E' un legame a doppio filo quello che lega Assica, l'associazione delle industrie della trasformazione della carne, con il mondo della suinicoltura. Lo dimostrano i 7,9 miliardi di euro che derivano dai salumi a fronte di un fatturato complessivo di 8,2 miliardi realizzato dalle aziende che si riconoscono in Assica. Oltre un miliardo del fatturato complessivo viene dall'export e il comparto può vantare una bilancia commerciale in attivo per 823 milioni di euro. Sono questi i numeri più significativi presentati in occasione dell'assemblea di Assica che si è svolta a Parma il 23 giugno e che ha riconfermato alla presidenza Lisa Ferrarini. La scelta di Parma, ha ricordato la presidente, ha voluto sottolineare l'istituzione proprio a Parma della Commissione unica (Cun) dei tagli di carne suina fresca e dei grassi. Questa, insieme alla Cun di Mantova per la quotazione dei suini vivi, rappresenta un tentativo per dare al settore un sistema di definizione dei prezzi moderno, capace di interpretare al meglio gli equilibri fra domanda e offerta. All'assemblea di Assica è seguito un vivace dibattito che ha messo al centro le difficoltà della filiera suinicola, incapace negli ultimi anni di produrre valore, sia per gli allevatori, sia per le industrie di trasformazione. “E' arrivato il momento - ha detto la presidente Ferrarini - di superare le contrapposizioni e di guardare avanti uniti.” Forte poi il richiamo alle istituzioni alle quali si chiedono gesti concreti per risollevare le sorti del settore.

 

Le risposte

La risposta è giunta dal ministro dell'Agricoltura, Saverio Romano che reduce dal G20 di Bruxelles è intervenuto all'assemblea di Assica riconoscendo la necessità di trovare il modo per dare un sostegno agli allevatori, per riequilibrare la situazione e per garantire competitività al settore. Il modello da promuovere ha ricordato il ministro, è quello del Made in Italy in una prospettiva di sinergie tra i vari protagonisti. A questo proposito non è mancato da parte del ministro un richiamo alle industrie, alle quali ha ricordato che non sempre il prodotto di importazione utilizzato per la trasformazione offre caratteristiche analoghe, per qualità e sicurezza, a quello italiano. E nemmeno il successo dei nostri salumi all'estero sarebbe tale senza la qualità che esce dagli allevamenti italiani e che si ritrova nelle Dop nazionali. Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi che inoltre ha ribadito l'importanza dell'etichettatura, che rappresenta un importante fattore per garantire la competitività del settore.