Nella giornata di sabato 30 gennaio si è tenuta la seconda e ultima parte del programma del Cdo Agroalimentare, con le ultime quattro sessioni sempre caratterizzate dalla partecipazioni di relatori di rilievo. Ripartendo dalla quinta sessione, la mattinata si è aperta con il dibattito “L’agricoltura e l’ambiente. Confronto sull’impresa e sull’Enciclica Laudato Sì” insieme a Leonardo Becchetti, docente di Economia Politica all’Università di Roma Tor Vergata, in particolare sul tema della sostenibilità ambientale.

Se aumento i vincoli ambientali nel mio Paese creo degli svantaggi competitivi alle mie imprese rispetto a quelle di altri Paesi meno virtuosi in tal senso. Occorre quindi introdurre meccanismo come la green consumption taxes (tasse al consumo sui prodotti realizzati al di fuori di determinati standard), e dazi doganali, che a differenza della carbon taxes, funzionano anche se adottate in un singolo Paese. Occorre riconoscere e incentivare la produzione di esternalità positive e viceversa, come nel caso del conto energia. Un intervento pubblico che incentivi la sussidiarietà”.

E sulle opinioni del Papa nell’enciclica, Becchetti è abbastanza netto. “Il Papa sostiene la ricca sobrietà. La decrescita (felice) globale è insostenibile e insensata, mentre lo è quella di alcuni settori. Il contenimento del global warming non può essere imposto dall’alto, ma è frutto di un impegno di tutti. Il Papa dice che vivere con meno può darci la possibilità di contemplare la realtà ed essere più felici, parla di ecologia integrale”.

Nella seconda sessione si parlato del tema attuale dei Goi, nell’ambito del nuovo Psr. A introdurre il tema Alessandra Antognelli, dell’Università di Perugia.
Oggi a livello regionale, in tutte le Regioni d’Europa, abbiamo il compito di creare i Goi, i gruppi operativi per l’innovazione, che raggruppino gli attori della ricerca e della produzione con l’obiettivo di perseguire l’innovazione sostenibile e trovare la soluzione a un problema. Parole chiave per rispondere ai bandi, già usciti in Emilia Romagna e Lombardia, sono l’aggregazione e l’avere un progetto”.

Successivamente, nella settima sessione, si è trattato il tema del fare aggregazione e sistema.
I mali dell’agricoltura sono l’incapacità di pianificare la produzione e il fatto che sulla necessità di aggregarsi non si passa dal dire al fare – ha spiegato Davide Vernocchi, presidente di Apo ConerpoNel nostro caso, con le pere e il marchio Opera, abbiamo unito a livello commerciale 18 soggetto, concentrando una parte di offerta e coinvolgendo un manager del settore come Luca Granata, ex direttore del Consorzio Melinda”.

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