A decorrere dal 30 giugno 2013...gli operatori inseriti nel sistema di controllo della Dop Mozzarella di Bufala Campana, producono il formaggio Mozzarella di Bufala Campana in stabilimenti esclusivamente dedicati a tale produzione.” E' quanto prevede il primo comma del Decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 marzo, con il quale si rende operativo uno dei contenuti della legge 205/2008. Questa norma, lo ricordiamo, prende origine dal decreto legge intitolato “Misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare” e comprende interventi in varie direzioni, dal Fondo di solidarietà nazionale, all'impiego delle vinacce esauste per la produzione di biodiesel, passando dalle concessioni per l'acquacoltura, ai sostegni per l'olivicoltura.

Ma gli obblighi che stanno per scattare nei confronti dei caseifici sono ora contestati dal Consorzio di tutela (rappresentato in maggioranza dai caseifici), che per voce del presidente Domenico Raimondo lamenta l'impossibilità di adempiere ai vincoli di questa norma. Per spiegarne i motivi, Raimondo ricorda la stagionalità del consumo, concentrato principalmente in primavera-estate, mentre la produzione di latte bufalino raggiunge i picchi massimi in autunno-inverno. La conseguenza di questo squilibrio è la produzione di un'eccedenza di latte che viene destinata alla produzione di mozzarelle non Dop o ricotte o altri prodotti. Cosa che fra poco non sarebbe più possibile, salvo realizzare caseifici ad hoc, dove utilizzare il latte in esubero. Un percorso ovviamente impensabile, specie in questo momento di generale difficoltà dell'economia.

 

Le proposte (bocciate)

Per risolvere il problema il Consorzio già lo scorso anno aveva proposto di modificare il disciplinare imponendo il vincolo di utilizzare esclusivamente latte di bufala proveniente dall'area Dop per qualunque produzione, anche non Dop. In questo modo si sarebbe garantita ancor più la trasparenza e la sicurezza, che è poi l'obiettivo delle norme contestate. “Purtroppo - afferma Domenico Raimondo - la mancata presa di posizione della Regione Campania a favore di questa modifica, conseguente all'atteggiamento sfavorevole di alcune sigle sindacali di categoria, ha bloccato tutto e ha portato a questa fase di grande difficoltà.”

 

Mozzarelle addio?

Ora la minaccia è quella di bloccare a partire dal primo luglio la produzione di mozzarella Dop, arma a doppio taglio visto che le conseguenze ricadrebbero sugli stessi caseifici e sull'immagine di questo prodotto. Ma si studiano strade alternative, compreso il ricorso al Tar o persino alla Consulta per verificare presunti profili di incostituzionalità della legge.

 

Temporeggiare non paga

Perché, è lecito chiedersi, si sono dovuti attendere cinque anni, dal 2008 ad oggi, per vedere pubblicato il Decreto del ministero per le Politiche agricole in attuazione della norma contestata? E perché, sempre in questi cinque anni, il Consorzio non ha attuato ciò che solo ora si accinge a fare? La risposta ancora una volta è nel vezzo, troppo frequente, di aspettare fino all'ultimo prima di prendere qualsiasi iniziativa. Esempi “illustri” li abbiamo con la direttiva nitrati, che attende da circa venti anni. E altri se ne potrebbero fare. Intanto chi si dovrà preoccupare di più sono gli allevatori di bufale. Se il loro latte non andrà in mozzarelle Dop, a pagarne le conseguenze sarà il prezzo del latte, destinato a scendere. Salvo rimedi in extremis. All'italiana, verrebbe da dire.