"E' ora di finirla. La vicenda delle quote latte sta assumendo i contorni di un vero e proprio stillicidio nei confronti degli allevatori e delle loro rappresentanze. In questi anni abbiamo assistito soltanto a campagne giornalistiche che hanno puntato l'indice contro il settore. Per questo chiediamo l'immediata costituzione di una Commissione d'inchiesta che faccia la massima chiarezza, e in modo definitivo, su tutta la questione, divenuta annosa e insopportabile". E' quanto sollecitato dal presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi, che si è dichiarato "stanco e amareggiato da un j'accuse continuo e ingiusto che disegna la nostra zootecnia da latte come una sorta di associazione a delinquere".

Politi ha ricordato che la Confederazione "è stata l'unica nel lontano 1984 a esprimersi contro il regime delle quote. Ma quando l'Ue lo ha applicato, ci siamo subito battuti per la legalità, per il rispetto delle leggi".

Il presidente Politi ha sottolineato che "le istituzioni preposte hanno fatto assai poco" per risolvere la confusione intorno alla vicenda delle quote latte; da qui la richiesta della Commissione d'inchiesta. "Ma non solo - ha aggiunto Politi - Rari sono stati anche i tentativi per cercare di garantire al sistema produttivo lattiero le necessarie certezze e per rendere migliori e più stretti i rapporti nell'intera filiera".

Il presidente della Cia ha colto l'occasione per sottolineare "l'urgenza di una nuova politica di svolta, di un progetto che collochi la zootecnia, ed in particolare quella del latte, nelle priorità di sviluppo dell'agricoltura. Serve un Piano strategico nazionale che affronti i gravi problemi del settore e dia nuove prospettive, coinvolga le istituzioni, nazionali e territoriali e tutti i vari protagonisti della filiera lattiero-casearia in una strategia condivisa di indirizzi e di interventi, proprio per assicurare alle aziende quelle certezze di crescita che oggi ancora mancano".