L'assessore all'Agricoltura della Regione Sardegna Pierluigi Caria ha convocato per giovedì 7 febbraio 2019 il tavolo ristretto per dirimere la vertenza sul prezzo del latte ovicaprino, ma si rischia la definitiva rottura, per altro già nell'aria da alcuni giorni. Perché la campagna di raccolta del latte è iniziata sotto i peggiori auspici, con il prezzo di mercato attestato a 50 centesimi al litro. Una cifra ben lontana dalle ipotesi di accordo dello scorso dicembre con un prezzo base offerto dalla parte agricola di 70 centesimi al litro, con revisione trimestrale per venire incontro alle richieste dei trasformatori, che chiedono un monitoraggio dei prezzi di mercato interno all'accordo.
Intanto, in Sardegna, si sono già rimessi in moto i trattori della protesta: movimenti spontanei sono segnalati un po' ovunque. E la Coldiretti lancia l'aut aut: "O un prezzo credibile per il latte o inizia la mobilitazione".
 

Il tentativo di mediazione del ministro Centinaio

Nei giorni scorsi a pacificare gli animi ci aveva provato anche il ministro alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, che in un'intervista rilasciata all'Unione Sarda, reduce dal viaggio in Cina, aveva detto: "Spero di avviare il tavolo nazionale sul latte ovino e caprino a metà febbraio. Però voglio approfondire la gestione dei consorzi del pecorino e i rapporti tra il pecorino sardo e quello del Centro Italia".
Per il ministro, "la nostra proposta è fare sistema, lavorare sulle filiere. In Cina è emerso un forte interesse per il latte di pecora, ci hanno chiesto molte informazioni. E' un'occasione per la Sardegna".
 

La posizione del Consorzio per la tutela del Pecorino Romano Dop

Ma ad irrigidire la posizione della parte agricola giunge la proposta dei trasformatori che passa per la bocca di Salvatore Palitta, presidente del Consorzio di tutela del Pecorino romano Dop, intervistato da Sardinia Post: "Il prezzo del latte non può essere costruito a tavolino e senza tenere conto del mercato, sono dinamiche che vanno governate e le possiamo governare solo noi produttori di latte e formaggio", spiega Palitta.

E ancora: "Serve un accordo serio che contenga innanzitutto una proroga del piano di regolazione dell'offerta (Il Piano triennale regolamenta l'offerta di Pecorino Romano Dop e la scadenza è prevista nel mese di marzo Ndr), e in secondo luogo che si basi su presupposti certi, come le rilevazioni ufficiali dei prezzi". Secondo il presidente del più importante Consorzio di tutela della Sardegna, alternative soddisfacenti non vi sono perché si finirebbe con il "lasciare che il prezzo venga determinato esclusivamente dal mercato, ma il mercato non è clemente. O si può stabilire un prezzo a tavolino, sapendo però che nessuno poi lo rispetterà".


La posizione della Coldiretti Sardegna

"E' l'ultimo tentativo per trovare un accordo sul prezzo del latte e la strategia da mettere in campo per contrastare la grave crisi che attanaglia il settore" evidenzia il presidente della Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu, riferendosi all'incontro del prossimo 7 febbraio. "Siamo già fuori tempo massimo, non possiamo continuare a palleggiare, ma bisogna prendere una decisione, non sono ammessi ulteriori rinvii".
 
"Responsabilmente - ricorda il direttore della Coldiretti Sardegna Luca Saba -, vista la situazione, ci siamo messi a disposizione e pazientemente abbiamo ascoltato le ragioni di tutti, ma altrettanto chiediamo agli altri per trovare una soluzione condivisa che preveda innanzitutto e soprattutto una remunerazione del latte dignitosa per i pastori e dunque superiore rispetto ai ridicoli prezzi che si stanno attuando in questo momento".
 
"Ci sono ancora le condizioni per trovare una soluzione, ma se così non fosse - scandisce Cualbu - sarebbe per noi inutile continuare a partecipare ai tavoli e saremo da giovedì stesso in mobilitazione e faremo emergere i responsabili del fallimento del tavolo".