Preoccupa il basso livello delle acque nei grandi laghi del Nord e la portata del Po è simile a quella che si registra nel periodo estivo.

Le maggiori conseguenze della siccità si fanno sentire in particolare nelle risaie e nel settore ortofrutticolo.

Si discutono in questi giorni gli accordi per incentivare gli scambi commerciali fra Italia e Cina. Stride con questi progetti lo stop di Pechino alla frutta made in Italy.

Pur fra molte incertezze si avvicinano le scadenze per l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue. Per evitare eventuali futuri dazi i cittadini anglosassoni intanto fanno incetta di bottiglie di Prosecco.

Lusinghieri i risultati delle esportazioni di prodotti lattiero caseari. C'è spazio anche per il pecorino, che per risolvere le ricorrenti crisi che lo strangolano deve trovare nuove strade.

Per sostenere alcuni comparti agricoli sono in arrivo 500 milioni del Fondo sviluppo e coesione.

Da Bruxelles il via definitivo alla direttiva per il contrasto alle pratiche commerciali sleali. Ora la palla passa ai singoli paesi.

Nelle aule di giustizia, sia a Bruxelles sia a Roma, si torna a parlare delle quote latte.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Siccità

Campi aridi, fiumi in secca, compreso il "grande fiume", laghi sotto il livello di guardia. Accade al Nord, dove gli agricoltori guardano con preoccupazione il cielo, sperando di scorgere nubi che ancora non si vedono.

Un problema, questo della siccità, che colpisce molte produzioni agricole e in particolare le risaie.
Se ne parla il 15 marzo su “La Stampa”, confermando che da molti decenni non si vedeva una situazione di questa gravità nelle risaie piemontesi.

Osservato speciale, si legge il 20 marzo su "Avvenire", è il Po, il cui livello è sotto di due metri rispetto al normale.
Non meno preoccupante il basso livello del lago di Como, del lago d'Iseo e del lago Maggiore.

Il fiume Po in secca, spiega “Il Gazzettino” in edicola il 20 marzo, è motivo di preoccupazione anche per l'agricoltura dell'alto Polesine.

Frutta e ortaggi sono le coltivazioni sulle quali pesano le maggiori conseguenze della siccità, afferma “La Stampa” del 17 marzo. Un pericolo che potrebbe essere scongiurato solo dall'arrivo delle piogge, purché entro le prossime quattro settimane.

Bacini pieni e scorte idriche raddoppiate si riscontrano invece in Sardegna, come conferma il 15 marzo “L'Unione sarda”.
 

Export, gioie e dolori

Dopo aver guardato il cielo nella speranza di scorgere nubi, i produttori di ortofrutta devono puntare l'attenzione sui mercati internazionali.

Motivi di preoccupazione non mancano, stando a quanto scrive “Avvenire” del 17 marzo, come conseguenza del calo delle nostre esportazioni.
A complicare il quadro del nostro export ortofrutticolo, denuncia “Il Tempo" del 19 marzo, si aggiungono gli ostacoli posti dalla Cina all'ingresso della frutta made in Italy.

Mentre gli accordi di interscambio commerciale fra Italia e Cina sono al centro delle cronache, "Il Foglio" del 19 marzo si esprime con toni critici sulle difficoltà che incontrano i nostri prodotti agroalimentari sul mercato cinese.

Persiste il blocco imposto da Pechino alla frutta fresca italiana, spiega “Il Giornale” del 16 marzo, ma in Cina cresce il successo dei nostri vini.
Merito anche delle attività di promozione attuate su questo mercato asiatico, come quella raccontata da “QN” del 20 marzo a proposito della presenza di Vinitaly alla kermesse fieristica di Chengdu, in Cina.
A questa manifestazione, scrive “L'Arena” del 16 marzo, è presente attraverso il Vinitaly, una delegazione di 200 cantine con 60 espositori.
 

