Il mais è il cereale più coltivato in Italia, ma non ce n'è abbastanza e ne importiamo molto, mentre la produzione interna continua a scendere.

Grandi attese per la Cannabis, un business mondiale che coinvolge grandi fondi e giganti di alcol e tabacco. Con il timore di bolle e speculazioni.

C'è chi pensa alla canapa in versione industriale, per ottenere filati e materie prime.

La produzione di olio è in calo, ma non in tutte le regioni. Ovunque si parla tuttavia di un'ottima qualità.

Forti difficoltà per il settore saccarifero, penalizzato dalle politiche comunitarie.

Per il grano si cercano alleanze e accordi di filiera. Da Barilla gli strumenti per sostenere i produttori agendo anche sulla leva finanziaria.

Il vino segna il passo sui mercati internazionali. Troppo piccoli i nostri produttori per competere. Il gioco di squadra è d'obbligo.

Nel mondo degli agrofarmaci si segnalano nuovi assetti industriali e strategie di crescita innovative.

Non si ferma l'invasione delle cimici asiatiche, che oltre a devastare i campi mettono sotto assedio anche le città.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Tra mais e Cannabis

Di mais ne importiamo molto, quasi il 50% del nostro fabbisogno, ma se ne coltiva sempre meno.
E' la fotografia scattata dal quotidiano cremonese “La Provincia” , che il 14 ottobre chiede un progetto per il rilancio di questa coltura, principale materia prima per l'alimentazione animale.

Cresce l'interesse per la coltivazione della Cannabis "legale", a basso contenuto in sostanze psicotrope.
Se ne parla su "Avvenire" del 14 ottobre, che prevede una forte crescita di questa coltura, ulteriormente favorita dalla spinta dei movimenti di liberalizzazione della marijuana.
A livello globale le previsioni ipotizzano una produzione del valore di 500 miliardi di dollari.
Una crescita che va di pari passo con l'aumento delle quotazioni in borsa delle società di questo settore.

Una crescita giustificata, almeno in parte, dai molteplici impieghi della Cannabis, come fibra per l'industria tessile o nella produzione di birra, come spiega “La Nazione” del 13 ottobre.

Dalla birra all'orzo con l'allarme lanciato dalla rivista Nature Plants che teme per le sorti di questo cereale a causa dell'aumento delle temperature medie indotto dai cambiamenti climatici.
Il prezzo dell'orzo destinato alla produzione di birra, scrive la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 16 ottobre raccogliendo le preoccupazioni di Nature Plants, potrebbe presto schizzare verso l'alto.


Meno olio, più kiwi

Prezzi in aumento si prevedono per l'olio, scrive il "Messaggero" del 17 ottobre, a causa della caduta nella produzione di olive, scesa del 40%.

"La Stampa" del 16 ottobre si affretta tuttavia a precisare che, almeno per la produzione ligure, la qualità è eccellente.

In controtendenza la Toscana. Lo si apprende il 14 ottobre da “Il Tirreno”, dalle cui pagine si anticipa che la produzione sarà del 20% superiore a quella dello scorso anno.
Che almeno in Toscana la campagna olearia si preannunci positiva per qualità oltre che per la quantità, lo conferma il 12 ottobre anche “La Nazione”.
Non sarà una delle zone d'Italia più vocate all'olivicoltura, ma anche nella Bergamasca il raccolto si presenta con il segno più davanti e, aggiunge "L'Eco di Bergamo" del 18 ottobre, anche la qualità dell'olio sarà al top.

Segnali di crescita si registrano poi nel veronese per la produzione di kiwi.
Lo precisa “L'Arena” del 15 ottobre nel ricordare che nel veronese si concentra il 10% del raccolto di kiwi, distribuito su 2.615 ettari, con una produzione complessiva di 52mila tonnellate.


Zucchero e grano in affanno

Segnali negativi giungono dal settore saccarifero.
Critico a questo proposito il commento ospitato il 17 ottobre da “Il Resto del Carlino”, che punta il dito contro le politiche attuate da Bruxelles, responsabili delle difficoltà che il settore registra in Italia.

Del tema zucchero si è occupato il recente Consiglio dei ministri agricoli della Ue, al quale ha partecipato il nostro ministro Gian Marco Centinaio, portando la proposta di attivare lo stoccaggio privato per ridare fiato al mercato.
La proposta italiana, scrive la "Libertà" del 18 ottobre, non è stata accolta, nonostante l'appoggio di numerosi altri paesi europei.

Della situazione del grano si parla su “QN” il 15 ottobre per evidenziare la forte dipendenza dall'estero e la necessità di sottoscrivere patti di filiera per favorire una ripresa della produzione interna.

