Il 31 maggio 2018 il pugliese Leonardo Capitanio è stato eletto e nominato ufficialmente presidente dell’Associazione nazionale vivaisti esportatori dall’assemblea nazionale del sodalizio. Capitanio succede a Marco Cappellini, che negli ultimi due anni ha partecipato al monitoraggio, sostegno e tutela degli operatori territoriali, con la possibilità di partecipare a tavoli di consultazione settoriali in Italia e in Europa. L’Anve, ormai, è infatti una delle realtà associative più importanti e strutturate a livello italiano nel vivaismo.

Un comparto che vive un periodo difficile, segnato dall’emergenza Xylella fastidiosa in Puglia, dove i vivai esportatori d’Italia realizzano il 20% del volume d’affari nazionale. Anve, pur consapevole dell’importanza strategica dell’esportazione - è scritto in una nota dell’associazione -, non si rivolge solo ai vivaisti esportatori, ma opera a tutela degli interessi di tutti i vivaisti, offrendo servizi di sostegno e di tutela, facendo da tramite di aziende e produttori per dialogare con le istituzioni”.

“Il vivaismo è un comparto pulsante dell'agricoltura pugliese e ho già avuto l'onore di esserne portavoce, qualche giorno fa a Brindisi, di fronte ai rappresentanti della Commissione europea in missione in Puglia per approfondire le dinamiche dell'epidemia batterica della Xylella" sono queste le parole con cui Leonardo Capitanio ha accolto il suo incarico.

“Ai rappresentanti dell’Ue ho raccontato ed elencato i numeri del nostro settore, ma soprattutto i danni subiti e le potenziali perdite - ha detto Capitanio appena insediato -. Spero di aver espresso con chiarezza un messaggio: siamo in difficoltà e non sarà semplice adeguarci, ma abbiamo la necessità di continuare a produrre, nella piena legalità”.

L’obiettivo di Capitanio, oggi, è quello ditutelare l’intero settore vivaista nelle istituzioni”, cercando di far sì che ogni decisione “impatti il meno possibile sulle aziende in zona. Perché anche chi coltiva e opera fuori dall’area interessata dal fenomeno della Xylella fastidiosa rischia ripercussioni in termini di credibilità sul mercato estero”.

Un obiettivo importante e concreto, che ha a che fare con 32mila posti di lavoro, per un giro di affari di quasi 2 miliardi di euro, il 20% dei quali realizzati nella sola Puglia.