Nelle zone del Veneto vulnerabili ai nitrati, il divieto di spandimento di letame di origine zootecnica è stato posticipato all’1 dicembre. Il provvedimento è stato adottato dalla giunta regionale, su iniziativa dell’assessore all’Agricoltura Franco Manzato, a causa delle eccezionali condizioni stagionali, che hanno protratto la durata del ciclo colturale dei pascoli, dei prati-pascoli e dei prati permanenti e avvicendati e del relativo pascolamento.

“Il pascolamento delle superfici prative era ancora in corso nella prima metà del corrente mese di novembre – ha ricordato Manzato – e questo ha reso impossibile effettuare le operazioni di spandimento della parte di letame che si è accumulata nelle strutture aziendali entro il termine prefissato del 15 novembre. Di qui il posticipo del divieto, che è peraltro riferito al solo letame e non al complesso degli effluenti di allevamento”

In termini di apporti di azoto alle colture, la distribuzione di liquami zootecnici e del letame sono equiparate, ma al secondo, correttamente maturato, viene riconosciuta un’importante funzione miglioratrice della struttura del terreno ed un “potere tampone” nei confronti del contenimento delle perdite di acqua dagli orizzonti del suolo superficiali e sottosuperficiali. Ciò in considerazione delle peculiari caratteristiche di stabilità del materiale organico, dovute proprio al processo di compostaggio in concimaia, che acquisisce in tal modo caratteristiche di gestibilità e, soprattutto, di carattere igienico-sanitario nettamente migliori.

Proprio per tali motivazioni, gli orientamenti nazionali e regionali, facendo propri indirizzi tecnici di carattere generale riconosciuti anche a livello comunitario, ammettono maggiori “aperture” nell’uso agronomico dei letami rispetto a quanto non venga consentito nel caso dei liquami zootecnici.