Nella storia della manipolazione genetica, le radiazioni e l’uso di sostanze chimiche hanno già prodotto cereali di alta qualità e produttività, come il grano Creso e il Triticale. Il primo nato dalle mutazioni indotte da irraggiamento, il secondo sfruttando l’azione della colchicina, grazie alla quale si è potuto ottenere organismi quadruploidi, cioè dotati di un corredo cromosomico raddoppiato, pari in sostanza alla somma del genoma del frumento e della segale.
Oggi analoghe tecnologie sono state utilizzate su sorgo, ottenendo risultati eccellenti, visto che si parla di aumenti produttivi che oscillano dal 30 al 40% rispetto alle varietà convenzionali.
 
Il sorgo è una coltura strategica per usi alimentari umani, zootecnici e anche bioenergetici. La sua tolleranza alla siccità lo rende coltivabile anche laddove altre colture come il mais, per esempio, fatichino a produrre adeguatamente.  I ricercatori texani dell’Agricultural Research Service (Usda-Ars) avrebbero ora sviluppato una varietà di sorgo mutante caratterizzato da una maggior fertilità delle spighe.
Le mutazioni sarebbero state indotte attraverso radiazioni e agenti chimici come l’etil metano solfonato. Le spighe dei nuovi sorghi mutanti presenterebbero maggiori dimensioni e granella più voluminosa. Ora il prossimo passo sarà l’incrocio di questi mutanti con varietà convenzionali, al fine di generare nuovi ibridi altamente produttivi e, si spera, accettati dall’opinione pubblica.