Forte preoccupazione di Confagricoltura Lombardia per le notizie che arrivano dal Gruppo tecnico che presso il Mipaaf sta lavorando alla definizione del decreto ministeriale inerente l’utilizzazione agronomica degli effluenti nell’ambito dell’applicazione della Direttiva nitrati. Dopo i segnali incoraggianti emersi nella riunione dello scorso 5 agosto, dalle informazioni circolate negli ultimi giorni pare che le richieste avanzate dal mondo agricolo rischino di essere disattese.

In particolare, Confagricoltura Lombardia vuole richiamare l’attenzione sulla necessità di rivedere le attuali modalità che regolano gli spandimenti invernali, attraverso l’introduzione che consenta – senza appesantimenti burocratici – l’apertura di finestre utili allo spandimento in funzione dell’andamento meteorologico.

L'Organizzazione agricola sostiene inoltre l’opportunità di un innalzamento del limite di 340 kg/ettaro di azoto in funzione delle singole realtà aziendali e della possibile presenza di doppie colture, nonché una totale revisione della classificazione delle aree vulnerabili. Fondamentale anche il riconoscimento del digestato di origine zootecnica come fertilizzante ed ammendante e la rimozione di ogni vincolo riguardo le colture dedicate in ingresso agli impianti per la produzione di biogas.

Sono questi, unitamente a una sistematica semplificazione delle procedure amministrative e burocratiche, i passaggi che lo Stato italiano deve compiere per consentire un’applicazione adeguata della Direttiva nitrati che sappia coniugare i fondamentali principi del rispetto dell’ambiente con le esigenze operative delle aziende agricole. Determinante che l’applicazione di tali norme non pregiudichi la capacità produttiva degli allevamenti e, con essa, la sostenibilità economica della loro attività, presupposto indispensabile per la loro stessa sopravvivenza e per il futuro del nostro comparto zootecnico, da sempre forza trainante del sistema agroalimentare lombardo.