In questi giorni è in corso il lancio di Cryptolaemus montrouzieri, una coccinella, con l'obiettivo di controllare cocciniglie farinose che nel 2018 hanno creato ai produttori gravi problemi, fino alla compromissione del raccolto. AgroNotizie è andata sul campo, a Fabbrico, nel reggiano, per assistere alle operazioni, simbolicamente affidate a un gruppo di bambini.
"A luglio dello scorso anno - ha raccontato al nostro microfono Matteo Mora, agronomo di Cantine Riunite & Civ - ci siamo accorti della presenza di Planococcus ficus (la comune cocciniglia delle vite) e della contemporanea presenza aggressiva di Pseudococcus comstocki (sempre una cocciniglia, ma di origine esotica). Pseudococcus era già stato avvistato in passato ma non aveva mai creato problemi reali. L'anno scorso invece l'infestazione era preoccupante, abbiamo quindi provveduto al lancio di coccinelle, in soccorso ad altri metodi tradizionali. Finita l'emergenza abbiamo deciso di imboccare la strada della lotta biologica e ci siamo preparati fin dall'inverno".
Per contrastare le cocciniglie farinose, il pool di agronomi di Cantine Riunite e Civ ha impostato un lavoro di formazione con i soci fin dal tempo della potatura: "Il lavoro più importante è stato fatto fra l'autunno e l'inverno" ha continuato ancora Mora.
"I soci interessati dal problema sono oltre 400, per una superficie di 1.800 ettari appunto. Abbiamo chiesto ad ogni agricoltore di fare da sentinella per preparare il lavoro di monitoraggio. Abbiamo insegnato loro come riconoscere i focolai, la corteccia è nera per via delle fumaggini, in periodo di potatura i focolai sono ben visibili per via del cotone bianco e poi c'è la questione formiche: bisogna tenerle sotto controllo. Sono l'esercito delle cocciniglie, amano la melata che producono e quindi le allevano. Una volta segnati gli alberi focolai, per noi agronomi è stato più semplice attuare il monitoraggio. Gli antagonisti naturali delle cocciniglie sono stati poi ordinati per tempo. Con gli agricoltori abbiamo fatto anche un lavoro di coordinamento e di formazione per quanto riguarda il rispetto dell'antagonista e del suo ambiente".
Nel maggio scorso gli agricoltori hanno lanciato 1 milione e 800mila esemplari di Anagyrus pseudococci, un parassitoide che depone le uova dentro le cocciniglie. Ora, a luglio, saranno mano a mano lanciate 35mila coccinelle che si nutrono invece delle cocciniglie. "Uno dei risultati di cui vado più fiero - ha raccontato ancora l'agronomo - è che ora i viticoltori coinvolti sono diventati molto sensibili al tema trattamenti. Prima di trattare per qualsiasi avversità si preoccupano degli eventuali effetti che il trattamento previsto potrebbe avere sugli insetti utili. Si è ottenuta quindi una sensibilizzazione. Tutta la difesa è ora più rispettosa, per esempio si lasciano filari inerbiti perché l'imenottero lanciato a maggio ha bisogno dei fiori per nutrirsi".
Se la strategia di esclusiva lotta biologica avrà funzionato lo si saprà solo a vendemmia ultimata: "L'obiettivo è proprio quello del controllo di cocciniglia solo con la lotta biologica. Lo scorso anno siamo partiti in ritardo ma i dati sono confortanti. Ad oggi non possiamo prevedere come andrà ma ci sono buone speranze".