La Regione Campania ha approvato, con delibera di Giunta, le "Linee guida per la gestione degli allevamenti dei suini all'aperto". Si tratta di un provvedimento destinato a produrre effetti positivi per l'economia delle aree interne: renderà possibile lo sviluppo di nuove attività agricole e una più efficace valorizzazione e sfruttamento sostenibile di risorse finora sottoutilizzate o del tutto inutilizzate, come terreni marginali, boschi cedui, prati e pascoli, ubicati prevalentemente in aree collinari e montane.

Il provvedimento giunge dopo che il la direzione generale per la Salute della Commissione Ue da Bruxelles ha dichiarato il territorio amministrativo della regione indenne da malattia vescicolare suina.

"Quella dell'allevamento dei suini all'aperto - sottolinea Franco Alfieri, capo della segreteria del presidente e consigliere per l'Agricoltura - è una tecnica che ha registrato una crescente diffusione negli ultimi anni e di particolare importanza perché favorisce la produzione di carni di elevata qualità, sia dal punto di vista organolettico che delle caratteristiche nutrizionali, e con uno spiccato legame al territorio di origine.
Il nostro impegno a favore del comparto è massimo, tant'è che si deve proprio a questa amministrazione se l'Unione europea ha riconosciuto la Campania tra le regioni indenni dalla malattia vescicolare dei suini, vera e propria iattura per lo sviluppo del settore"
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Con lo stesso provvedimento la Giunta regionale ha istituito il "Centro regionale per il monitoraggio e la gestione dell'agro-ecosistema della Campania", in collaborazione con il dipartimento di Medicina veterinaria e produzioni animali dell'Università degli studi "Federico II" di Napoli.

Il Centro rientra nella più ampia strategia posta in essere dalla regione in materia di fauna selvatica. Opererà con il coinvolgimento di agricoltori, cacciatori, ambientalisti, per un efficace monitoraggio delle specie selvatiche, in particolare del cinghiale, ed il controllo faunistico di particolari aree del territorio, con l'obiettivo di contenere i danni provocati alle colture agrarie e forestali.

"Col tempo - conclude Alfieri - puntiamo, in particolare, a gestire la distribuzione delle popolazioni di cinghiali sui vari territori grazie alla costruzione di una filiera della carne che possa offrire nuove opportunità di sviluppo per le aree interne anche attraverso la messa a punto di specifici ed innovativi modelli zootecnici per il controllo della fauna selvatica".