L'emergenza in corso causata dal coronavirus, con le relative misure di contenimento e restrizioni, sta causando "rilevanti difficoltà per il settore primario, sia in termini di mancato raccolto dei prodotti stagionali, sia per l'assenza dell'importante canale distributivo al dettaglio, dell'Horeca e delle vendite dirette, che rappresenta un ambito fondamentale nei rapporti commerciali delle medie e piccole imprese, fulcro del sistema produttivo agricolo ed agroindustriale veneto".

A renderlo noto è stato il decreto con cui il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha dichiarato lo stato di crisi per il settore primario regionale. Firmato il 2 aprile 2020 e ratificato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale, il provvedimento motiva la richiesta di 'stato di crisi' con la necessità di "limitare con tempestività gli impatti economici, sociali ed ambientali che l'emergenza del Covid-19 ha arrecato e continua ad arrecare al settore primario".


Formazione a distanza per il Psr 2014-2020

La Giunta regionale ha autorizzato le modalità di formazione a distanza per i corsi ancora aperti o legati agli ultimi progetti formativi del Psr 2014-2020 ancora in fase di attuazione. Si tratta dei corsi di formazione rivolti agli imprenditori agricoli e ai nuovi giovani agricoltori, dei corsi proposti dai Gruppi operativi o dai Gal, nonché dei corsi di formazione realizzati da Veneto agricoltura per i consulenti del Psr.

E' Avepa, l'Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura, a verificare il rispetto delle condizioni previste per le attività online degli organismi di formazione, delle quali si potranno avvalere i corsisti, sia in forma individuale sia di gruppo, e ad accertare l'assolvimento degli impegni formativi.


Giuseppe Pan: "Liquidità per le imprese del primario"

"In questa fase di emergenza e di crisi di liquidità - spiega l'assessore regionale all'Agricoltura Giuseppe Pan - anche la regione deve fare la propria parte, in modo complementare alle misure statali. La Giunta, dopo aver concesso una moratoria per i finanziamenti erogati e le garanzie concesse da Veneto sviluppo Spa al fine di far fronte alle temporanee carenze di liquidità delle imprese, ora interviene sul fondo regionale di riassicurazione, istituito presso Veneto sviluppo, con l'obiettivo di facilitare l'accesso al credito da parte delle imprese agricole venete rafforzando il ruolo dei Confidi nell'azione di affiancamento delle Piccole e medie imprese (Pmi) nel dialogo con il sistema bancario".

Su proposta dell'assessore la Giunta regionale rafforza infatti l'ombrello delle garanzie pubbliche alle imprese del settore primario per facilitare l'accesso al credito. L'intervento, già condiviso con i componenti del Tavolo verde regionale e ora all'esame del Consiglio regionale per il parere di competenza, modifica le modalità di utilizzo del fondo regionale di garanzia, istituito presso la finanziaria regionale Veneto sviluppo Spa.
 
Il nuovo provvedimento propone di elevare per le operazioni di riassicurazione, a valere sul fondo regionale di garanzia sezione speciale per il settore primario e a partire dal 17 marzo 2020, la percentuale di copertura del fondo al 90% dell'importo garantito dal Confidi e di raddoppiare il Cap di rischio (quanto materialmente accantonato in termini di cassa per supportare le garanzie emesse), portandolo al 12% per le linee di intervento previste per le Pmi agricole: sostegno a breve termine; sostegno ad operazioni di finanziamento e di rifinanziamento; sostegno al credito ipotecario. Il fondo di riassicurazione regionale per il Confidi per gli interventi rivolti al settore primario attualmente ha una disponibilità finanziaria di 2 milioni.
 
Inoltre, si prevede di abolire il contributo mutualistico a carico dei Confidi e di applicare nella gestione dell'intervento regionale di riassicurazione i requisiti di ammissibilità e le procedure di attivazione, escussione e recupero, nonché le fattispecie di decadenza e inefficacia della riassicurazione e di revoca dell'agevolazione all'impresa adottate dal fondo centrale di garanzia per le Pmi.
 
"Potenziare e semplificare l'accesso alle garanzie, modificando la percentuale di condivisione del rischio significa facilitare la concessione immediata di crediti alle imprese da parte degli istituti bancari" commenta Pan.


L'intermediazione tra domanda e offerta per i lavoratori stagionali

Prende forma anche il progetto veneto per impiegare nei campi, in via provvisoria e sperimentale, disoccupati e cassaintegrati. La finalità è consentire alle aziende del primario di utilizzare i servizi di incontro domanda/offerta dei Centri per l'impiego per incrociare la disponibilità dei lavoratori in cerca di occupazione con le esigenze delle imprese a corto di manodopera stagionale per la raccolta di fragole ed asparagi e per le lavorazioni di primavera.
 
"Veneto lavoro, che gestisce i trentanove centri per l'impiego attivi nel territorio regionale e il portale ClicLavoro Veneto - dichiara l'assessore Pan - si è resa disponibile a raccogliere le domande delle imprese in via informatica e ad effettuare una pre-selezione per profili, attitudini e disponibilità tra i disoccupati presenti nel sistema. Saranno poi gli enti bilaterali, le associazioni di categoria o gli enti agricoli abilitati ai servizi per l'impiego e le imprese a svolgere l'intermediazione diretta".
 
"Se le verifiche in corso con le rappresentanze sindacali e il dipartimento regionale di Prevenzione per la sicurezza nei luoghi di lavoro daranno un esito positivo - conclude Giuseppe Pan - potremmo dare avvio a questa forma snella e facilitata di incontro diretto tra domanda e offerta di lavoro già dopo Pasqua, forse a partire dal 14 aprile. Stiamo lavorando per reperire almeno un migliaio di lavoratori nelle serre e nei campi con forme di contratto temporaneo, da retribuire con i voucher o come prestazione occasionale".