Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, ha espresso la soddisfazione dell’ente di tutela sull’accordo politico raggiunto in sede Ue da Parlamento, Consiglio e Commissione a proposito di quel “Pacchetto latte”, adottato nell’estate scorsa dalla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, che stabilisce la possibilità, nel rispetto delle regole della libera concorrenza, di programmare e gestire i volumi produttivi dei prodotti caseari di qualità.
“Un risultato – sottolinea Alai – che renderà più agevole il cammino della programmazione e gestione ordinata della produzione intrapreso dal Consorzio, ma di volta in volta subordinato ad autorizzazioni che potranno essere superate dall’adozione definitiva di un principio: quello, in sostanza, del riconoscimento della gestione dei flussi produttivi come condizione essenziale per garantire uno sviluppo fondato sulla tutela dei redditi dei produttori e, conseguentemente, anche sulla possibilità di accrescere le possibilità di investimento”.
Sull’accordo raggiunto a Bruxelles (che verrà formalizzato nel prossimo febbraio in un regolamento relativo al pacchetto latte) pesavano fino alle scorse settimane diverse incognite, tanto che in un convegno a Reggio Emilia, alla vigilia della presentazione delle proposte di riforma della Pac da parte della Commissione presieduta da Dacian Ciolos, il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, aveva dichiarato: “senza l’adozione delle riforme che riguardano la gestione dei volumi produttivi e le norme di tutela della qualità, in Parlamento non approveremo nessun pacchetto che ci venga proposto”.
"Oltre che auspicabile – sottolinea il direttore del Consorzio del Parmigiano-Reggiano e vicepresidente di OriGin, Leo Bertozzi – è ora ragionevole pensare che l'adozione del Pacchetto Latte apra la via anche all’adozione di disposizioni simili sulla gestione delle produzioni per gli altri prodotti con Indicazioni Geografiche, contenute in quel “Pacchetto Qualità” che dovrebbe spianarela strada ad un sistema di protezione definita ex-officio, che impegna gli Stati membri della Ue a monitorare e a far rispettare nei propri territori le denominazioni protette provenienti da altri Paesi”.
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