“E’ una situazione di crisi diventata ormai insostenibile, al punto che molti allevamenti di bovini da carne chiudono o cambiano orientamento produttivo”; lo ha messo in evidenza Andretta, chiedendo modifiche al decreto ministeriale attualmente in discussione “Disposizioni nazionali di applicazione del regolamento (Ue) n. 1307/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013”.
Lo schema di Dm pone forti limitazioni alla possibilità di poter assegnare titoli di pagamento per l’erogazione dei pagamenti diretti comunitari, per quanto previsto sui pascoli permanenti e magri con il comma 6 e 7 dell’articolo 7 ‘Presentazione della domanda di assegnazione dei diritti all’aiuto e prima assegnazione’. “La disposizione – conclude il presidente della Federazione nazionale di prodotto allevamenti bovini di Confagricoltura - non considera le caratteristiche del territorio nazionale, che non permettono di avere sufficienti ettari a disposizione delle aziende zootecniche”.
Questo, soprattutto nella zona della pianura padana, ha fatto sviluppare il tipo di allevamento intensivo, altamente innovativo e sostenibile, che contraddistingue l'Italia dal resto dell’Europa. Ad avviso di Confagricoltura la necessità di terreno imposto dalla nuova politica comunitaria per accedere ai pagamenti diretti comunitari (che risultano essenziali oggi giorno per la sopravvivenza della produzione della carne bovina), deve prevedere quindi la possibilità di utilizzare pascoli permanenti e pascoli magri senza le restrizioni oggi inserite nello schema di Dm.
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Fonte: Confagricoltura