Nel settore delle produzioni vegetali è possibile realizzare sistemi di protezione che consentono di limitare l’influenza del fattore ”ambiente” sulla coltivazione.
I sistemi di protezione delle piante vanno dalle barriere antivento alle coperture di film plastico, alle serre vere e proprie con coperture in vetro o in materiale plastico. Lo sviluppo dei sistemi di protezione e la loro diffusione è sicuramente legato all’avvento dei materiali plastici.
La scelta dei mezzi di forzatura o difesa delle piante dipende sia dalle esigenze delle stesse sia dall’entità dei fattori climatici che si vogliono contrastare.
In Italia il condizionamento riguarda circa il 30% delle serre e considera come fattori principali da controllare la temperatura, l’umidità, il contenuto d’anidride carbonica dell’aria, la temperatura del terreno, l’intensità e durata della luce. L’interazione di questi fattori regola il processo fotosintetico delle piante.
Negli impianti più moderni, l’attuazione delle operazioni connesse con il condizionamento è affidata al computer, con notevoli vantaggi dal punto di vista gestionale.

In linea generale una serra consente di aumentare di molte volte il valore della produzione ottenibile per unità di superficie nel corso di un anno.

I fattori da considerare per la realizzazione di un insediamento serricolo sono i seguenti:

a) condizioni climatiche del luogo, compresa la frequenza degli eventi meteorologici che determinano il tipo di struttura di protezione da realizzare;

b) giacitura del terreno, che determina la forma della serra;

c) esigenze ambientali delle colture che determinano il livello di condizionamento richiesto;

d) caratteristiche e composizione del terreno (per colture a terra);

e) disponibilità di acqua, energia elettrica e gas;

f) disponibilità di manodopera che influisce sulle scelte colturali e sul grado di automazione;

g) distanza dalle reti di comunicazione e dai mercati.

L’impiantistica e gli accessori presenti in serra per il condizionamento si occupano principalmente di:
a) riscaldamento;
b) ventilazione;
c) irrigazione;
d) illuminazione;
e) ombreggiamento.

Il problema delle serre è essenzialmente energetico in quanto, è questa la voce che incide maggiormente nel costo di produzione delle colture in serra. Circa il 20-30% delle serre italiane sono dotate d’impianti di riscaldamento. Si calcola che per la sola climatizzazione il consumo diretto di energia si aggira sull’ordine di 140.000 TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio), pari a circa il 95% dell’energia globalmente necessaria alla produzione, con una incidenza sul costo totale di produzione del 20-30%.
Per i consumi energetici indiretti, relativi ai materiali di struttura e copertura, si stima che in ogni m2 di plastica e di vetro siano incorporati rispettivamente circa 10-12.000 Kcal e 80.000 Kcal. Per le colture protette in Italia, ogni anno, si consumano circa 80.000 tonnellate di plastica; pertanto notevoli sono i problemi legati al materiale di scarto di questo tipo. Si osserva in ogni modo che l’impiego di materiali plastici a lunga durata è poco diffuso a causa del loro costo elevato. Normalmente gli obiettivi perseguiti per una razionale gestione energetica della serra sono quelli legati da un lato alla massimizzazione dell’apporto di energia e dall’altro alla limitazione di perdita di energia.
Tuttavia l’interazione dei fattori che condizionano la progettazione e l’utilizzazione della serra (clima esterno locale, esposizione, pendenza del terreno, altimetria, ventosità, tipo di serra e materiale strutturale impiegato, specie vegetale coltivata, ecc) influenzano enormemente il bilancio energetico.
Ed è per tale motivo che l’attenzione della ricerca e della sperimentazione si rivolge necessariamente sia verso una tipologia di serra a climatizzazione passiva o spontanea (serra ”bio-climatica”), sia verso soluzioni di tipo industriale che si avvalgono di sistemi ”automatici”, in cui l’installazione di sistemi di rilevamento e regolazione consentono l’ottimizzazione del clima interno.

Caratteristiche costruttive delle serre

Le strutture di serre per l’orticoltura e per la floricoltura maggiormente utilizzate sono dette ”a padiglione” con pareti verticali e tetto a falde piane e possono essere a navata semplice o multipla. Le serre si differenziano secondo le modalità costruttive e i materiali utilizzati; questi ultimi vanno distinti in relazione alla funzione che può essere rispettivamente:
a) per la realizzazione della struttura portante;
b) per il sostegno del materiale di copertura;
c) per la copertura.

Le principali caratteristiche delle serre più diffuse e di tecnologia più recente sono:

a) struttura portante in ferro zincato con copertura in vetro;
b) altezza alla gronda 2-2,5 m;
c) altezza al colmo 3-3,5 m;
d) presenza di aperture con finestre o sportelli di ventilazione sia sulle fiancate sia sul colmo della serra a controllo automatico;
e) impianto di riscaldamento, normalmente costituito da generatori d’aria calda alimentati a gasolio o a gas, sospesi alla struttura portante della serra.

L’adozione di questo tipo di serra si è registrata soprattutto tra i giovani imprenditori, più attenti ad accogliere le innovazioni seguendo criteri che rispondono alle esigenze:
a) di avere una maggiore ventilazione o aerazione e un conseguente minore ristagno di umidità;
b) di migliorare le condizioni di lavoro, avvalendosi di mezzi meccanici e automatismi vari;
c) di diminuire gli oneri di manutenzione;
e) di attuare risparmi energetici e di utilizzare fonti alternative di energia (pannelli solari).

Per informazioni: PROF.i srl - agronomia@fertirrigazione.it  - www.fertirrigazione.it