L'Italia ha affrontato la minaccia Covid-19 in ordine sparso, con Stato, regioni e comuni che hanno preso decisioni diverse su medesimi temi. E anche rispetto al nodo stagionali sembra che l'approccio sia 'ognuno per sé'. Già, perché se nei campi mancano 270-350mila braccianti per raccogliere frutta e verdura, organizzazioni professionali, enti pubblici e aziende private stanno lanciando in autonomia strumenti digitali per fare incontrare domanda e offerta.

Piattaforme che avrebbero come obiettivo quello di semplificare l'assunzione di stagionali, ma che così numerose rischiano di complicare il processo di collocamento.

Ad oggi infatti abbiamo contato diverse iniziative che hanno il medesimo obiettivo: far trovare alle aziende agricole braccianti per la stagione in corso. La prima ad essersi mossa è stata Confagricoltura con Agrijob, un portale autorizzato dal ministero del Lavoro. Aziende e lavoratori devono compilare un form e vengono poi contattati dalle sedi territoriali per il matching tra domanda e offerta.

L'altre grande piattaforma è Jobincountry, promossa dalla Coldiretti. Anche in questo caso si tratta di un portale, autorizzato dal ministero del Lavoro, per fare incontrare domanda e offerta su base locale. Jobincountry era partito con un test pilota in Veneto, dove ha raccolto buoni risultati.


Nella prima settimana sono arrivate ben "1.500 offerte di lavoro di italiani con le più diverse esperienze, dagli studenti universitari ai pensionati fino ai cassaintegrati, ma non mancano neppure operai, blogger, responsabili marketing, laureati in storia dell'arte e tanti addetti del settore turistico, in crisi secondo l'Istat, desiderosi di dare una mano agli agricoltori in difficoltà e salvare i raccolti", viene spiegato in un comunicato. "Il 60% ha fra i venti e i trenta anni di età, il 30% ha fra i quaranta e i sessanta anni e infine uno su dieci (10%) ha più di sessanta anni".

Il Veneto si dimostra essere una delle regioni più dinamiche sotto questo punto di vista. È nata a Verona infatti Incontralavoro agricoltura, la piattaforma creata dall'ente strumentale Veneto lavoro, che attraverso i suoi trentanove Centri per l'impiego fa da tramite tra le aziende agricole e disoccupati, cassintegrati, studenti e pensionati.

Lavoro per te è invece il portale della Regione Emilia Romagna, realizzato in collaborazione con le province e i Centri per l’impiego che fanno capo all'Agenzia regionale del lavoro, per aiutare le aziende agricole emiliano-romagnole nella ricerca e reclutamento di mano d'opera stagionale.

Regione Lombardia invece intende sfruttare i Centri per l'impiego per raccogliere le adesioni di disoccupati, studenti e pensionati. Candidature che verranno poi girate alle organizzazioni professionali (Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, etc.) che smisteranno tra le aziende aderenti i curricula.
 

Una selva di portali per la ricerca di lavoro

A queste piattaforme, che sono solo uno spaccato di quelle che stanno nascendo dietro iniziativa di organizzazioni professionali ed enti locali, si devono poi aggiungere le Agenzie per il lavoro interinale, quelle società cioè che da anni mettono in contatto le aziende e i lavoratori, anche nel settore agricolo.

A completare il quadro c'è il Mipaaf, che dovrebbe intervenire per armonizzare il tutto, se non addirittura per promuovere una propria piattaforma. "Per agevolare il reperimento della manodopera in agricoltura stiamo pensando a una lista di iscrizione virtuale per chiunque voglia proporsi sul lavoro, che potrebbe essere gestita da noi e condivisa con il ministero del Lavoro, le regioni, i Centri per l'impiego e le organizzazioni agricole", ha dichiarato infatti la ministra Teresa Bellanova.
 

E durante una audizione alla Camera la ministra, sempre parlando della mancanza di manodopera, ha sottolineato che "il mio impegno segue tre direttrici: agevolazione dei rientri in Italia e proroghe dei permessi degli immigrati; lotta al caporalato anche mediante la regolarizzazione; facilitazione delle assunzioni di lavoratori al momento inoccupati".