Tra esattamente sette mesi a Dubai, metropoli degli Emirati Arabi Uniti, prenderà avvio Expo 2020. Si tratta della prima edizione dell'esposizione universale che si tiene nel mondo arabo, ma è anche la prima a fare i conti con una pandemia globale. A cinque anni da Expo 2015, che ha simboleggiato per Milano un successo senza precedenti, l'evento internazionale rischia di essere un flop (economico e di immagine) per la monarchia del Golfo.

Il 20 ottobre 2020 aprirà i battenti a Dubai una vera e propria cittadella che dovrebbe attirare visitatori da tutto il mondo. Sono 190 i paesi che hanno aderito all'iniziativa e che avranno il proprio padiglione in un'area desertica in cui dal nulla è nata una vera e propria città, con tanto di lago artificiale.

'Connettere le menti, creare il futuro' è il tema scelto per l'edizione 2020 dell'esposizione universale. Un tema ampio, che si concretizzerà in tre sotto-temi: opportunità, mobilità e sostenibilità. Opportunità di dare una risposta alle sfide moderne, collaborando e innovando assieme. Mobilità intesa come il futuro del trasporto di merci e persone. E infine sostenibilità, il grande tema legato all'agricoltura, in cui si parlerà di cibo, di acqua, di energia, con un focus sui cambiamenti climatici.
 

Il ruolo dell'Italia ad Expo 2020

Da potenza economica globale (anche se in affanno) l'Italia non poteva mancare a Dubai2020 e sarà infatti presente con il suo padiglione. Una struttura che per bocca di Paolo Glisenti, commissario generale per l'Italia ad Expo 2020, simboleggerà il concetto di sostenibilità, economia circolare e collaborazione.

Con lo slogan la 'Bellezza unisce le persone' si vuole affermare quella "capacità italiana, forse unica al mondo, di integrare in maniera molto armonica competenze diverse, territori, dimensioni d'impresa legandole ad un elemento forte che è la creatività", ha raccontato Glisenti all'Ansa, mettendo l'accento sul fatto che la "creatività è ormai diventata uno dei propulsori più forti dello sviluppo della competizione internazionale e anche del successo del made in Italy nel mondo".
 

L'agroalimentare italiano ad Expo 2020

Nessuno sa che cosa accadrà da qui ai prossimi mesi. L'emergenza coronavirus potrebbe rientrare e allora Expo Dubai sarà l'occasione per il rilancio. Oppure la pandemia potrebbe protrarsi, e allora il rischio concreto è che l'esposizione vada deserta.

Le nostre imprese tuttavia stanno lavorando per partecipare, nella speranza che a ottobre Covid-19 non sia più una minaccia. A gennaio ad esempio l'Accademia italiana del tartufo (Ait) e l'Associazione italiana sommelier (Ais) hanno firmato un patto per promuovere e valorizzare il vino e il tartufo, alfieri del made in Italy nel mondo, durante Expo 2020.

A Dubai saranno presenti anche molte aziende, che faranno assaggiare ai partecipanti le eccellenze del made In Italy, e i progetti coinvolti in Prima, un grande progetto di ricerca che coinvolge diciannove paesi del Mediterraneo e che ha come focus l'innovazione nel settore della gestione idrica e dell'agricoltura.

"Il contributo del segretariato italiano di Prima alla nostra partecipazione a Expo Dubai sarà fondamentale per presentare l'innovazione nel settore agrifood e, in particolare, le opportunità offerte dall'agricoltura di precisione ad un processo di sviluppo realmente sostenibile", ha dichiarato Paolo Glisenti. "L'Italia, in questo modo, avrà a Expo Dubai un ruolo di guida e di coordinamento euro-mediterraneo di grande importanza e significato".