Forte del parere espresso da Ciolos, il ministro Galan si è recato lunedì 12 luglio a Bruxelles per la prevista riunione del Consiglio dei ministri agricoli con la consapevolezza di avere assunto una posizione corretta. E da Bruxelles ha ribadito il suo convinto no al rinvio delle multe. “Sono oggi qui – ha detto Galan – per dare una sensazione di serietà alla presenza italiana in Europa, mentre là viene difeso un piccolo manipolo di trasgressori.” A chi gli chiedeva se si sarebbe dimesso ha prontamente risposto “si dimetta chi causa multe e sanzioni europee al nostro Paese.” Per poi aggiungere “Spero che la maggioranza di Governo abbia un minimo di dignità e tenga conto del monito del Commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos.”
Levata di scudi
A sostegno della propria posizione il ministro Galan trova alleati anche in Italia, con il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, che ha minacciato di utilizzare ogni risorsa lecita per far restituire i soldi a tutti quegli allevatori che in questi anni si sono indebitati per pagare multe e acquistare quote. Per Giuseppe Politi, presidente di Cia, l'emendamento è solo “un colpo di mano per favorire i furbi e mortificare gli allevatori onesti”. Per Confagricoltura si tratta di “un atto di forza per favorire pochi allevatori”. Levata di scudi contro il rinvio delle multe arriva anche dal mondo della cooperazione agricola e da quello dell'associazionismo. Un coro di proteste che se fosse montato nel 1984, quando la Ue ci impose il regime delle quote latte, avrebbe evitato che alla zootecnia italiana fosse imposto il vincolo di produrre solo la metà, o poco più, del latte consumato in Italia. Ma si sa, con il senno di poi, tutti sanno fare i maestri. Inutile allora recriminare. Meglio affrontare l'oggi, aspettando che sia detta l'ultima parola sull'emendamento Azzollini, decisione finale che spetta all'Aula del Senato e che conosceremo solo nei prossimi giorni.
Aggiornamento al 15 luglio:
Non è stato ritirato l'emendamento Azzollini alla Finanziaria, ma solo modificato da "sospensione" a "proroga" il termine con il quale si stabilisce che le multe per il latte, scadute il 30 giugno, si potranno pagare il 31 dicembre.
Ora che la Finanziaria è stata approvata dal Senato (con il ricorso alla fiducia, che ha raccolto 170 voti a favore e 136 contrari), il provvedimento passa alla Camera, dove non ci si aspettano modifiche. Il problema delle multe, però, non è risolto ma solo rimandato.