"Sulla promozione dei prodotti agricoli sui mercati interni e nei Paesi terzi l’Ue ha imboccato la strada giusta". Così si è espressa la Cia, Confederazione italiana agricoltori, sull’accordo preliminare sulla proposta di nuovo regolamento in materia di promotion delle produzioni europee.

L’impegno del Parlamento europeo e del ministero delle Politiche agricole in sede di Consiglio Ue, ha permesso di ottenere - afferma la Cia - le modifiche necessarie per migliorare la proposta di regolamento che la Commissione aveva presentato lo scorso novembre.
Per il futuro, quindi, il settore agricolo europeo - aggiunge la Cia - avrà a disposizione importanti fondi comunitari (che al 2020 raggiungeranno i 200 milioni di euro) per promuovere i propri prodotti nel mondo.
Anche le Organizzazioni di produttori potranno promuovere tutti i prodotti agricoli ricevendo un cofinanziamento europeo che è stato aumentato fino al 70 per cento e in alcuni casi potrà arrivare fino all’80 per cento.

Finalmente potranno essere indicati anche i marchi e l’origine dei prodotti, sebbene a determinate condizioni. "Molto positiva -rimarca la Cia- la soppressione dell’articolo 28 che avrebbe potuto interferire in maniera non positiva con l’applicazione dell’Ocm ortofrutta e vino per quanto riguarda le azioni di promozione".
L’accordo prevede, inoltre, la possibilità di promuovere tutti i prodotti agricoli, compresi i prodotti alimentari trasformati e il vino a denominazione d’origine. Inoltre, secondo la Cia, risponde anche all’esigenza di semplificare la procedura di valutazione e di selezione dei programmi.

I programmi di informazione e promozione consentiranno, dunque, di aumentare il grado di conoscenza della qualità dei prodotti agricoli europei da parte dei consumatori, sviluppare e aprire nuovi sbocchi di mercato, anche in vista dei recenti accordi bilaterali che l’Unione europea sta portando avanti, migliorando l’efficacia e l’efficienza della politica agricola comune.
"Enjoy, it's from Europe" ("Assaggia, viene dall’Europa") lo slogan del futuro, al quale -rileva la Cia- potremmo aggiungere il riferimento al made in Italy.