L'invito a stringere accordi di filiera per il grano è raccolto da Barilla che ha siglato con un importante istituto di credito francese un patto per sostenere ed incentivare i produttori italiani. Se ne parla il 17 ottobre sul “Corriere della Sera” e sul quotidiano piacentino “Libertà”.
 

Nuovi assetti

Restiamo nel mondo delle industrie con “Il Giorno” del 12 ottobre, che dà notizia del nuovo assetto nel mondo degli agrofarmaci dopo la fusione per incorporazione di Sipcam in Oxon Italia.

Italia Oggi” del 17 ottobre si occupa di Syngenta e delle politiche di sviluppo di questa azienda, sempre più orientata verso l'innovazione, come si apprende dall'intervista a Riccardo Vanelli, che della filiale italiana è amministratore delegato.

Cambiamenti si segnalano poi per le Centrali del latte, che avrebbero dovuto vedere una progressiva dismissione della componente pubblica che ora, dopo alcune novità legislative, non appare più necessaria. I dettagli si possono leggere il 12 ottobre su “Il Messaggero”.
 

Norme e dintorni

A proposito di aggiornamenti legislativi “Il Sole 24 Ore” del 13 ottobre ricorda in una breve nota che gli agriturismi sono tenuti ad assolvere gli obblighi in tema di Irap.

Ancora su “Il Sole 24 Ore”, del 17 ottobre in questo caso, si precisa che per le attività agricole a sfondo sociale, ad esempio quelle a fini educativi, non è prevista l'applicazione del regime Iva.
 

I timori della Brexit

Si stringono i tempi per la fuoriuscita della Gran Bretagna dalla Ue e ci si interroga sulle conseguenze che ciò potrà avere per l'agricoltura.
Preoccupante a questo proposito l'analisi di Nomisma, commentata sulle pagine di “Italia Oggi” del 17 ottobre, secondo la quale potrebbero venire meno le protezioni alle produzioni a denominazione di origine, e i danni per l'Italia non sarebbero trascurabili.

Già oggi, ma in questo caso si tratta di vere e proprie frodi, si segnalano false partite di verdicchio (Corriere dell'Umbria, 12 ottobre).
Nel mirino dei "falsari" del vino non poteva mancare il Prosecco ed ecco che il “Giornale di Vicenza” segnala la scoperta di vino prodotto con uve extra Ue.
Il suo destino ora è quello di passare alla produzione di aceto.
 

Se il vino frena

Ai problemi del vino si aggiunge la frenata delle esportazioni, in particolare verso gli Usa.
Se ne preoccupa anche Veronafiere che dalle pagine de “L'Arena” del 12 ottobre lancia una proposta per migliorare i risultati sui mercati stranieri attraverso alleanze e lavoro di squadra, con progetti per aumentare la visibilità dei nostri vini sul mercato statunitense.

Su questo argomento interviene il 17 ottobre “Italia Oggi” per ribadire che le nostre aziende vinicole sono in generale troppo piccole per competere singolarmente sui mercati internazionali.
 

Tra glifosate e cimici

Nel mondo degli agrofarmaci continua la discussione sull'impiego del glifosate e “Repubblica” del 12 ottobre in una breve nota ricorda che il giudice della Corte superiore di San Francisco, negli Usa, ha messo in discussione il risarcimento dovuto ad una persona che si era ammalata dopo aver usato questo diserbante.

Non si ferma nel frattempo l'invasione delle cimici asiatiche che dai campi si spostano anche nelle città, come nel caso di Roma riportato dal “Messaggero” del 13 ottobre.
Ma i problemi riguardano soprattutto le coltivazioni e “Il Resto del Carlino” del 16 ottobre descrive la grande diffusione dell'insetto nelle campagne emiliane e in particolare della provincia di Bologna.

Non va meglio in Veneto, scrive “Il Gazzettino” del 17 ottobre, tanto che nel padovano si è arrivati alla proposta di evitare coltivazioni nei pressi dei centri abitati per frenare l'invasione delle cimici asiatiche nelle case.

Ma è tutto il Nord "sotto attacco" della cimice asiatica, come confermano “Libero” del 17 ottobre e “L'Eco di Bergamo” del giorno seguente.
Ancora il 18 ottobre "La Nuova Venezia" si occupa delle cimici asiatiche per confermare l'impegno di Condifesa Veneto nel cercare soluzioni per arginare la diffusione di questo insetto "alieno".

Non è la cimice ma il "cracking" dell'uva a preoccupare gli agricoltori siciliani. Un problema che si presenta da tempo, scrive “La Sicilia” del 16 ottobre, e che colpisce in particolare le uve Mazzarrone e Canicattini.

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