Andrea Licari è un appassionato di api, anzi un entusiasta appassionato. Una passione che certamente condivide con moltissime altre persone in tutto il mondo, ma che è nata ed è cresciuta in un modo molto speciale.

Andrea vive a Marsala, in provincia di Trapani, e le api sono entrate nella sua vita quando, dopo essersi documentato abbastanza, ha iniziato a praticare un percorso di cure alternative con l'apiterapia per contrastare la sclerosi multipla progressiva di cui è affetto.

Da lì una passione che è cresciuta e che lo ha portato a diventare oggi un esperto apistico, nonostante è stato, e lo è ancora, costretto ad usare quasi sempre una sedia a rotelle per muoversi.

E ora sta lanciando un progetto assieme all'Anffas Marsala per poter far avvicinare a questi insetti anche persone svantaggiate e disabili. E noi lo abbiamo intervistato per farci raccontare questo progetto.

Signor Licari, quale è il suo progetto?
"Il mio progetto è quello di creare un apiario didattico senza barriere e con un'area speciale dedicata all'apiterapia".

Andrea Licari
Andrea Licari con le sue api
(Fonte foto: Bio Passioni)

In particolare, insieme ad Anffas Marsala, cosa volete fare e dove?
"Con Anffas Marsala desideriamo creare dei percorsi e delle aree con elevata accessibilità dove con l'ausilio di attrezzature particolari un disabile può avvicinarsi agli alveari e interagire con loro in autonomia. Desideriamo anche creare un laboratorio apistico senza barriere dotato di attrezzature e strumenti idonei affinché ogni disabile possa operare in completa autonomia. Il luogo e le dimensioni del progetto non sono stati ancora definiti però ne abbiamo già alcuni disponibili in comodato d'uso gratuito che stiamo valutando, tutto dipenderà dall'esito dai fondi che avremo a disposizione".

Probabilmente in molti le avranno detto che le api possono essere pericolose e che non è il caso, come ha risposto?
"Ho sempre compreso chi mi ha posto questo tipo di domande ed ho sempre risposto che le api, come anche altri insetti o animali, possono diventare pericolose perché principalmente siamo noi essere umani a non saperci relazionare e a commettere ingenuamente degli errori che potrebbero essere evitati. La conoscenza è alla base di tutto, conoscere per riconoscere, riconoscere il linguaggio e i comportamenti di questo preziosissimo superorganismo. Se oggigiorno, specialmente tra apicoltori professionisti, alcuni hanno la piena consapevolezza che purtroppo esistono delle famiglie di api molto aggressive e non facilmente addomesticabili, dovrebbero anche avere la coscienza che questo problema è dovuto alla mani dell'uomo che negli ultimi decenni ha causato l'ibridazione delle sottospecie".

Ad oggi a che punto siete con la realizzazione di questo progetto?
"Purtroppo siamo in alto mare perché non abbiamo ricevuto ancora un sostegno concreto, abbiamo soltanto potuto creare un'entità giuridica senza scopo di lucro, 'Bio Passioni società cooperativa agricola sociale'. Comunque abbiamo già iniziato con dei corsi teorici, potete immaginare come i miei fratelli disabili attendono con ansia la possibilità di fare esperienza dal vivo. E' vero che con il mio piccolissimo apiario personale si ci potrebbe tentare di organizzarsi, ma è anche vero che se non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie e non ci sta l'attrezzatura idonea preferiamo ancora non rischiare".

Pensa di poterlo esportare anche in altre realtà italiane o anche estere?
"Si senza alcun dubbio, infatti è già in corso un progetto insieme ad un mio carissimo amico apicoltore professionista, Fabrizio Zagni, per realizzare anche una filiale del progetto di Bio Passioni con l'Ape nera del Ponente Ligure".

Al momento avete anche aperto una raccolta fondi, chi volesse contribuire come può fare?
"Chi desidera ricevere più informazioni ed essere aggiornato sullo stato d'avanzamento può collegarsi al sito ufficiale dove troverà anche i link dei canali social e il link di 'GoFundMe' dov'è in corso la campagna raccolta fondi".