L’indicizzazione passa e diventa un principio accettato nel mondo del latte. Dopo un primo passaggio al Tavolo convocato da Regione Lombardia lo scorso fine luglio, in cui il meccanismo indicizzato per il prezzo del latte era stato sottoscritto dalla rappresentanze agricole con solamente il sistema cooperativo, ieri al ministero delle Politiche agricole si è chiuso il cerchio ed è stato sottoscritta l’intesa fra le organizzazioni agricole e l’industria lattiera per la definizione di un parametro di riferimento condiviso da utilizzare per l’indicizzazione del prezzo del latte.

Le parti – informa il Mipaaf - hanno stabilito di convocare entro 10 giorni un Tavolo tecnico paritetico, creato ad hoc, che dovrà concludere i suoi lavori entro 30 giorni.
Il Tavolo avrà il compito di individuare, con l’eventuale supporto tecnico e metodologico di Ismea, un indicatore sintetico che consenta di identificare in maniera oggettiva i prodotti, i mercati e gli input rappresentativi delle dinamiche del mercato lattiero e idonei a ridurre al minimo la soggettività delle scelte.

Positivo il commento del ministro
Un passo avanti molto importante da parte della filiera – ha dichiarato Maurizio Martinacon un accordo che si attendeva da tempo. È rilevante che industria e organizzazioni agricole abbiano trovato una sintesi per lavorare insieme in un momento di mercato complesso. Questo accordo rafforza anche le azioni che il Governo sta mettendo in campo a tutela del reddito dei 35mila allevatori italiani”.
La partita, infatti, si giocherà anche sul fronte comunitario. “Lunedì 7 nel Consiglio dei ministri dell’Agricoltura a Bruxelles – ha proseguito Martina - ribadiremo la necessità di un intervento straordinario europeo per il settore, che dia risposte fattive e immediate alle imprese”.

Positive anche le reazioni del mondo agricolo
La definizione di un parametro di riferimento condiviso da utilizzare per l’indicizzazione del prezzo del latte è un passo in avanti importante per arrivare a un prezzo che sia sostenibile per l’allevamento italiano che tenga conto anche dei costi di produzione e del prezzo al consumo”. Lo ha detto il vicepresidente della Coldiretti Ettore Prandini, al termine dell’incontro al Mipaaf.

Soddisfazione anche sul territorio
Da Cremona, una delle capitali del latte italiano, è intervenuto anche il presidente provinciale di Coldiretti, Paolo Voltini. “Le nostre imprese non possono continuare a cedere il proprio latte a prezzi che sono abbondantemente sotto i costi di produzione – ha evidenziato Voltini –. Per la nostra zootecnia, che garantisce il 10% del latte italiano, e per il futuro del made in Italy lattiero caseario, è vitale che si riconosca agli allevatori un’equa remunerazione, alla luce degli ingenti costi che le stalle italiane sostengono per garantire qualità e sicurezza dei nostri prodotti, giustamente considerati un’eccellenza in tutto il mondo”.
Secondo il coordinatore di Agrinsieme, Dino Scanavino, l'accordo sottoscritto da produttori e industria di trasformazione è “solamente un primo segnale positivo da parte della filiera lattiero casearia, che può rappresentare un passo avanti per aprire la strada ad un lavoro condiviso e necessario per rilanciare il settore”.
A preoccupare i produttori di Agrinsieme è soprattutto la congiuntura economica. "Il momento è particolarmente delicato e complesso”, ha sostenuto Scanavino, ribadendo che “l’intesa che abbiamo condiviso può tradursi in un'opportunità per l'intero settore, nel momento in cui il lavoro delle prossime settimane sarà animato da uno spirito costruttivo di tutte le parti sedute al tavolo”.
Da parte nostra – ha garantito il coordinatore di Agrinsieme - siamo pronti a mettere in campo quello spirito di squadra e condivisione che ha già caratterizzato tante altre occasioni, nelle quali ci siamo confrontati per raggiungere un accordo sul prezzo del latte”.