Grande soddisfazione è stata espressa da Maurizio Sperati amministratore delegato di Amalattea che, con Giuseppe Alonzo, presidente del Cra, e Gianpiero Calzolari, presidente del Gruppo Granarolo (che ha intrapreso una partnership industriale e societaria con Amalattea), ha dialogato alla tavola rotonda del meeting “latte di capra: un patto per lo sviluppo” nella sede Cra a Roma. “Questo risultato - dichiara Sperati - consentirà di mettere a punto strategie di ricerca comuni per imprenditori-allevatori e, facendo rete, potranno essere attori di filiera e raggiungere ambiziosi traguardi in termini di produttività, redditività e alta qualità”. Ne escono quindi rafforzati i legami tra allevamento e trasformazione e tra trasformazione e consumatore che sono alla base del successo dei prodotti sul mercato. “E’ un segnale di sfida per gli altri Paesi Europei, Francia e Olanda in particolare, nei confronti dei quali l’Italia deve colmare un gap enorme causato da una storica arretratezza culturale e normativa - sottolinea ancora Sperati -. Secondo le stime Assolatte in Italia si producono circa 115 mln litri di latte di capra, contro i 657 della Francia, i 540 della Spagna, i 402 della Grecia e i 190 dell’Olanda. Dobbiamo tornare a produrre materia prima e recenti osservazioni economiche rilanciano l’allevamento caprino come un'attività redditizia”.
Il presidente Cra, il professor Giuseppe Alonzo ha commentato: “E' è la dimostrazione che insieme si possono vincere tante partite decisive: dalla crisi economica alla competitività sui mercati nazionali ed esteri al rilancio di territori marginali per cui la filiera del latte di capra può rappresentare il volano decisivo per uno sviluppo sostenibile”. Entra nel merito il direttore del dipartimento di Biologia e produzioni animali Cra, Riccardo Aleandri: “Il progetto si basa sulla creazione, nella struttura del Cra-Zoe a Foggia, di un allevamento nucleo di oltre 1000 capre, dove verrà reso operativo un nuovo progetto genetico ideato e supervisionato dal Cra-Pcm che costituirà il volano per il rafforzamento e l’ammodernamento della produzione nazionale del latte di capra; si ritiene possa andare a regime in un quinquennio con un appropriato investimento iniziale”.
L’intesa prevede la definizione di un documento tecnico nel quale verranno specificate le azioni necessarie, i tempi operativi, le persone coinvolte e i costi relativi per la realizzazione di ciascun allevamento pilota nelle sedi Cra individuate. Si definiranno così le linee comuni d’azione sui dossier di maggiore interesse, come la ricerca di base sugli aspetti qualitativi, funzionali e innovativi del latte di capra; la divulgazione delle proprietà medico nutrizionali del latte di capra e suoi derivati; la selezione genetica di razze di capra idonee delle esigenze industriali di Amalattea; il miglioramento delle tecniche di allevamento intensivo; la generazione di animali da rimonta certificati da utilizzare come start up di nuovi allevamenti in ogni regione italiana; la garanzia per l’allevatore e per il mercato di un rapporto qualità-prezzo del latte di capra ben definito e remunerativo; la messa a punto di strategie concordate per l’acquisizione dei necessari mezzi finanziari di natura agevolata a supporto degli investimenti programmati. Grazie al protocollo siglato, Amalattea e Cra daranno subito vita a tavoli di lavoro regionali, nazionali e comunitari.
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Fonte: CRA - Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura