La campagna lattiero casearia 2022-2023 del Pecorino Romano Dop in Sardegna continua a mettere a segno aumenti nel periodo a cavallo tra fine gennaio e i primi del mese di febbraio per poi stabilizzarsi dal 13 del mese di febbraio in avanti.

 

Ieri, 20 febbraio 2023, i prezzi all'ingrosso del tipico formaggio sardo in Borsa Merci a Milano, per forme con almeno cinque mesi di stagionatura, franco luogo di stagionatura e Iva esclusa, sono pervenuti ad un valore medio di 14,05 euro al chilogrammo, corrispondente alle stesse quotazioni del 13 febbraio scorso, ma si tratta di ben 0,35 euro al chilo in più dell'ultima rilevazione di AgroNotizie®, ferma al 9 gennaio 2023, quando il valore medio si era fermato a 13,70 euro al chilogrammo. Questo perché tra il 23 gennaio ed il 6 febbraio si sono verificati ben tre aumenti consecutivi.


Intanto l'export in valore verso gli Stati Uniti d'America del Pecorino Romano aumenta nel 2022 del 15,6%, trainato essenzialmente dall'aumento dei prezzi.

 

Dal canto suo il prezzo medio e prevalente del latte ovino pagato in acconto dall'industria di trasformazione, rilevato il 17 febbraio continua a tenersi a quota 1,50 euro al litro, mentre quello pagato dalle cooperative - in netta controtendenza - persiste a 1,30 euro.

 

Il boom dei prezzi del formaggio continua a risentire dei rincari di materie prime e carburanti e dei recenti contraccolpi delle epizoozie sull'Isola, tutti fattori che hanno contribuito a restringere e rendere più costosa l'offerta di latte idoneo alla produzione tanto del Pecorino Romano, vero benchmark della zootecnia sarda, quanto degli altri pur importanti formaggi a base di latte ovino. Ma a questo punto il mercato appare influenzato anche da un aumento della domanda sui mercati esteri.

 

Usa, il fatturato all'export +15,6%

Il Pecorino Romano è sempre stato uno dei prodotti in assoluto preferiti dagli americani, ma i risultati del 2022 in termini di valore generato vanno oltre le aspettative: una crescita importante, da gennaio a dicembre dell'anno scorso, con prezzo medio di 12,384 dollari Usa al chilogrammo e il fatturato che vola a +15,6%. Risultati che hanno trovato riscontro nel successo al Fancy Food di Las Vegas, una tra le più importanti fiere del settore nel mondo, che ha visto il Consorzio di Tutela del Pecorino Romano Dop in vetrina fra le eccellenze italiane nel mercato oltreoceano.

 

"Per noi gli Stati Uniti sono da sempre un mercato fondamentale e strategico, per questo la nostra attività di promozione è sempre presente e stiamo per partire con un nuovo progetto di promozione, Pr on Top, con cui investiremo 3 milioni di euro", ha detto ieri, 20 febbraio 2023, il presidente del Consorzio, Gianni Maoddi


"Al Fancy Food abbiamo avuto ottimi riscontri, c'è un forte interesse per il Pecorino Romano non più solo come prodotto da destinare all'industria, ma anche alla ristorazione, alla grande distribuzione, ai piatti pronti e composti, fra i più grandi importatori c'è proprio un'azienda italiana che trasforma il prodotto creando piatti direttamente negli Usa" ha sottolineato il presidente del Consorzio di Tutela.

 

"La crescita di fatturato registrata è il nostro massimo storico, un risultato che ci ha permesso di sorpassare giganti come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, e questo nonostante il calo di importazioni a volumi del 2,8% dovuto sia dalla carenza di prodotto che dall'aumento del prezzo. Come Consorzio continueremo a dare massimo risalto e visibilità al Pecorino Romano, da sempre leader negli Stati Uniti, anche a vantaggio dell'economia delle zone di produzione", conclude Maoddi.

 

Pecorino Romano, prezzo massimo a 14,20 euro al chilo

Ieri, 20 febbraio 2023, in Borsa Merci a Milano il Pecorino Romano è stato quotato a 13,90 euro sui minimi e 14,20 sui massimi, stabile sull'ultima seduta del 13 febbraio scorso, ma in aumento di 0,35 euro sul 9 gennaio scorso (+2,5%), ultima rilevazione di AgroNotizie®.

 

Rispetto al 22 aprile 2022, il prezzo medio del Pecorino Romano Dop è passato da 10,80 euro al chilo a 14,05 euro, registrando un incremento di valore pari a 3,25 euro al chilo (+30,1%).
 
Secondo il Clal, il prezzo medio del Pecorino Romano di febbraio 2023 raggiunge i 14,05 euro al chilogrammo, cresciuto dell'1,81% sul precedente mese di gennaio 2023 e del 41,21% su febbraio 2022. Intanto, il prezzo medio su base annua (gennaio-dicembre 2022) ha chiuso a 11,58 euro al chilogrammo e risulta cresciuto del 31,64% sul prezzo medio dell'analogo periodo del 2021, pari a 8,80 euro al chilogrammo.

 

Latte ovino, prezzi in altalena per l'industria

Il latte ovino all'ovile rilevato da Ismea in Sardegna il 17 febbraio scorso è dato in aumento sulla settimana precedente del 15,4% con un prezzo di acconto medio e prevalente di cessione all'ovile, nel rapporto tra pastori e industria di 1,50 euro al litro, Iva inclusa e franco azienda.

 

Si tratta in realtà dello stesso prezzo medio e prevalente registrato dal 30 dicembre 2022 in avanti e per tutto gennaio e fino ai primi di febbraio, mentre il 10 febbraio si è verificato un drastico calo, poi compensato dalla netta ripresa registrata tre giorni fa che ha pareggiato i conti con la perdita precedente.

 

A cambiare, rispetto alla quotazione rilevata dal 30 dicembre scorso in avanti, sono stati i valori estremi: il prezzo minimo si è portato da 1,00 euro al litro a 1,10 euro al litro, il prezzo massimo invece è sceso da 1,70 ad 1,50 euro al litro.

 

Ismea il 10 febbraio 2023 invece non registra aggiornamenti per quanto riguarda il prezzo del latte all'ovile pagato dalle cooperative agli allevatori ovini sardi Iva inclusa e franco azienda. Infatti il prezzo medio a saldo ha confermato 1,30 euro al litro come nella settimana precedente ed è lo stesso dal 9 dicembre in avanti. Immutati anche il prezzo minimo ad 1,20 euro al litro e quello massimo, fermo ad 1,40.


Anche le più recenti quotazioni Ismea confermano, diversamente da quanto accaduto nelle scorse campagne, che il prezzo che lega gli allevatori ovini sardi alle cooperative appare meno ampio di quello praticato dall'industria: il primo è un valore a titolo definitivo per i pastori non soci, mentre è un acconto per i soci, ai quali spettano anche gli utili di fine esercizio. Questo secondo caso del prezzo pagato dalla cooperazione è del tutto simile al prezzo pagato dall'industria rilevato in questa fase da Ismea, che è sempre un mero prezzo di acconto.

 

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