Più verde dei Verdi, verrebbe da dire.
La prima "Rivoluzione Verde" prese piede negli Anni 60 ed era la riposta alla crescente domanda di cibo mondiale. L'agricoltura intensiva che ne nacque, però, portò con sé anche un lato della medaglia negativo: monocoltura spinta con uso massiccio di fertilizzanti chimici e la conseguente riduzione del contenuto di sostanza organica dei suoli. Altrettanto massiccio l'uso di agrofarmaci. E quelli portavano nomi che oggi sono stati per lo più cancellati dalla ricerca e dallo sviluppo di nuove sostanze attive.

Oggi il mondo sta marciando verso una popolazione di nove miliardi di persone e deve quindi dare la via a una seconda "Green Revolution", questa volta però facendo i passi corretti. Soprattutto, facendoli lunghi quanto le nostre gambe.
Si chiama sostenibilità, baby.

Un approccio "olistico", cioè omnicomprensivo, è quindi necessario per garantire la sicurezza alimentare globale, offrendo soluzioni innovative che siano sostenibili, riducendo al minimo l'impatto ambientale delle attività agricole.
Liam Condon, amministratore delegato di Bayer CropScience, non ha dubbi: "Ciò di cui abbiamo bisogno è un incremento della produttività in agricoltura che sia 'verde', più sostenibile e compatibile con l'ambiente. Abbiamo bisogno di niente di meno che una rivoluzione verde in agricoltura".
Sottolineando la necessità di una più stretta collaborazione tra i diversi soggetti interessati, Bayer CropScience propone quindi un piano sviluapato su cinque differenti punti:
 
1. investimenti per l'innovazione strategica
2. potenziamento degli agricoltori in tutto il mondo
3. una maggiore attenzione clima intelligenti soluzioni
4. una migliore alimentazione
.5 partenariati migliori.

La "Rivoluzione Verde" secondo Norman Borlaug

Il termine "Rivoluzione Verde" è stato coniato nel 1960 per una serie di importanti investimenti e sviluppi della ricerca agricola e nella tecnologia, i quali hanno portato a un aumento significativo della produzione agricola in tutto il mondo.
Gli esempi più evidenti riguardano nuove varietà ad alto rendimento di cereali e semi ibridi, come pure le soluzioni per la protezione chimica delle colture, i fertilizzanti chimici. Ma la rivoluzione toccò anche i metodi di irrigazione e comportò un ammodernamento dei macchinari e delle tecniche di gestione dei suoli.
Nobel per la pace, Norman Borlaug (1914-2009) è comunemente conosciuto come il "padre della Rivoluzione Verde", alla quale va riconosciuto il merito di aver salvato milioni di persone dalla fame e dalla miseria.
Nel 2008, Bayer CropScience ha sollevato l'esigenza di una seconda Rivoluzione Verde, irrinunciabile per fronteggiare la crisi alimentare internazionale. Un risultato che diviene possibile solo aumentando notevolmente la produttività agricola, ma questa volta nel rispetto dell'ambiente e dell'equità sociale.


Bayer Cropscience crede in una nuova "Riviluzione Verde"