Bisogna risalire al 2020 per trovare una caduta dei prezzi del latte così repentina come sta avvenendo nelle ultime settimane.

Lo scorso anno, ma certo era una situazione inusuale per i mercati, i prezzi erano in controtendenza e puntavano con decisione verso l'alto.

Ora il prezzo del latte spot italiano, come si nota dal grafico che segue, realizzato da Assolatte, punta con decisione verso il basso.

Prosegue così una discesa dei prezzi iniziata già nelle prime settimane del 2023.

E' prematuro preoccuparsi per il rinnovo dei contratti che avverrà a giugno, ma le premesse non sembrano positive. 

 

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Andamento del prezzo del latte spot di provenienza nazionale negli ultimi tre anni

(Fonte: Assolatte)

 

Il latte spot

Intanto c'è da prendere nota degli ultimi prezzi del latte spot per le varie provenienze.

Si nota così che il latte italiano commercializzato fuori contratto è tornato su livelli superiori rispetto a quello tedesco e francese.

Una situazione che in passato era frequente, quasi un ritorno alla "normalità".

Si aprono però nuove opportunità al prodotto di importazione, con il possibile esito in una ulteriore caduta del prezzo del prodotto nazionale. 

 

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I mercati mondiali

La situazione italiana si rispecchia in quella europea, come evidenziano le analisi della Commissione europea.

Il prezzo medio del latte a dicembre 2022 si è fermato a 57,4 euro al quintale, segnando lo 0,6% in meno rispetto al mese precedente.

Interessante confrontare cosa avveniva nei 12 mesi precedenti: nel dicembre del 2021 il prezzo si fermava a soli 41,3 euro al quintale, ma con una netta crescita (+ 2,9%) rispetto a novembre.

Segnale di una tendenza destinata a proseguire per quasi tutto il 2022.

 

Ora la situazione sembra del tutto ribaltata. Nella seconda decade di febbraio i principali prodotti lattiero caseari, come burro, latte in polvere e cheddar sono in netto calo, come evidenzia la tabella che segue.

In aumento tuttavia le quotazioni  sui mercati di Oceania e Usa. Vedremo se saranno capaci di ridare impulso anche ai prezzi europei.

 

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C'è meno latte

Teoricamente potrebbe contribuire a restituire stabilità al mercato l'andamento della produzione di latte, che in Europa si mantiene stabile.

Cala tuttavia la produzione di latte in polvere intero e condensato, un fattore da tenere in considerazione, visto che si traduce in una maggiore disponibilità di latte tal quale. 

 

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La produzione in Italia

In Italia la produzione di latte è in calo, come si nota dall'andamento delle consegne nel grafico che segue, realizzato da Assolatte.

I dati più recenti si fermano a novembre  e presumibilmente ci sarà la consueta impennata di dicembre, seguita tuttavia dal successivo calo di gennaio e febbraio.

Dunque la caduta dei prezzi non può essere ascritta ad un aumento della produzione, ma solo a un flessione della domanda.

 

Fortunatamente il calo dei prezzi, che riguarda tuttavia il solo latte spot e non quello a contratto, è contemporaneo alla flessione dei prezzi delle materie prime per l'alimentazione del bestiame.

Rispetto al marzo dello scorso anno i prezzi del mais sono scesi del 19%, sebbene si guardi ancora con timore al rincaro dei prezzi delle materie proteiche, soia in particolare, ma anche ai foraggi di erba medica che sono su valori record.

 

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Andamento delle consegne di latte negli ultimi tre anni

(Fonte: Assolatte)

 

I formaggi

Il quadro non sarebbe completo senza uno sguardo all'andamento del mercato dei formaggi, in particolare Grana Padano e Parmigiano Reggiano.

Le analisi di Ismea su questo settore mostrano per quest'ultimo una leggera flessione su base congiunturale, che si riflette sul dato tendenziale, anch'esso in flessione, più accentuata per le stagionature lunghe (meno 1%).

 

Per il Grana Padano va tenuto sotto controllo l'andamento congiunturale, in linea con la caduta del prezzo del latte.

Ci si può consolare ricordando che il prezzo è comunque più alto di circa il 18% rispetto allo scorso anno.

Ma il segnale che giunge dal mercato non va ignorato. 

 

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