L'avanzata del vino

Non sembrano aver bisogno di promozione le esportazioni di Prosecco verso la Gran Bretagna.
Complice la Brexit, scrive il “Corriere della Sera” del 15 marzo, è infatti corsa alle scorte.
Dello stesso argomento si occupa anche il “Corriere del Veneto” del 19 marzo, specificando che i flussi verso la Gran Bretagna hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 20 milioni di bottiglie.

I flussi di export del Prosecco finiscono così per trascinare verso l'alto anche i bilanci del settore cooperativo agroalimentare.
Nel trevigiano, scrive la "Tribuna di Treviso" del 21 marzo, si è registrata infatti una crescita del 13,3%, trainata dal segmento vino, che ha assorbito le sofferenze del comparto lattiero caseario.
 

I timori per la Brexit

Se l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue sembra non avere, almeno per il momento, conseguenze negative per il Prosecco, per altri comparti dell'agroalimentare italiano le cose potrebbero essere ben diverse.

Ne sono convinte le imprese vicentine che dalle pagine del “Giornale di Vicenza” del 15 marzo segnalano le possibili conseguenze per una Brexit non concordata.
Analoghe preoccupazioni sono quelle segnalate dalla “Gazzetta di Bari” del 19 marzo, a proposito della possibile introduzione di dazi che potrebbero compromettere le esportazioni di mozzarella e di uva.
 

I successi dei formaggi

Fra i settori che possono guardare con soddisfazione i risultati raggiunti sul fronte dell'export, si evidenziano le produzioni lattiero casearie.
Il giro di affari delle esportazioni di formaggi, scrive “Il Messaggero” del 17 marzo, ha infatti superato il 2,7 miliardi di euro, notizia che trova conferma il 20 marzo sulle pagine di “Italia Oggi”.

A proposito di formaggi, “L'Unione Sarda” del 16 marzo ricorda che il tavolo del latte è al lavoro per riorganizzare la filiera del pecorino attraverso un meccanismo che consenta la programmazione della produzione.

Il pecorino è poi al centro delle attenzioni di due noti imprenditori, come Flavio Briatore e Oscar Farinetti.
Se ne parla il 20 marzo sulle pagine di “Nuova Sardegna”, per anticipare la possibilità che al pecorino di alta qualità si apra il circuito di distribuzione della catena Eataly.
 

Soldi in arrivo

In aiuto del latte ovino e più in generale della zootecnia, ma anche per i settori dell'olio, del vino, della pasta e dell'ortofrutta, sono in arrivo 500 milioni previsti dal Fondo sviluppo e coesione per gli anni dal 2014 al 2020. I dettagli si possono leggere il 20 marzo sulle pagine di “Italia Oggi”.

Un altro importante provvedimento arriva da Bruxelles.
Se ne parla il 18 marzo su “QN” e riguarda la direttiva sulla lotta alle pratiche commerciali sleali, direttiva che ha passato il vaglio del Parlamento europeo e che ora deve essere accolta a livello di legislazione nazionale.
Intanto i produttori ortofrutticoli pugliesi si organizzano in proprio, dando vita a un comitato di autotutela dai comportamenti commerciali scorretti.
Ne dà anticipazione una breve nota della "Gazzetta del Mezzogiorno" del 21 marzo.
 

Quote latte, ancora loro

Restiamo a Bruxelles con la notizia riportata il 15 marzo da “Italia Oggi”, a proposito del giudizio in sospeso presso la Corte di giustizia europea in tema di quote latte.
Un primo parere espresso dall'Avvocato generale potrebbe riaprire numerosi contenziosi fra allevatori e Stato.

Si discute di quote latte anche nei tribunali italiani e il "Messaggero Veneto" del 21 marzo riporta un ampio servizio sulle prime battute del procedimento che rimette in discussione il calcolo della produzione di latte dal 1996 in poi.

Questo articolo fa parte delle collezioni: